Il 10 maggio si apre a Torino il processo a 4 giovani NO-TAV accusati
nientepopodimenoche di terrorismo. I 4 rischiano fino a 30 anni di galera.
In tale giorno si terrà a Torino una manifestazione di solidarietà nazionale
e già giungono notizie di manifestazioni analoghe anche in alcune città
estere.
La violenza del potere va fermata in Val di Susa, assurta a simbolo della
difesa nonviolenta dei diritti sacrosanti dei cittadini della difesa dei
propri territori.
Fate circolare questa notizia il più ampiamente possibile rompendo così il
silenzio mafioso dei media.
Aldo Zanchetta, cittadino italiano solidale con gli abitanti della Val di
Susa
VAL DI SUSA, UN'INCHIESTA NO TAV FA TREMARE LA PROCURA DI TORINO, MA NESSUNO
NE PARLA
da LHuffington Post del 02/05/2014
Che la Val di Susa sia una terra magica è cosa risaputa, soprattutto tra gli
amanti dell'esoterismo e dei misteri. Qui sorge il monte Musinè, secondo
alcuni una sorta di base degli Ufo, per altri luogo dove le energie magiche
si raccolgono.
Ma questo pezzo di Piemonte è anche custode di altri segreti. Qui, infatti,
in alcune grotte erano nascoste le armi di
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http://it.wikipedia.org/wiki/Stay-behind> Gladio, organizzazione Stay
Behind, che aveva il compito, durante la Guerra Fredda, di evitare in
qualsiasi modo che i comunisti prendessero il potere. Inoltre sempre in
questo corridoio per la Francia è stato appurato che la 'ndrangheta è di
casa.
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http://www.repubblica.it/cronaca/2012/03/06/news/tav_saviano-31013967/> La
mafia calabrese ha forti interessi dai tempi antecedenti le Olimpiadi
invernali di Torino del 2006, piatto molto ghiotto per tanti.
Oggi tutti conoscono questa valle per la protesta contro il treno ad Alta
Velocità Torino-Lione, iniziata più di vent'anni fa. Una "guerra" che per
fortuna non ha fatto vittime, nonostante ci siano stati duri scontri tra le
forze dell'ordine e i No Tav, svariate volte.
Però lunghissima è la lista degli indagati per vicende legate alla lotta
contro il Tav. Tra i reati anche quello di terrorismo: addirittura quattro
giovani sono dallo scorso dicembre in carcere con
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/09/no-tav-arrestati-quattro-militan
ti-a-torino-laccusa-e-di-terrorismo/806328/> quest'accusa. Pesantissima.
Come è duro il regime di carcere a cui sono sottoposti visto l'imputazione.
Tanto che molti intellettuali, ad esempio lo scrittore
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http://www.huffingtonpost.it/2013/09/01/tav-erri-de-luca-va-sabotata_n_3851
994.html> Erri De Luca (anche lui indagato), hanno deciso di solidarizzare
con i quattro, annunciando la loro partecipazione alla manifestazione
nazionale che si terrà a Torino il 10 maggio. Ma, sempre sul fronte Tav, in
queste ore è accaduto qualcosa di importante che ha a che fare con
l'informazione.
Infatti una
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http://www.notav.info/senza-categoria/strane-amicizie-del-pm-rinaudo/>
contro-inchiesta del movimento contro l'Alta Velocità svelerebbe dei
retroscena sul pubblico ministero Antonio Rinaudo, titolare dei fascicoli
aperti contro gli attivisti della Valsusa e tra i principali accusatori dei
presunti terroristi. Questo lavoro certosino d'inchiesta ripercorre gli
ultimi dieci anni della carriera del magistrato, raccoglie anche testi di
intercettazioni e parla di presunti collegamenti tra Rinaudo e esponenti
della malavita organizzata calabrese. Spunta anche il nome di Luciano Moggi,
l'ex dirigente della Juventus coinvolto in Calciopoli.
Una contro-inchiesta ben fatta, che nulla ha che invidiare con altre
inchieste. Eppure magicamente questo "lavorone", il cui compito è quello di
far sorgere alcuni dubbi sull'operato dei magistrati della Procura torinese,
non viene ripresa da nessun quotidiano nazionale. Come se non esistesse. Ci
sono passaggi che dovrebbero essere approfonditi, come la presunta amicizia
tra Rinaudo e tale Antonio Esposito, emissario, secondo gli inquirenti, di
Rocco Lo Presti, boss della 'ndrangheta, che operava a Bardonecchia, comune
che nel 1995 verrà commissionata per infiltrazioni mafiosi. Primo caso nel
Nord Italia. Basti pensare che le intercettazioni tra il pm e il boss
risalgono già al 2003, quando arrivano sul tavolo di un collega di Rinaudo,
Antonio Malagnino.
Eppure, le presunte conoscenze malavitose che queste telefonate
proverebbero, non compromettono la carriera del magistrato che anzi, sempre
nel 2003, diventa titolare di un'inchiesta per reati legati alla
'ndrangheta. Il risultato? Rinaudo chiuderà il fascicolo solo dieci anni
dopo, nel 2013, chiedendo un rinvio a giudizio che non potrà mai avvenire
visto che per tutti gli imputati sono stati raggiunti i tempi della
prescrizione. Ironia della sorte, dieci giorni dopo firmerà la domanda di
arresto per i quattro No Tav accusati di terrorismo: in quel caso i fatti
però risalgono solo alla primavera dello stesso anno.
Questo è solo uno dei tanti esempi contenuti nel dossier che uno dopo
l'altro tira fuori i nomi della malavita da sempre intrecciata alla
realizzazione delle opere in Valsusa. Fino ad arrivare all'ex dirigente
juventino Luciano Moggi, condannato per lo scandalo di "Calciopoli" e comune
amico di Rinaudo e Esposito, con i quali si intratteneva in costose cene in
alberghi di lusso. Insomma una sorta di libro bianco che però rischia di
girare solo tra gli ambienti No Tav, mentre invece meriterebbe ben altra
sorte.
Ma come dicevo la Val di Susa è magica: qui le cose normali appaiono
complicate e quelle inutili diventano utili. Probabilmente quando un giorno
finalmente qualcuno capirà che il Tav non si farà perché non ci sono i
soldi, quando si capirà che spesso in questi anni si è giocato sulla pelle
di tanti, magicamente quest'inchiesta tornerà a galla (forse!) e il lavoro
del pm Rinaudo verrà visto sotto una luce diversa. E saranno in molti a
salire sul carro dei vincitori, anche quelli che hanno preferito non
informare pur avendo il dovere di farlo, dimenticando quest'inchiesta dentro
un cassetto.