[nuovopci] Avviso ai naviganti 39 - La rivoluzione socialist…

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Autore: \(nuovo\) Partito comunista italiano
Data:  
To: npci.inter
Oggetto: [nuovopci] Avviso ai naviganti 39 - La rivoluzione socialista in Italia e la rivolta in corso in Ucraina, il governo Renzi-Berlusconi e il congresso CGIL


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Avviso ai naviganti 39

25 febbraio 2014

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La rivoluzione socialista in Italia
e la rivolta in corso in Ucraina, il governo Renzi-Berlusconi e il
congresso CGIL

Al nostro Comunicato CC 7/2014 [7] dello scorso venerdì 21 febbraio,
alcuni compagni hanno opposto due obiezioni serie che meritano
riflessione. In sostanza ci hanno detto:

1. esagerate a dipingere gli emigrati ucraini come un insieme di
rapinatori, prostitute e altri miserabili simili,

2. dite cose interessanti e utili a districarsi tra le notizie truccate
o dispersive dei portavoce della borghesia e del clero e della loro
macchina di diversione e intossicazione dell'opinione pubblica, ma non
spiegate come mai migliaia, forse milioni di esponenti delle masse
popolari scenderebbero in piazza determinati a tutto, contro chi
scendono in piazza, sotto la direzione di chi e per che cosa. Detto in
altri termini, perché avete applaudito alla rivolte del 2011 in Tunisia
e in Egitto e non applaudite alla rivolta in Ucraina?

Noi invitiamo tutti i nostri lettori che si sono posti analoghe domande
a metterle sul tavolo, a riflettere, discutere e studiare. Come abbiamo
già detto, la concezione comunista del mondo, il
marxismo-leninismo-maoismo non è una filosofia, una dottrina da cui si
deduce la realtà (come il don Ferrante del Manzoni deduceva la natura
della peste e del contagio dalla filosofia scolastica di S. Tommaso e di
Aristotile): è una scienza sperimentale come la chimica, la biologia e
altre, costruita elaborando i dati dell'esperienza (della storia delle
società umane). È una scienza che guida a operare con successo chi la
assimila e la usa per trasformare la società borghese, una scienza che
viene verificata e arricchita dalla pratica della lotta delle classi
sfruttate e dei popoli oppressi per trasformare la società borghese in
società comunista. La rivoluzione socialista la impariamo a fare
facendola guidati dalla sua scienza: dalla concezione comunista del
mondo, dal marxismo-leninismo-maoismo. Chi ha cercato e cerca di farla
con la buona volontà e operando alla cieca, lavorando onestamente
secondo il buon senso, guidato dalla concezione borghese (rivendicativa)
o clericale (da bene comune) del mondo, dal senso comune, nel migliore
dei casi si agita a vuoto e solo se sono i comunisti che tirano la
volata alla lotta di classe dà a sua insaputa un contributo positivo
alla rivoluzione socialista.

*********

SUL SENSO COMUNE (Antonio Gramsci, _Quaderni del Carcere_ 11, § 13 [8])

(...) la filosofia del senso comune, è la "filosofia dei non filosofi",
cioè la concezione del mondo assorbita acriticamente dai vari ambienti
sociali e culturali in cui si sviluppa l'individualità morale dell'uomo
medio.

Il senso comune non è una concezione unica, identica nel tempo e nello
spazio.

È il "folclore" della filosofia [sta alla filosofia come il folclore sta
alle arti, ndr] e come il folclore si presenta in forme innumerevoli. Il
suo tratto fondamentale e più caratteristico è di essere una concezione
(anche nei singoli cervelli) disgregata, incoerente, inconseguente,
conforme alla posizione sociale e culturale delle moltitudini di cui
esso è la filosofia.

