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Szerző: Sandra
Dátum:  
Címzett: ekonomi@inventati.org, intergas, gas-del-parco, milanocittaperta, primomarzomilano, git.milano, abc-lombardia, comitatoauditmilano
Tárgy: [Intergas] Fwd: [stop-ttip] I: [ALTRO] - Fwd: I: Un'altra strada per l'Europa



-------- Messaggio originale --------
Oggetto:     [stop-ttip] I: [ALTRO] - Fwd: I: Un'altra strada per l'Europa
Data:     Wed, 21 May 2014 11:47:19 +0200 (CEST)
Mittente:     claudiogiambelli@??? <claudiogiambelli@???>
Rispondi-a:     claudiogiambelli@??? <claudiogiambelli@???>
A:     stop-ttip@???




    Si parla anche di TTIP


    Claudio



    ---------- Messaggio inoltrato ----------
    Da: *Luigi De Paoli* <luigi.depaoli@???
    <mailto:luigi.depaoli@libero.it>>
    Date: 21 maggio 2014 09:39
    Oggetto: I: Un'altra strada per l'Europa
    A: Luigi De Paoli <luigi.depaoli@???
    <mailto:luigi.depaoli@libero.it>>


    */Carissimi/e, con il nostro voto Domenica possiamo cominciare a
    cambiare l'Europa. La Rete degli Economisti Progressisti Europei
    indicano alcuni obiettivi fondamentali. Pace bene, Gigi
    ___________________________________________________


    /**Un’altra strada per l’Europa.*


    *Appello per le elezioni europee,*


    di EUROPEN <http://www.eddyburg.it/search/label/autore:Europen> 7
    Maggio 2014


    <http://3.bp.blogspot.com/-KwBPjYY_ntM/U2qGTdFLYFI/AAAAAAAAEPU/LSx_R8qb0Eg/s1600/EuroPen.png>


    */Ancora un appello, Questa volta del'Euor-Pen  (Rete Europea degli
    Economisti Progressisti). /**
    *


    Alla vigilia delle elezioni europee del maggio 2014 l’Europa è
    colpita dall’austerità, dalla stagnazione economica, da
    disuguaglianze sempre più gravi e dal crescente divario tra paesi
    del centro e della periferia_. La democrazia viene esautorata a
    livello nazionale e non viene sviluppata a livello europeo. Il 
    potere è concentrato nelle mani di istituzioni tecnocratiche che non
    rispondono delle loro decisioni e  dei paesi più forti dell’Unione._
    Allo stesso tempo, cresce in tutto il continente un’ondata
    populismo,  con l’affermarsi in alcuni paesi di pericolosi movimenti
    nazionalisti. Questa non è l’Europa immaginata  decenni fa come uno
    spazio di integrazione economica e politica, libera dalla guerra. E’
    necessario un radicale cambiamento di rotta. *Le elezioni europee
    del maggio 2014 sono un’opportunità importante per uscire
    dall’impasse neoliberista, fermare le tentazioni populiste e
    affermare che un’altra strada per l’Europa è possibile*.


    La Rete europea degli economisti progressisti (Euro-pen), di cui
    fanno parte gruppi di economisti e  organizzazioni della società
    civile, chiama i cittadini e le forze politiche a un dibattito
    europeo sulle  alternative possibili. Proponiamo un cambiamento
    radicale delle politiche europee in cinque aree  chiave. *Chiediamo
    che queste proposte siano messe al centro della campagna elettorale
    *e *delle attività  del nuovo Parlamento europeo e della nuova
    Commissione*.


    1*. Fermare l’austerità*. _Le politiche fiscali restrittive
    dell’Unione europea – in particolare il Fiscal  Compact e il Patto
    di stabilità e crescita – devono essere abbandonate._ Le regole di
    bilancio devono  essere cambiate e l’obiettivo di un “pareggio
    strutturale” per i bilanci pubblici deve essere sostituito da  una
    strategia economica coordinata che permetta agli stati membri di
    attuare le politiche fiscali che  sono necessarie per uscire dalla
    crisi. _Senza un forte stimolo della domanda non ci può essere via 
    d’uscita dall’attuale stagnazione. A tal fine, è essenziale un
    programma di investimenti pubblici per la  transizione ecologica_,
    finanziati a livello europeo attraverso la Banca europea per gli
    investimenti  (Bei). Un piano di investimenti pubblici europei è
    necessario per ricostruire attività economiche che  siano
    sostenibili e capaci di offrire buoni posti di lavoro. Queste misure
    dovrebbero essere al centro di  una nuova politica industriale in
    Europa, orientata verso la trasformazione ecologica e sociale del 
    nostro modello economico, con una drastica riduzione nei consumi di
    energie non rinnovabili.



