[nuovopci] Cosa insegna ai comunisti italiani l’esito delle …

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Auteur: \(nuovo\) Partito comunista italiano
Date:  
À: npci.inter
Sujet: [nuovopci] Cosa insegna ai comunisti italiani l’esito delle elezioni comunali di domenica scorsa 23 marzo in Francia


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Comunicato CC 13/2014 - 28 marzo 2014

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Cosa insegna ai comunisti italiani l'esito
delle elezioni comunali di domenica scorsa 23 marzo in Francia

In Francia nelle elezioni comunali di domenica scorsa 23 marzo erano
chiamati a votare 48.5 milioni di francesi più 300 mila europei
residenti in Francia. Quali i risultati significativi per noi comunisti
italiani?

Gli astenuti sono aumentati, anche se poco più dell'1.5% (circa 700 mila
astenuti in più dei 16.3 milioni astenuti delle precedenti comunali del
2008). Un importante numero di elettori (dell'ordine di 1 milione) che
nelle precedenti elezioni comunali avevano votato per il partito
dell'attuale presidente della Repubblica, François Hollande, si è
astenuto o ha votato per gli avversari e al secondo turno di domenica
prossima 30 marzo il partito di governo perderà sicuramente un alto
numero di comuni che fin qui controllava. Un corrispondente numero di
comuni passerà nelle mani dei suoi avversari tra cui alcuni anche al
Fronte Nazionale (FN). La vita del governo di François Hollande
diventerà quindi più difficile perché anche in Francia una delle
politiche seguite dal governo per far fronte alla crisi generale del
capitalismo consiste nel ridurre i finanziamenti agli enti locali, che
tuttavia restano importanti centri di potere.

Tra i comuni passati nelle mani dell'opposizione, alcuni saranno diretti
dal Fronte Nazionale. Questo nelle elezioni comunali di domenica scorsa
ha preso meno della metà dei voti che ha preso alle ultime elezioni
politiche nazionali (infatti alle presidenziali del 2012 ha avuto 6.4
milioni di voti), ma è riuscito ad aggregare più notabili locali che nel
passato e quindi a presentare liste in comuni dove prima non le
presentava.

In sintesi, si conferma che ad ogni elezione il governo in carica perde
voti e che aumenta il numero degli astenuti: un aspetto della crisi
politica dei paesi imperialisti a cui la borghesia imperialista reagisce
sterilizzando le elezioni e le assemblee elettive. Particolare poi il
successo del Fronte Nazionale. In Italia come in Francia le forze
governative hanno battuto e battono la grancassa sul successo del FN,
come se il FN fosse la "minaccia per la democrazia" e per le residue
conquiste dei lavoratori, come se fosse il fascismo che avanza. In
realtà in politica interna il FN si distingue dai partiti che si
alternano al governo della Repubblica francese solo nel senso che
proclama apertamente la persecuzione degli immigrati che i governi di
sinistra e di destra (fautori del "programma comune della borghesia
imperialista") attuano nella pratica professandosi però campioni dei
diritti umani. Il FN si contrappone realmente alle altre forze borghesi
perché è schierato contro l'Unione Europea e alle elezioni europee del
prossimo maggio contribuirà a rendere difficile la formazione di un
Parlamento Europeo che copra e avalli le istituzioni dell'UE e le loro
politiche di miseria, di razzismo e di guerra. Il FN infatti sostiene
che il rimedio alla crisi generale del capitalismo (che non chiama con
questo nome) è l'uscita della Francia dall'euro e dall'UE, il pieno
ristabilimento della sovranità dello Stato francese e la lotta contro
gli immigrati. In sostanza è il partito borghese antiUE. Le elezioni
comunali dimostrano che si è rafforzato. Quindi alle prossime elezioni
europee di maggio avrà certamente un buon risultato, cosa che preoccupa
la grande borghesia francese che è strettamente legata alla grande
borghesia tedesca per rafforzare l'UE.