*********

Il partito comunista è il partito di quelli che assimilano e applicano
la concezione comunista del mondo per promuovere e guidare la lotta di
classe con cui l'umanità supererà la società borghese: l'esperienza
della prima ondata ha pienamente confermato, anche con l'esito
fallimentare di quelli che l'hanno rifiutata (socialisti, anarchici,
ecc.) e perfino di quelli che pur dandosi alla rivoluzione sono rimasti
ancorati alle vecchie concezioni (trotzkisti, bordighisti,
luxemburghiani, ecc.), la tesi di Lenin (_Che fare? [9]_ - 1902) che il
partito comunista è il partito degli operai (intesi come lavoratori
impiegati nelle aziende capitaliste) ma non nel senso sociologico,
professionale del termine, nel senso in cui lo è un sindacato, perché
gli operai sarebbero spontaneamente comunisti, ecc. È il partito degli
operai nel senso che tra tutte le classi oppresse e sfruttate gli operai
sono la classe che, per la sua esperienza e le condizioni pratiche in
cui la società borghese li confina, è più delle altre capace di
assimilare _in massa_ e applicare _in massa_ la concezione comunista del
mondo e trasformare la società borghese nel senso che le sue stesse
acquisizioni e contraddizioni comportano, è la classe che può e deve
trascinare nella rivoluzione socialista le altre classi sfruttate e i
popoli oppressi.

Poste queste premesse, veniamo alle due obiezioni che alcuni lettori e
compagni ci hanno fatto.

I nostri lettori hanno certamente ragione a obiettarci che non tutti gli
ucraini immigrati (e solo in Italia sono tra duecento e trecentomila) si
arrangiano a vivere facendo i rapinatori, le prostitute o altri mestieri
da emarginati sociali. Volevamo dire che il crollo dei primi paesi
socialisti (1989-1991), il loro passaggio dalla fase della
reintegrazione graduale e pacifica nel mondo capitalista (iniziata con
il colpo di Stato di Kruscev del 1956) alla fase della reintegrazione
nel mondo capitalista ad ogni costo (in proposito rimandiamo a _ Le tre
fasi attraversate dai primi paesi socialisti [10]_, cap. 1.7.3. del
nostro _ Manifesto Programma_ pagg. 87-88) ha costretto la massa della
popolazione dei primi paesi socialisti in condizioni di vita
impossibili. Impossibili non nel senso che sono moralmente o
culturalmente inaccettabili, ma nel senso che se venissero subite la
riduzione della popolazione, la degradazione fisica e morale, la
crescita della mortalità, la diffusione di malattie, la diminuzione
della natalità, la riduzione dell'età media di vita, ecc. sarebbero ben
superiori a quelle che si sono effettivamente registrate negli ultimi 20
anni in Europa orientale e nelle ex repubbliche sovietiche. O
individualmente o collettivamente bisognava in qualche modo
sopravvivere: quando è affamato, anche il lupo esce dalla tana, dice un
detto popolare.

Una delle vie d'uscita individuali (perseguite in massa ma
individualmente, ognuno arrangiandosi come meglio gli riusciva, quindi
in conformità a uno dei comportamenti correnti nella società borghese:
ognuno per sé e dio per tutti) è venire a occupare in Europa occidentale
o negli USA i posti da emarginati che la società in disfacimento dei
paesi imperialisti presenta per i disperati e gli ultimi. Ovviamente non
sono gli immigrati che creano e moltiplicano questi posti: li creano la
disgregazione e la putrefazione della società prodotte nei paesi
imperialisti dalla crisi generale del capitalismo che incalza mentre la
rinascita del movimento comunista procede solo lentamente. I promotori
delle prove di fascismo presentano il corso delle cose alla rovescia
("nel nostro bel paese dilagano i tuguri e le case in rovina: per
liberarci dal fetore che promana bisogna con le buone o le cattive
costringere ad andarsene gli immigrati" - che effettivamente sono il
quaranta per cento di quelli che ci abitano pur essendo solo il dieci
per cento della popolazione), come egualmente alla rovescia seppur con
animo opposto presentano il corso delle cose i preti caritatevoli e gli
altri esponenti della sinistra borghese "amici del popolo" ("è vero che
gli immigrati puzzano ma, poverini, bisogna capirli e aiutarli:
spruzziamo un po' di profumo per attenuare il loro fetore e il nostro
disgusto").

