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di genova, 625° ora in silenzio per la pace.
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Palestina, i detenuti nelle carceri israeliane estendono
lo sciopero della
fame
I
I detenuti palestinesi nelle carceri israeliane hanno deciso
di estendere
lo sciopero della fame intrapreso 23 giorni fa da un gruppo di
prigionieri in
regime di- detenzione amministrativa a tutti i "volontari". E'
quanto
ha riferito all'agenzia palestinese 'Maan' il direttore del
Centro studi
dei detenuti, l'ex prigioniero Raafat Hamdouna. In una lettera
pervenuta al Centro, i detenuti affermano di aver "deciso di
dare la possibilita'
ai volontari che desiderano arruolarsi in questa battaglia di
intraprendere lo sciopero della fame".
La
settimana scorsa
5.000 detenuti palestinesi avevano partecipato a uno sciopero di
solidarieta' con i prigionieri in regime di detenzione
amministrativa
nelle carceri israeliane che da 15 giorni stavano conducendo lo
sciopero della
fame in segno di protesta contro la loro "detenzione arbitraria
e i
maltrattamenti subiti". In quell'occasione, avevano minacciato
di
allargare la protesta se le autorità israeliane non avessero
soddisfatto le
richieste dei prigionieri entro una settimana.
Ieri le celebrazioni per la
Nakba sono state
funestate dalla morte di due giovani palestinesi, uccisi
dall'esercito
israeliano durante violenti scontri nei pressi del carcere di
Ofer, vicino
a Ramallah, in Cisgiordania. Celebrata ogni anno il 15 maggio
in tutta la
Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, la 'Nakba' (Catastrofe)
e' il termine
con cui i palestinesi definiscono i fatti che hanno portato alla
nascita dello
stato di Israele e alla dispersione, con varie motivazioni, di
circa 750 mila
di loro.
I due
palestinesi,
Muhammad Abu Thahr (22 anni) e Nadim Nuwara (17) - secondo fonti
mediche,
citate dall'agenzia Maan - sono stati colpiti al collo dal fuoco
dei
militari israeliani.
Nei
violenti incidenti
con l'esercito altri tre ragazzi - secondo le stesse fonti -
sono state feriti
in egual modo. Fonti militari - citate dai media israeliani -
hanno segnalato
che circa 150 palestinesi durante la manifestazione hanno
cominciato a
lanciare, in un "attacco aggressivo", molotov e sassi ai
soldati.
La Nakba
e' stata
ricordata dal presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas):
"E'
tempo di mettere fine alla piu' lunga occupazione nella storia
ed e' tempo per
i leader di Israele – ha ammonito in un messaggio tv - di
comprendere che i
palestinesi non hanno altra casa che la Palestina". E il capo
negoziatore dell'Olp
Saeb Erekat ha alzato i toni sostenendo, in un fondo pubblicato
ieri su
Haaretz, che Israele "non puo' cancellare dalla storia la
'Nakba'. La pace
- ha insistito - puo' essere raggiunta soltanto attraverso la
giustizia e la riconciliazione",
aggiungendo che la Nakba commemora "l'esilio forzato di oltre
750.000
palestinesi dalle loro case e dalle loro terre nel 1948".
Fonte
http://www.controlacrisi.org
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