Abbiamo già illustrato in altre sedi (vedi ad esempio _Avviso ai
Naviganti_ 39 [7]) che le sole vie realmente praticabili dalla borghesia
imperialista e dal clero in Europa sono la via tedesca (lotta per la
supremazia mondiale previa sottomissione da caserma dei lavoratori alla
borghesia in cambio di vitto, alloggio e ferie) e la via americana
(sottomissione da caserma dei lavoratori USA alla borghesia in cambio di
vitto, alloggio e ferie negli USA e campo libero allo sfruttamento delle
risorse e alle manovre di guerra USA negli altri paesi). Il razzismo e
la "guerra tra poveri" sono strumenti ausiliari di entrambe queste due
vie e caratterizzano la protesta delle masse popolari contro il corso
delle cose finché questa protesta non è presa in mano dal movimento
comunista. Non stiamo quindi a illustrare nuovamente in questa sede a
quale causa in realtà contribuiscono il FN e in generale le forze
borghesi antiUE.

Ai fini della nostra lotta è invece importante mettere in chiaro altre
due questioni.

1. Le forze governative italiane usano il successo elettorale del FN in
Francia per creare confusione tra le masse popolari del nostro paese,
frenare l'ostilità delle masse popolari nei confronti della borghesia
imperialista e del clero responsabili della crisi, intralciare la
rinascita del movimento comunista. Esse a questo fine agitano lo
spauracchio fascista in Europa. Non perché siano antifasciste: anzi
proprio dalla borghesia imperialista e dal clero viene la vera minaccia
di mobilitazione reazionaria delle masse popolari nel nostro paese e in
Europa. Sono infatti loro che stanno sostanzialmente abolendo anche in
Europa (negli USA è cosa fatta da tempo) perfino le forme della
democrazia borghese e promuovono un corso delle cose che divide le masse
popolari, contrappone una parte di esse all'altra e porta alla guerra. I
gruppi (come in Italia Forza Nuova, Casa Pound e affini) che attualmente
scimmiottano i movimenti fascisti e nazisti della prima parte del secolo
scorso, fanno solo prove di fascismo: sono gruppi più o meno criminali
che si candidano per le operazioni sporche che le forze governative
delegano ad essi.

Dobbiamo quindi contrastare con forza l'operazione sporca di confusione
e intossicazione che le forze governative italiane conducono facendo
leva sul successo elettorale del FN.

2. In Francia il FN si atteggia a forza antisistema: per questo ha
seguito tra le masse popolari. Il suo successo elettorale conferma che
l'indignazione e l'insofferenza per il corso delle cose promosso dalla
borghesia imperialista e dal clero crescono tra le masse popolari. In
altre parole, conferma che esiste un terreno favorevole alla rinascita
del movimento comunista. Ogni persona che vuole essere comunista, che
onestamente si crede comunista deve quindi chiedersi perché nonostante
questo la rinascita del movimento comunista procede a rilento.

"Perché noi comunisti siamo divisi", certamente risponderanno non pochi
onesti comunisti del nostro paese.

A questi noi diciamo: "Nel vecchio PCI i comunisti erano uniti e si sono
disgregati. La divisione attuale è succeduta alla vecchia unità. E la
stessa cosa vale anche per i partiti comunisti degli altri paesi
imperialisti. L'unità è una giusta aspirazione, un obiettivo che noi
comunisti dobbiamo raggiungere, ma non è il punto da cui oggi partiamo:
è il punto da cui veniamo". Perché da uniti che eravamo, siamo caduti in
preda alla divisione?

Noi comunisti siamo eredi e continuatori del movimento comunista che è
nato sulla spinta della Rivoluzione d'Ottobre del 1917 e ha sconvolto
l'ordinamento imperialista mondiale, ha distrutto il vecchio sistema
coloniale e ha creato i primi paesi socialisti. Ma in nessun paese
imperialista è riuscito ad instaurare il socialismo. Il declino del
movimento comunista, la disgregazione dei vecchi partiti comunisti e
l'attuale dispersione dei comunisti vengono da questo insuccesso.