Con la drastica espressione usata nel Comunicato, volevamo denunciare, e
a questo fine va bene e le reazioni confermano che è efficace, sia le
condizioni a cui la crisi del movimento comunista (l'esaurimento della
prima ondata della rivoluzione proletaria) ha ridotto i proletari nei
primi paesi socialisti, sia le condizioni sociali che la borghesia e il
clero impongono nei paesi imperialisti e in quelli che furono i primi
paesi socialisti (anche in quelli in cui il PIL galoppa): ovviamente
anche nella valutazione della situazione sociale di questi paesi vale
che non è chi occupa i posti di quarta classe che mette in circolazione
treni con vagoni di quarta classe.

Con questo riteniamo di aver recepito la prima obiezione e di esserci
spiegati.

Quanto alla seconda obiezione, la concezione comunista del mondo, frutto
dell'esperienza storica, ci ha permesso di affermare che di fronte al
progredire della crisi generale del capitalismo (alla situazione
rivoluzionaria in sviluppo) le masse popolari si sarebbero dovute
mobilitare, si sarebbero mobilitate (vedi in _La Voce_ n. 45_ Quale
partito comunista? [11]_). In definitiva (ma si badi bene, _solo in
definitiva_: nella pratica, di posto in posto e di tempo in tempo si
danno situazioni concrete in cui tendenze opposte si mischiano e si
scontrano nelle masse popolari, nei gruppi e negli individui) vi erano
solo due vie possibili: mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione
reazionaria (vedi in _La Voce_ n. 15 _Le due vie al comunismo [12]_).

O noi comunisti avremmo mobilitate e diretto le masse popolari, quindi
rinascita del movimento comunista e costruzione strada facendo delle
organizzazioni di massa connesse con la mobilitazione rivoluzionaria
fino a instaurare il socialismo (la via più diretta e meno distruttiva
al socialismo).

O le masse popolari le avrebbero mobilitate la stessa borghesia e il
clero, mossi da necessità loro proprie, connesse alle contraddizioni che
la crisi generale del capitalismo genera nel loro seno e alla necessità
di mantenere il controllo della situazione, la soggezione delle masse
popolari al loro dominio: le avrebbero mobilitate usando l'influenza
sociale, le istituzioni che ereditano e quelle che creano (tra cui i
gruppi e partiti che scimmiottano nelle condizioni attuali i partiti e
gruppi fascisti e nazisti del secolo scorso), i mezzi di cui dispongono
e gettando le masse popolari in avventure, rivolte e guerre (la via
indiretta, tortuosa, più distruttiva e dolorosa al socialismo).

Fin qui ci permetteva e ci permette di arrivare la concezione comunista
del mondo, la sintesi razionale dell'esperienza della prima crisi
generale del capitalismo e della prima ondata della rivoluzione
proletaria.

Per questo abbiamo applaudito alle rivolte del 2011 in Tunisia e in
Egitto perché aprivano prospettive di movimenti antimperialisti e non
abbiamo applaudito alla rivolta delle masse popolari ucraine al governo
Yanukovich, come non abbiamo applaudito le rivolte popolari in Siria e
in Libia, né quella del 2013 in Egitto benché anche in ognuno di questi
casi i promotori della mobilitazione reazionaria al soldo degli
imperialisti avessero mosso grandi masse popolari. La concezione
comunista del mondo (in questo caso l'esperienza della prima ondata
della rivoluzione proletaria) ci insegna che la mobilitazione delle
masse popolari ha sempre una direzione perché le condizioni
dell'oppressione di classe escludono le masse popolari dalle attività
specificamente umane (in proposito rimandiamo al nostro _Manifesto
Programma_ pagg. 249-250 _ Un processo di storia naturale [13]_). Chi
dice che la mobilitazione delle masse popolari avviene senza una
direzione, o è un ingenuo o è un imbroglione. Quindi ogni rivolta va da
noi comunisti valutata sia per il ruolo che svolge nello scontro
internazionale tra rivoluzione e controrivoluzione, sia per la direzione
che nel caso particolare la promuove. In sintesi: noi valutiamo ogni
rivolta dal punto di vista della rivoluzione socialista.

