Auteur: Fabio Pietrosanti (naif) Date: À: hackmeeting Sujet: Re: [Hackmeeting] Consigli stesura documento utile anche per
hackmeeting
Il 4/20/14, 7:08 PM, gin(e) ha scritto: > la differenza sta nel significato attribuito ad hacker, che come c'è
> scritto nel manifesto da anni, non è colui che è bravo ad usare il
> computer. RTFM! Certo, ma vediamo di non essere "ipocriti".
"Hack-meeting" è un ottimo brand.
Ma lo statement è generalista "Incontro annuale degli hacker", però
#define di hacker è "specifico" e questo genera inequivocabilmente
fraintendimenti.
Penso possiamo condividere che hackmeeting non è un evento "focalizzato
sugli hacker" nella più ampia accezione del termine, quindi organizzato
e fatto in modo tale da essere omni-inclusivo delle comunità di hackers,
puntando alla loro crescità e aggregazione.
E' invece un evento focalizzato sulle comunità di "activism", è
itinerante per fare quello che nell'NGOs business chiamano "Capacity
Building" all'interno dei nuclei di attivismo (i vari CSOA) che hanno
uno scopo/mission "diverso e specifico" rispetto alla eterogeneità
"delle comunità hacker at large" .
> 5 righe 3 cazzate: Permettimi un chiarimento:
- Verticale, ovvero rivolto ad ambiti che hanno in comune la parola
"attivismo politico"
- Circoscritto, ovvero strettamente legato ad ambiti di attivismo
- Meno aperto, ovvero non orientato ad "includere" le comunità hacker
perchè focalizzato a "includere" le comunità activist
Se vuoi fare un paragone che potrebbe funzionare, NoisySquare starebbe
ad Hackmeeting (ambito legato all'attivismo digitale e non, con evento
itinerante e organizzazione "spontanea") come HAL2001/OHM2013/CCC2007
stanno ad ESC (ambito legato in senso più ampio rivolto al mondo
dell'hacking con organizzazione più definita).
>> ben vengano "contenuti" da parte di persone
>> che si considerano parte della comunità "hackmeeting" (senza percepirsi
>> come "concorrenti" perchè i bacini di interesse sono solo in piccola
>> parte in overlap).
> in questo passaggio si esprime quello che in questa lista, in un po' di
> persone cercate di fare da anni, ritengo anche che in parte ci siete
> riusciti. però ecco io non mi vanterei del risultato. se desideri però.
> ti dico anche bravo. Ok, esploriamo il concetto, tanto per essere costruttivi e non-troll
(ogni tanto ci riesco a non trollare, dipende dall'umore).
Possiamo concordare che la comunità "activist" (in quelle parti vicine
all'hacking) è un sottoinsieme delle comunità degli hackers?
In Italia possiamo convenire che per motivazioni variegate, che possiamo
riassumere come "frammentazione", non esiste un evento che abbia portata
"nazionale" che sia rivolto ad aggregare le comunità degli hackers (in
senso più ampio, non solo activist).
Ecco, quanto intende Seba è che sarebbe bello riuscire a organizzarlo.
Certo che un evento di "hackers", dovrebbe giustamente vedere la
partecipazione tanto di smanettoni occasionali, linuxari veterani,
neo-crypto-simpatizzanti, hackers professionalizzati, coder folli,
makers di variegata natura quanto gli ambienti più "activist", cioè
quelle intersezioni che sono più orientate verso l'attivismo politico e
l'uso della tecnologia per scopi sociali/politici.
Quindi avendo lo scopo di riuscire a creare un evento su base annuale,
con un format di camping+talk+workshop, che sia sostanzialmente una
evoluzione di "ESC" ma in grande, di che numeri stiamo parlando?
Se volessimo cercare di aggregare le comunità di hackers italiane,
puntando a ridurne la frammentazione, riuscendo a stimolare il
networking, possiamo pensare di raggiungere 250 campeggiatori e 600
partecipanti (che vengono, partecipano ai talk, magari fanno relazioni,
workshop, ma non pernottano)?
Secondo me si, ma per fare un evento di tale portata, riuscire ad
organizzarlo e mantenerlo vivo nel tempo con la periodicità a cui ci ha
abituato ESC, serve sicuramente più struttura, non è un cosa che si può
improvvisare da un momento all'altro.
Sopratutto non puoi farlo "in modo abusivo" (vedi luogo occupato) perchè
senno' la stessa location su cui hai investito in
apparecchiature/materiale e relazioni, l'anno successivo non te la danno
più e si è di punto a capo. Magari non ti prendi proprio "tutte tutte"
le autorizzazioni, ma un po' si.
Spero di avere condiviso una visione un pò più dettagliata del tema, che
a mio avviso potebbe vedere la partecipazione anche di alcune delle
energie con capacità organizzativa presenti nell'hackmeeting, perchè la
commistione e l'inquinamento fra persone eterogenee è cosa positiva.
E' ovvio che non si sta' rifacendo l'hackmeeting, perchè appunto è un
format differente, che dovrebbe essere anche inclusivo della
partecipazione di contenuti delle comunità "activist", ma che non si
focalizza solo su queste e non ha lo scopo di fare "capacity building"
locale (cosa che invece hackmeeting ha fra i suoi scopi).
>> Nota bene: Non sto criticando Hackmeeting in questo post, solo che non è
>> un evento "scalabile" per modello organizzativo e format, non può quindi
>> aggregare le comunità hacker italiane at-large ma solo (o
>> prevalentemente) una specifica area verticale di interesse.
> aridaje col verticale. perchè non scalabile? se ne ripetono altri in
> tutto il mondo. e se devo dare un contro esempio il moka ce n'è solo 1
> ogni 4 anni se va bene. per cui di che parli?
>
> potremmo parlare in base alla distribuzione degli accolli di evento
> distribuito, come ben sai e come molti esempi dimostrano, se vuoi
> rimanere autonomo la distribuzione, e non l'accentramento, è l'unico
> modello/format vincente/scalabile.
Non sono per nulla convinto, perchè se riesci ad organizzare bene una
location (come da 10 anni Seba & co. dell'ESC sono riusciti ad avere la
disponibilità di Forte Bazzera a Mestre) allora puoi rimanere sempre
nello stesso posto.
Stare nello stesso posto ti consente di investire sulla logistica,
ammortizzare strumentazione, apparecchiature, mobilio, relazioni con
fornitori locali, quindi ti semplifica l'organizzazione e ti consente di
crescere in termini di partecipazione.
L'hackmeeting è itinerante perchè c'è built-in nell'idea delle comunità
che lo organizzano quella di "lasciare qualcosa" nei vari luoghi in cui
avviene (Vedi "Capacity Building" in terminologia NGOs), e questo è
sicuramente un valore ma sicuramente un limite perchè non ti consente di
"capitalizzare" materiali e relazioni sul territorio (perchè il
territorio cambia ogni anno).
Il moca si fa' (circa) ogni 4 anni perchè si lavora sul territorio,
tramite relazioni locali che ne facilitano l'organizzazione, ma comunque
le energie a disposizione per organizzarlo sono "relativamente poche"
(vedi: "frammentazione" di cui sopra).
Forse ci starebbe un momento di talk/discussione su questo macro-tema ad
hackmeeting, cioè come fare per riuscire ad uscire da questa
frammentazione di tante comunità per fare si che, una volta all'anno,
tutte assieme possano incontrarsi, incrociarsi e influenzarsi le une con
le altre.