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Di seguito tre brevi interventi sulle elezioni europee.
Ciao alberto

«Ecco perché Bobo vota Tsipras»
— Daniela Preziosi, il manifesto 23.5.2014
Intervista.
Ser¬gio Staino, che dice Bobo di que¬ste elezioni?
Bobo è pre¬oc¬cu¬pa¬tis¬simo di un’affermazione troppo forte dei gril¬lini. Gli arrab¬biati al potere fanno danni. Nel ’19 i fasci¬sti si for¬ma¬rono su parole d’ordine che a una let¬tura super¬fi¬ciale sem¬bra¬vano socia¬li¬ste. Ed è quello che accade oggi per Grillo. Con il suo atteg¬gia¬mento leva dal cuore dei nostri com¬pa¬gni la soli¬da¬rietà, la fra¬tel¬lanza, la tol¬le¬ranza, cioè tutti quei prin¬cipi che ci hanno fatto laici e fra¬telli. E li sosti¬tui¬sce con il ran¬core e la vendetta.
Lei invece ha dichia¬rato che voterà Tsi¬pras e darà la sua pre¬fe¬renza al gio¬vane Tom¬maso Fat¬tori. Non è strano, per il papà di Bobo, sto¬rico vignet¬ti¬sta dell’Unità, insomma per uno come lei che nel Pd ci ha creduto?
Ma no, mi sono già can¬di¬dato con Sel. Il mio cuore è nel Pd, spero che abbia una bella affer¬ma¬zione e credo che ci sia ancora lo spa¬zio per spo¬starlo su posi¬zioni che per sin¬te¬tiz¬zare chia¬me¬rei ’di sini¬stra’. Ma in stretta unità con la sini¬stra che sta intorno a Sel e a Tsipras.
Cosa non la con¬vince di Mat¬teo Renzi?
Che non ha un pro¬getto poli¬tico, va avanti alla gior¬nata. Svec¬chiare la vec¬chia classe del Pd va benis¬simo. Ma con cosa la sosti¬tui¬sce? Velo¬cità, super¬fi¬cia¬lità, man¬canza di oriz¬zonti nuovi per la sini¬stra. Il modo in cui ha man¬dato via Letta dal governo noi fio¬ren¬tini lo cono¬sce¬vamo già: ne abbiamo avuto molti esempi da lui. Ti dice delle cose in modo came¬ra¬te¬sco, popo¬lare e sin¬cero, poi il giorno dopo fa il con¬tra¬rio e ti dice in fretta ’mi dispiace non lo potevo fare’. Molto fiorentino.
Comun¬que per il Pd si annun¬cia una vittoria.
Bene, il mio popolo è con Renzi e gli crede. Ed è un bene, per limi¬tare Grillo. Ma guai a rom¬pere a sini¬stra. Quindi io do una mano a Tsipras.
Che impres¬sione le ha fatto que¬sta cam¬pa¬gna elet¬to¬rale? Dice Renzi che è stata troppo urlata.
Ho fatto una vignetta per il Cor¬riere in cui il pic¬colo Michele chiede alla sorel¬lina Ila¬ria: ’ma que¬ste sono ele¬zioni ita¬liane o euro¬pee’? E lei risponde: ’a giu¬di¬care dagli insulti, gli urli e le vol¬ga¬rità, italianissime’.
Quindi lei darà un voto a sini¬stra per l’unità del cen¬tro¬si¬ni¬stra. Che però in par¬la¬mento non c’è più. Pensa che Renzi abbia ancora in testa l’idea di una coa¬li¬zione?
Renzi in testa non ha nulla. È un com¬pu¬ter che si resetta ogni tre ore. Sa che deve gestire una situa¬zione, vuole pas-sare alla sto¬ria per aver fatto qual¬cosa di buono. E sa che que¬gli altri erano inca¬paci e stu¬pidi, e infatti li ha fatti fuori facil¬mente. Ma a que¬sto punto non sa che fare. Vive alla giornata.
Nean¬che a Firenze, per il voto comu¬nale, il cen¬tro¬si¬ni¬stra si pre¬senta unito.
In que¬sto momento è impos¬si¬bile: con l’atteggiamento che Renzi ha nei con¬fronti dei sin¬da¬cati, con Ichino che gli fa da por¬ta¬voce sul lavoro, non si può fare. Però spero in una forza di sini¬stra e che Renzi, almeno per fur¬bi¬zia, capi¬sca che per lui sarebbe utile spo¬starsi a sini¬stra. Ogni tanto ci pensa,ogni tanto lo fa. Un amico diri¬gente romano lo chiama ’il pastic¬cione’. Per¬ché quando non si ha un pro¬getto si fanno pasticci.