Era sbagliata la nostra causa, come sostengono alcuni che pur si dicono
comunisti, come l'ex segretario del PdCI Oliviero Diliberto?

Il corso attuale delle cose, il corso che la borghesia imperialista e il
clero hanno imposto all'umanità quando a causa del nostro declino hanno
avuto nuovamente mano libera, conferma che la nostra causa è giusta: il
comunismo è l'unico futuro possibile dell'umanità, i suoi presupposti
esistono già nella società attuale. Dobbiamo quindi scoprire e superare
i limiti che hanno impedito al movimento comunista di avanzare fino ad
instaurare il socialismo nei paesi imperialisti. I gruppi comunisti che
pensano di porre fine al corso attuale delle cose semplicemente
rimettendosi a fare quello che facevano i comunisti dei paesi
imperialisti nel passato, sono fuori strada: lavorano alla cieca e
invano. Loro pensano: i comunisti degli anni '50 del secolo scorso
facevano così ed erano tanti, uniti e forti: basta che facciamo anche
noi come loro. Tipici esponenti di questo modo di pensare sono Marco
Rizzo e i suoi seguaci di CSP-PC che si sono staccati dal PRC e nel
congresso dello scorso gennaio si sono perfino dati il nome di Partito
Comunista (il ché farà un po' di confusione, ma principalmente è una
buona cosa: è propaganda del comunismo in un contesto dove si contendono
il terreno l'ignoranza di quello che il movimento comunista è stato e la
sua denigrazione). Ma c'è un errore di dialettica nel loro ragionamento:
non tengono conto né del contesto in cui hanno operato i partiti
comunisti cui si ispirano (il movimento comunista internazionale,
l'Unione Sovietica, l'Internazionale Comunista, la Cina Popolare, i
paesi coloniali in rivolta, ecc.) né della loro storia: quei partiti
comunisti si erano formati per impulso esterno ai paesi imperialisti (si
legga in proposito quello che dice Gramsci nel suo articolo del 1926
pubblicato in _Avviso ai Naviganti_ 38 [8] del 14 febbraio scorso) e
sono sfioriti quando questo impulso è venuto meno, benché facessero
quello che facevano e nelle loro file ci fossero tanti sinceri e anche
eroici comunisti (oltre a farabutti come Giorgio Napolitano, Massimo
D'Alema e altri e furbetti come Pietro Ingrao, Emanuele Maccaluso e
altri).

Per unirci e promuovere con successo la rinascita del movimento
comunista bisogna scoprire e superare i limiti del vecchio movimento
comunista, non cercare di ripetere la sua strada. Nel Manifesto
Programma [9] del nuovo Partito comunista italiano abbiamo indicato
quali sono stati quei limiti. Sinteticamente li abbiamo esposti anche in
I quattro temi da discutere nel Movimento Comunista Internazionale [10].
Su questo chiediamo a tutti quelli che onestamente perseguono la
rinascita del movimento comunista di pronunciarsi. Chi è sinceramente
per l'unità, non si limita a invocarla. Fa proposte e prende posizione
sulle proposte degli altri. Chi parte senza curarsi di quelli che nel
campo hanno già lavorato, implicitamente fa una scelta contro l'unità,
anche se grida all'unità.

La rinascita del movimento comunista è il nostro compito principale e il
terreno è fecondo. Le masse popolari resistono alla crisi generale del
capitalismo al modo in cui possono resistere senza partito comunista, la
crisi politica della borghesia e del clero dilagano, la borghesia e il
clero hanno sempre meno egemonia sulle masse popolari: questa è la
lezione anche delle elezioni comunali francesi.

Contrastiamo con ogni mezzo la campagna di intossicazione dell'opinione
pubblica in corso anche in Italia!

Lavoriamo con metodo alla rinascita del movimento comunista!

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_ Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[11]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[11]_]._

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