[Nogelminispbo] Let’s tackle Apple! Contrasta Apple! Azioni …

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Auteur: Sean Patrick Casey
Date:  
À: Autorganizzazione Studentesca
CC: No Gelmini SciPol Bologna, Collettivo SPA
Sujet: [Nogelminispbo] Let’s tackle Apple! Contrasta Apple! Azioni coordinate contro la catena globale dello sfruttamento, 16-17 maggio. Appuntamento a Bologna: 17 maggio 2014, ore 19.30 di fronte all’Ap
http://www.connessioniprecarie.org/2014/05/10/contrasta-apple/

Let’s tackle Apple! Contrasta Apple!
Azioni coordinate contro la catena globale dello sfruttamento, 16-17 maggio
Appuntamento a Bologna: 17 maggio 2014, ore 19.30 di fronte all’AppleStore

Dal 15 al 25 maggio in tutta Europa avranno luogo iniziative, azioni e
manifestazioni contro le politiche di austerity attuate ormai da anni
dall’Unione Europea. Nell’ambito del percorso di #Blockupy
(http://www.connessioniprecarie.org/2014/03/06/solidarieta-oltre-i-confini-costruire-la-democrazia-dal-basso/)
– che porterà alla mobilitazione del prossimo autunno contro l’apertura
della nuova sede della BCE a Francoforte – abbiamo deciso di partecipare
al #mayofsolidarity (http://mayofsolidarity.org/) non solo includendo le
nostre mobilitazioni locali nel calendario europeo, ma con un’iniziativa
coordinata e un messaggio condiviso: lo spazio delle lotte contro
l’austerity, contro lo sfruttamento e la precarizzazione, contro il
razzismo e il regime dei confini non può che essere transnazionale. Per
questo il 16 e il 17 maggio a Francoforte e Dusseldorf, a Varsavia e
Poznan, a Milano, Bologna e Roma, precarie, operai, migranti e studenti
saranno di fronte agli Apple store per puntare il dito contro una delle
principali catene globali dello sfruttamento. Apple non è solo leader
mondiale dell’elettronica e dell’innovazione tecnologica. Apple costruisce
ogni giorno, sulla pelle di milioni di operai messi al lavoro nelle
infernali fabbriche di Foxconn – dove le sue merci sono prodotte – un
avanzato modello di produzione di profitto che attraversa i confini. Apple
parla del futuro dell’organizzazione dello sfruttamento su scala globale,
all’intreccio tra l’uso sistematico del lavoro migrante e del razzismo
istituzionale e una precarizzazione ormai generalizzata. Apple è
esemplare, come forse hanno compreso i pianificatori italiani della
precarizzazione dando al Jobs act il nome del grande inventore e fondatore
della multinazionale americana…per questo abbiamo deciso di contrastare
Apple!

Le iniziative del 16 e 17 maggio non sono una risposta ma indicano il
problema che abbiamo di fronte: quello di pensare un’organizzazione delle
lotte che sappia connettere e mettere in comunicazione gli uomini e le
donne che lavorano, lottano e si muovono lungo le catene globali dello
sfruttamento. Questa deve essere la nostra solidarietà!

Per sapere che cosa abbiamo in programma…stay tuned!

#BlockupyBologna

#BlockupyMilano

#BlockupyRoma

***

Nell’ambito della mobilitazione europea http://mayofsolidarity.org/
organizzeremo delle proteste e delle azioni di disobbedienza civile in
contemporanea in diverse città Europee, di fronte ai negozi Apple.
Denunceremo Apple come simbolo della «moderna produzione a contratto» che
trae vantaggio della gerarchia globale dei salari e dalla catena globale
dello sfruttamento. Le politiche di austerity adottate in Europa nel cuore
della crisi hanno determinato una redistribuzione della ricchezza dal
basso verso l’alto. Questo spinge sempre più persone ad accettare
contratti di lavoro precari. Al tempo stesso, queste politiche aggressive
mirano a estendere e intensificare le condizioni di sfruttamento nella
produzione globale.

Apple è un esempio: questa azienda non fabbrica più le sue merci, perchè
gli iPhone e gli iPad sono prodotti da aziende a contratto come la
Foxconn, che opera nel mercato mondiale grazie ai bassi salari applicati
nelle sue fabbriche in Cina e altrove. Apple fornisce la progettazione e
la tecnologia, Foxconn organizza la produzione industriale per Apple. Con
1,3 milioni di dipendenti, Foxconn è l’industria più grande del mondo e
produce oltre il 50% di tutti i prodotti elettronici in circolazione.