      2. *Controllare la finanza*. Di fronte al rischio di deflazione -
    e al circolo vizioso di politiche restrittive,  depressione e
    concorrenza al ribasso sui salari – la politica monetaria
    dell’eurozona deve cambiare  radicalmente, riportando l’inflazione
    almeno al livello del 2%. _La Banca centrale europea (Bce) deve 
    fornire liquidità per realizzare politiche espansive_, e deve
    diventare prestatore di ultima istanza per i  titoli pubblici. Il
    problema del debito pubblico dev’essere risolto attraverso una
    responsabilità comune  dell’eurozona e con la ristrutturazione del
    debito. _Gli eurobond devono essere introdotti non solo per
    rifinanziare il debito pubblico degli stati membri, ma anche per
    finanziare la conversione ecologica _ dell’economia europea. Il
    settore finanziario dev’essere radicalmente ridimensionato, con una
    tassa sulle transazioni finanziarie, l’eliminazione della finanza
    speculativa e il controllo dei movimenti di capitale. Le regole
    previste dall’Unione bancaria che sta emergendo non affrontano i
    difetti strutturali e la fragilità di fondo del sistema finanziario;
    _servono regole più stringenti che vietino le attività finanziarie
    più speculative e rischiose, e introducano una netta divisione tra
    banche commerciali e  banche d’investimento._ I problemi dei centri
    finanziari offshore e dei paradisi fiscali all’interno  dell’Unione
    europea devono essere risolti attraverso l’armonizzazione fiscale e
    regole più severe.


      3. *Espandere il lavoro, ridurre le divergenze*. Il tasso di
    disoccupazione nell’Unione europea ha  raggiunto livelli record. Si
    aggrava così la fragilità economica e la disintegrazione sociale:
    _creare nuova occupazione in attività socialmente ed ecologicamente
    sostenibili_ è una priorità assoluta per la politica.  Nell’eurozona
    è necessario ridurre i gravi squilibri nelle bilance dei pagamenti
    obbligando  all’aggiustamento anche i paesi in surplus. _La
    pressione per ridurre i salari e i diritti dei lavoratori deve 
    finire_; la competitività non dovrebbe basarsi sulla riduzione dei
    salari, ma sull’aumento della  produttività e degli investimenti.
    _In Europa è necessario introdurre un salario minimo, legato al Pil
    pro  capite dei paesi_.


    4. *Ridurre le disuguaglianze*. Le disuguaglianze sono aumentate in
    modo grave, e impediscono il  ritorno a una crescita giusta. Il
    modello sociale europeo dev’essere difeso ed esteso attraverso
    politiche  di redistribuzione, protezione sociale e welfare basate
    sulla solidarietà tra paesi europei. _Per ridurre le  disuguaglianze
    e salvaguardare il welfare serve una riforma radicale degli attuali
    sistemi tributari, con  un’armonizzazione fiscale a livello europeo
    che impedisca alle imprese di eludere la tassazione dei  profitti_,
    e con lo spostamento del carico fiscale dal lavoro alla ricchezza e
    alle risorse non rinnovabili.



    5. *Espandere la democrazia*. Le decisioni di politica economica
    devono essere soggette a un controllo  democratico. È inaccettabile
    che banchieri, tecnocrati e lobbysti determinino le decisioni che
    condizionano le nostre vite_. La democrazia dev’essere estesa, con
    un maggior controllo parlamentare e  una maggior partecipazione dei
    cittadini a livello nazionale ed europeo._ Per dare risposte alla
    crisi è  necessario estendere l’intervento pubblico nelle attività
    economiche: nella finanza, nella ricostruzione  del sistema
    produttivo, nei servizi pubblici. _Gli attuali negoziati sul
    Trattato transatlantico per il  commercio e gli investimenti (Ttip)
    prevedono una grave riduzione dei processi democratici, dello 
    spazio per le politiche e la regolamentazione; fermare il Ttip dovrà
    essere una priorità assoluta_ per il  nuovo Parlamento.


    *Chiediamo ai cittadini di sostenere quest’altra strada per l’Europa
    e di votare per quei candidati e  forze politiche che si impegnano a
    promuoverla. L’emergere di una coalizione progressista nel nuovo 
    Parlamento europeo sarà essenziale* per evitare che continuino le
    politiche fallimentari delle “grandi coalizioni” tra centro-destra e
    centro-sinistra, attualmente al potere in molti paesi europei.


    /
    Rete europea degli economisti progressisti (Euro-pen) /


    /Le organizzazioni aderenti sono: EuroMemo Group, Economistes
    Atterrés (Francia), Sbilanciamoci! (Italia), Transnational Institute
    (Olanda), EconoNuestra (Spagna), Econosphères (Belgio), Beigewum 
    (Austria), Transform! Europe, Critical Political Economy Research
    Network./


    -- 


    /*Il postino */




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