Cosa sta concretamente succedendo in Ucraina? Questo ce lo può dire solo
lo studio attento, fatto alla luce della concezione comunista del mondo,
di quello che succede in Ucraina e nel mondo, per capire il senso e il
filo conduttore degli avvenimenti, gli organismi in campo, le loro
intenzioni e la loro condotta e per alimentare con quello che succede la
lotta che stiamo conducendo. Chi non conduce nessuna lotta, chi non ha
suoi obiettivi, chi non sta costruendo niente, costui può dire quello
che gli passa per la testa (narrazioni, affabulazioni alla Vendola e al
modo degli altri esponenti del "pensiero debole"), dice "quello che il
convento passa", quello che i padroni della macchina pubblicitaria
acquistano e pagano. Al massimo scrive un articolo o un libro oggi e ne
scriverà un altro domani.

Chi sta conducendo una lotta, si domanda: cosa ci insegnano gli
avvenimenti ucraini? In che modo influiscono sulle condizioni della
nostra lotta? Come possiamo farli servire al successo della nostra
lotta?

A queste domande (e non ad altre) volevamo rispondere con il Comunicato
CC 7/2014 di venerdì 21 febbraio.

E abbiamo risposto che gli avvenimenti ucraini (come le rivolte che
fermentano e serpeggiano in altri paesi ex socialisti) confermano che la
Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti sta precipitando il mondo in una catastrofe peggiore di quelle
del passato e che solo noi comunisti possiamo e dobbiamo cambiare il
corso delle cose.

Che in Ucraina si dispiega e aggrava lo scontro (per ora ancora in forme
da guerra fredda) tra imperialismo USA e imperialismo franco-tedesco
(che si contendono il campo anche nel nostro paese: altrove abbiamo già
spiegato che l'interruzione del corso iniziato nell'autunno 2011 con il
colpo di Stato contro Berlusconi e la sostituzione del governo
Renzi-Berlusconi al governo Letta-Napolitano-Berlusconi e alla giunta
Monti-Napolitano era un successo dell'imperialismo USA con cui almeno
provvisoriamente è schierata anche la Corte Pontificia con il suo nuovo
capo, come confermano gli avvenimenti in Ucraina e in Venezuela, due
paesi in cui la Corte svolge un importante ruolo politico).

Gli avvenimenti ucraini confermano che la lista Tsipras e i sogni di
riformare l'UE, l'alleanza dei gruppi imperialisti franco-tedeschi,
appartengono al campo del velleitarismo o della manipolazione. È la
mobilitazione delle masse popolari a formare Organizzazioni Operaie e
Organizzazioni Popolari (OO e OP) che costituiscano in Italia un proprio
governo d'emergenza (e con questo stravolgano a favore della rivoluzione
socialista il corso delle cose in Europa e nel mondo) la sola strada
realistica per invertire la rotta del nostro paese e fargli svolgere il
ruolo internazionale che può e deve svolgere per uscire dalla crisi (per
porre fine alla crisi) generale del capitalismo fino a instaurare il
socialismo. Con la premessa che il socialismo non è una qualche vaga
società del benessere e della felicità, ma il Nuovo Potere delle OO e OP
e la gestione delle aziende capitaliste e dell'attività economica
generale nell'ambito di piani decisi dalle istituzioni del Nuovo Potere
e di una riorganizzazione generale del paese basata sulla partecipazione
universale alle attività specificamente umane e alla quantità di lavoro
che resta necessaria nonostante il grande sviluppo delle forze
produttive legato all'applicazione generale alla produzione della
conoscenza della natura.