Anche Bobo vota Tsipras?
Tsi¬pras è un’idea, una pre¬senza bella che ricordi ai rifor¬mi¬sti di Schulz che noi dob¬biamo capo¬vol¬gere la nostra visione del mondo. Bobo vote¬rebbe lui, o Car¬lin Petrin, che è uno che ci ha spie¬gato come si deve stare sulla terra da que¬sto momento in poi.

Niente scherzi
Norma Rangeri Il manifesto , 22.5.2014
Quello per il parlamento europeo è, finalmente, un voto libero, un voto per scrivere sulla scheda (tornano le preferenze) il nome dei candidati che lo meritano, per determinare nuovi equilibri nel Vecchio Continente, per invertire la rotta della crisi. Le persone si interrogano sull’utilità di un voto per Tsipras, come se, d’un tratto, le battaglie che la grande area della sinistra senza padre né partito, ha combattuto ogni giorno, in questi lunghi, interminabili, crudeli anni di crisi, dovessero dissolversi proprio al momento del voto per manifestarsi nell’esatto contrario: un consenso al Pd, a questo Pd
Fun¬ziona, pur¬troppo. Anche per le ele¬zioni del 25 mag¬gio, nell’elettore di sini¬stra, ancora incerto se e chi votare, suona la sirena del “voto utile”. L’allarme popu¬li¬smo, il peri¬colo della cop¬pia Grillo-Casaleggio piglia¬tutto è scat¬tato, ali¬men¬tato dalla (intel¬li¬gente) pro¬pa¬ganda del Pd: per fre¬nare l’ondata gril¬lina, la diga è Renzi, solo lui ci salverà.
Poco conta che votiamo per sce¬gliere se vogliamo Schulz o Tsi¬pras alla pre¬si¬denza della Com¬mis¬sione euro¬pea, che non andiamo al seg¬gio (più o meno fati¬co¬sa¬mente, poco o molto con¬vinti) per turarci il naso (ancora?) e votare un par¬tito o una mag¬gio¬ranza o un pro¬gramma di governo del nostro paese.
Quello per il par¬la¬mento euro¬peo è, final¬mente, un voto libero, un voto per scri¬vere sulla scheda (tor¬nano le pre¬fe-renze) il nome dei can¬di¬dati che lo meri¬tano, per deter¬mi¬nare nuovi equi¬li¬bri nel Vec¬chio Con¬ti¬nente, per inver¬tire la rotta della crisi. Dun¬que un voto con¬creto, cer¬ta¬mente. Ma anche l’espressione di un desi¬de¬rio di cam¬bia¬mento, un’idea di altra eco¬no¬mia, una spe¬ranza di libertà per una società metic¬cia e aperta.
Come se le battaglie che la sinistra ha combattuto ogni giorno in questi crudeli anni di crisi dovessero dissolversi al momento del voto
Invece, intorno a noi, prende quota il timore su quel che acca¬drà il giorno dopo nel nostro cor¬tile. Le per¬sone si inter-ro¬gano sull’utilità di un voto per Tsi¬pras, come se, d’un tratto, le bat¬ta¬glie che la grande area della sini¬stra senza padre né par¬tito, ha com¬bat¬tuto ogni giorno, in que¬sti lun¬ghi, inter¬mi¬na¬bili, cru¬deli anni di crisi, doves¬sero dis¬sol¬versi pro¬prio al momento del voto per mani¬fe¬starsi nell’esatto con¬tra¬rio: un con¬senso al Pd, a que¬sto Pd, che porta in Europa la ban¬diera della più odiosa pre¬ca¬rietà, che si appre¬sta a bene¬dire la grande intesa tra Jun¬ker e Schulz (il patto, tutto tede¬sco, già deciso) pra¬ti¬can¬dola con sod¬di¬sfa¬zione già in Ita¬lia con un pezzo del centrodestra.
Tut¬ta¬via, chi ha dubbi, su se e chi votare, dovrebbe riflet¬tere oltre che sul ruolo impor¬tante (e, a seconda delle dimen¬sioni, deci¬sivo) di un’affermazione di Tsi¬pras in Europa, anche su un suc¬cesso della Lista di sini¬stra in Italia.
