http://coordinamentomigranti.org/2014/03/06/il-merito-della-lotta-contro-i-cie/
Il merito della lotta contro i CIE
Secondo il Prefetto di Bologna, riporta la stampa, i CIE sono strutture
utili, a patto che dentro ci finisca solo “chi lo merita”. Non stupisce
che il Prefetto parli delle vite dei migranti in termini tecnici,
volutamente asettici. In questo modo pensa di imporre il CIE nonostante la
volontà contraria della città, chiaramente ribadita anche dal sindaco
Merola. Di fronte all’utilità tecnica, tutto il resto è ridotto a inutile
polemica politica. Invocando il merito, si può facilmente tacere del fatto
che molti migranti finiscono dentro i CIE anche per colpa della
discrezionalità amministrativa di Prefettura e Questura, che per anni
hanno chiesto ai migranti documenti in più prima di rinnovare un permesso
o rilasciare una carta di soggiorno.
D’altra parte, i CIE in questi anni hanno avuto davvero la loro utilità.
Nei CIE sono stati privati della loro libertà migliaia di migranti. I CIE
hanno degradato fisicamente migliaia di uomini e donne, e lanciato il
messaggio pubblico che i migranti vanno bene solo finché si spaccano la
schiena in silenzio, altrimenti vanno trattati da criminali. I CIE sono
serviti a impedire una vera messa in discussione della legge Bossi-Fini.
Per le migliaia di migranti scesi nelle strade di Bologna sabato scorso, e
per chi ha manifestato con loro, i CIE sono per questo una questione
politica. Gli uomini e le donne che il primo marzo scorso
(
http://coordinamentomigranti.org/2014/03/03/su-la-testa-video-foto-e-rassegna-stampa-del-primo-marzo-deidelle-migranti-a-bologna-bastabossifini/),
come il 23 marzo del 2013(
http://coordinamentomigranti.org/2013/03/24/23-marzo-bastabossifini-migliaia-in-corteo-a-bologna-video-foto/),
hanno affermato che è possibile alzare la testa in massa contro lo
sfruttamento e la clandestinità politica, si sono schierati chiaramente
contro l’esistenza dei CIE, contro la riapertura di quello di Bologna e
per la chiusura di quelli ancora funzionanti. La lotta contro i CIE è la
lotta contro la legge Bossi-Fini e contro i padroni, delle cooperative e
non solo, che ne traggono vantaggio sfruttando il lavoro migrante. La
lotta contro i CIE non è una lotta contro quattro mura cinte da filo
spinato, di cui chiedersi l’utilità o meno, ma una lotta politica contro
le divisioni e le gerarchie imposte dal razzismo istituzionale nei posti
di lavoro, nelle scuole, nella sanità e in tutta la società.
Con questa lotta, chi pensa di poter ridurre la libertà dei migranti a una
questione tecnica o di convenienza, dovrà continuare a fare i conti. Una
chiusura tecnica, per ristrutturazione, può diventare un’opportunità
politica.
Coordinamento Migranti