Smartphone e tablet, notebook, consolle e computer: tutti questi
dispositivi presenti nel mercato globale sono macchiati del sudore e del
sangue di operai perlopiù giovani e migranti che condividono – anche se in
forme diverse – il ricatto del razzismo istituzionale, funzionale a una
differenziazione dei salari. Questi operai sono sfruttati nelle industrie
elettroniche in Asia, America Latina ed Europa orientale, organizzate come
campi di lavoro dove prevalgono l’umiliazione, lo stress, lunghi turni di
lavoro, bassi salari, una gestione dispotica, gli incidenti e le patologie
causate dal lavoro. Di questi orrori non si parla nel circo mediatico del
mondo digitale, di certo non nelle note pubblicità di Apple e Samsung.

Con la politica della «Responsabilità dei fornitori», Apple cerca di
scaricare ogni responsabilità per le condizioni di lavoro nella catena
produttiva verso fornitori come la Foxconn, con la complicità di
ricercatori della Stanford University e di altre università e gruppi di
valutazione. Il discorso promosso da Apple, significativamente, punta ad
avere delle fabbriche «libere dal conflitto». Tuttavia, sappiamo che i
lavoratori stanno lottando, e sappiamo che Apple è un attore guida nel
mercato dell’elettronica e nella catena produttiva: il continuo lancio di
nuovi modelli e la qualità estrema che Apple persegue sono possibili solo
grazie a uno sfruttamento altrettanto estremo. La credibilità della
politica di responsabilità dei fornitori è molto bassa e non c’è alcuna
prova dell’indipendenza del processo di verifica. Apple, Foxconn e gli
altri fornitori sono tutti egualmente responsabili per le condizioni di
lavoro.

Nelle nostre azioni vogliamo puntare il dito contro queste strutture dello
sfruttamento e, al tempo stesso, portare all’attenzione pubblica le forme
di resistenza e di rifiuto messe in pratica dai lavoratori. Nel 2010,
decine di giovani operai cinesi si sono suicidati gettandosi dalle
strutture delle fabbriche Foxconn. Questi suicidi hanno alimentato altre
lotte e un’ondata di azioni e scioperi che, in alcuni casi, hanno
costretto Foxconn e altri fornitori ad alzare i salari. Diverse campagne
organizzate da gruppi di solidarietà in Cina, Hong Kong e altri paesi
hanno denunciato le condizioni di lavoro e la gestione militare della
fabbrica. Hanno anche denunciato il tentativo della Foxconn di dividere e
isolare i lavoratori dentro la fabbrica e nei dormitori per impedire la
loro resistenza. Ciononostante, alla Foxconn e in altre fabbriche del
mercato mondiale si sono susseguiti scioperi e rivolte, che hanno ricevuto
sin qui poca attenzione.

Uno degli slogan centrali dei giorni di azione transnazionali è
«Solidarietà senza confini». Il 16 e il 17 maggio saremo attivi
contemporaneamente in diverse città, tra cui Roma, Bologna, Milano,
Varsavia, Poznan, Francoforte e Dusseldorf: con manifestazioni organizzate
o ingressi spontanei, con assedi annunciati o blocchi improvvisi di fronte
ai negozi Apple. In base alle condizioni legheremo queste azioni alle
lotte locali. Queste azioni sono per noi il primo passo per dare vita a un
nuovo modo di coordinare le lotte su scala transnazionale.

Noborder, No nation – Block exploitation!

Azioni programmate:

Francoforte: 16 maggio 2014, ore 16.00 di fronte all’AppleStore

Milano: 16 maggio 2014, di fronte all’AppleStore

Roma: 17 maggio 2014 di fronte all’AppleStore

Bologna: 17 maggio 2014, ore 19.30 di fronte all’AppleStore

Varsavia: 17 maggio 2014 di fronte all’AppleStore

Poznan: 17 maggio 2014 di fronte all’AppleStore

Dusseldorf: 17 maggio 2014, ore 13.00 di fronte all’AppleStore

Contatti:

IT: info@???

EU: kmii-hanau@???