Sull’effetto bene¬fico, con¬tro¬cor¬rente, che il gio¬vane greco gio¬che¬rebbe pro¬prio sulle scelte, molto tede¬sche e poco medi¬ter¬ra¬nee, di Mar¬tin Schulz, come sul pun¬golo che una forza di sini¬stra eser¬ci¬te¬rebbe sulle scelte del Pd (indi¬riz-zate già a un raf¬for¬za¬mento dell’asse di governo con Alfano). Né sono fan¬ta¬sie le ragioni, com¬pren¬si¬bili, di Sel di inter¬pre¬tare l’esito elet¬to¬rale della Lista Tsi¬pras per con¬fer¬mare o con¬trad¬dire la sof¬ferta scelta dell’ultimo con-gresso, quando una parte del par¬tito di Ven¬dola voleva schie¬rarsi con Schulz e poi tor¬nare all’alleanza con il Pd nau¬fra¬gata mala¬mente alle ultime ele¬zioni poli¬ti¬che. Se la Lista non dovesse supe¬rare age¬vol¬mente la soglia del 4%, la sirena pid¬dina suo¬ne¬rebbe più forte.
Al con¬tra¬rio, un’affermazione di Tsi¬pras aiu¬te¬rebbe, dopo tanti anni di afa¬sia, l’avvio di un’alternativa, utile anche a fre¬nare la deriva poli¬tica del par¬tito di Renzi.

Cattolici e cristiani di base con Tsipras
Luca Kocci, Il manifesto   23.5.2014
Elezioni. Appello per l'Altra Europa: cacciare i mercanti dal tempio
Cac¬ciare i mer¬canti dal tem¬pio». Riprende l’immagine di Gesù che appunto allon¬tana ener¬gi¬ca¬mente i mer¬canti dal tem¬pio di Geru¬sa¬lemme l’appello ai cri¬stiani d’Europa, sot¬to¬scritto da oltre 60 espo¬nenti dell’associazionismo cat¬to-lico di base — ci sono atti¬vi¬sti di Pax Chri¬sti, il Mona¬stero del Bene comune di Sezano (Vr), diversi preti e reli¬giosi — a soste¬gno dell’Altra Europa per Tsipras.
Il libe¬ri¬smo, anzi «l’anarchia libe¬rale» — come lo defi¬niva Leone XIII, autore della prima enci¬clica sociale, la Rerum nova¬rum — è «la causa dell’attuale disor¬dine», l’ideologia che sostiene ed ali¬menta «un’economia che uccide» e che pro¬duce ingiu¬sti¬zie. Si tratta allora di «cac¬ciare i mer¬canti dal tem¬pio», per rico¬struire «un’Europa dei popoli e non delle ban¬che», «un’Europa disar¬mata» e «un’economia di pace». «Ci sem¬bra — si legge nell’appello — che la figura di Ale¬xis Tsi¬pras incarni le aspi¬ra¬zioni più pro¬fonde dei cri¬stiani». Per¬lo¬meno dei cri¬stiani che respin¬gono la «isti¬tu-zio¬na¬liz¬za¬zione della fede» in nome della fedeltà al Vangelo.
Un appello a soste¬gno di Tsi¬pras — rivolto non solo ai cri¬stiani ma a tutti i cit¬ta¬dini — arriva anche da diversi espo-nenti delle Comu¬nità cri¬stiane di base ita¬liane e del mondo cat¬to¬lico pro¬gres¬si¬sta, come Ettore Masina, don Paolo Fari¬nella ed Euge¬nio Melan¬dri. «Vogliamo un’Europa libe¬rata dalle poli¬ti¬che neo¬li¬be¬ri¬ste per¬ché hanno pro¬fon¬da-mente cor¬rotto la vita sociale e hanno con¬dotto l’economia a una delle peg¬giori reces¬sioni della sto¬ria, favo¬rito il disfa¬ci¬mento della demo¬cra¬zia, la disgre¬ga¬zione della soli¬da¬rietà sociale, l’impoverimento di milioni di per¬sone, la cre¬scita di movi¬menti e par¬titi nazio¬na¬li¬sti e raz¬zi¬sti». Con¬clude l’appello: «Rite¬niamo indi¬spen¬sa¬bile che nel pros-simo Par¬la¬mento ci sia un con¬si¬stente gruppo che dia forza e voce ai milioni di cit¬ta¬dini e di cit¬ta¬dine che per tanti anni hanno sen¬tito l’Europa non come un’opportunità di ele¬va¬zione mate¬riale e spi¬ri¬tuale ma come una strut¬tura tec¬no¬cra¬tica ed oli¬gar¬chica, lon¬tana dai reali biso¬gni delle classi popolari»






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