Quindi gli avvenimenti ucraini ci dicono: nessun cedimento

né al _riformismo elettoralista_ di quelli che attendono la salvezza da
una nuova UE democratica che dovrebbe nascere dalla lista Tsipras o da
Amministrazioni Locali che dovrebbero sorgere nelle elezioni del
prossimo maggio grazie a nuove liste civiche,

né al _riformismo sindacale e rivendicativo_ di quelli che attendono la
salvezza dalle misure che riuscirebbero a imporre alle autorità della
Repubblica Pontificia con la mobilitazione popolare di piazza o le lotte
sindacali.

Possiamo e dobbiamo invece valorizzare le attività degli uni e degli
altri, come dobbiamo e possiamo valorizzare le attività del M5S e del
C9D per creare le condizioni perché le OO e OP costituiscano il Governo
di Blocco Popolare [14] e lo facciano ingoiare ai vertici della RP. In
sintesi dobbiamo procedere nella strategia della Guerra Popolare
Rivoluzionaria di Lunga Durata (GPRdiLD).

Promuovere la GPRdiLD, lavorare coerentemente con la GPR che dobbiamo
promuovere, significa infatti intervenire ovunque arriviamo con le
nostre forze e risorse nelle lotte (in ognuna delle lotte) già in corso
in modo che si potenzino l'un l'altra (sinergia) e che ognuna ponga le
basi (crei le premesse) per lotte di livello superiore (concatenazione).


Come si riesce a fare questo?

Rafforzando in ogni lotta la sinistra dell'organismo che la promuove e
tra quelli che vi partecipano, in modo che la lotta

1. agisca efficacemente nel senso del corso oggettivo e positivo delle
cose nel contesto concreto dove avviene e

2. elevi la coscienza di quelli che ci partecipano o vi sono coinvolti
(e leghi a noi - contatto (indirizzo per la propaganda, ecc.),
relazione, reclutamento - i migliori).

Questo implica che noi comunisti acquisiamo una buona comprensione
dell'andamento concreto della lotta, del contesto particolare in cui è
condotta e del ruolo (della posizione) del contesto particolare nel
contesto generale (nazionale e in una certa misura internazionale - _in
una certa misura_ perché il legame del corso delle cose locali con il
corso delle cose mondiali passa sostanzialmente attraverso il corso
delle cose nazionali e il legame del corso delle cose nazionali con il
corso delle cose mondiali lo abbiamo già ben definito.

Per questo noi comunisti dobbiamo studiare e applicare su grande scala
la tesi che "chi non studia, non può dirigere", intendendo il "non può"
nel senso di "non riesce a dirigere con successo, con buoni risultati".
Di conseguenza, se dirige, dirige malamente, senza risultati e ingenera
sfiducia e demoralizzazione, atteggiamenti che alimentano la
rassegnazione e, nei più energici, la sottomissione ai promotori della
mobilitazione reazionaria e l'arruolamento nelle file della
mobilitazione reazionaria. Questo è anche il motivo per cui il (n)PCI ha
salutato con calore e appoggia la Lotta Ideologica Attiva (LIA) in corso
negli organismi pubblici della sua Carovana della Campania e ha chiamato
tutti i suoi membri a darvi il migliore contributo di cui sono capaci.

Le condizioni generali diventano sempre più favorevoli per la linea che
noi seguiamo. Sempre più la linea "occupare le fabbriche" e "uscire
dalle fabbriche" (Comunicato CC 3/2014 [15] - 21 gennaio 2014) è per gli
operai avanzati non solo l'unica via di salvezza, ma l'unica via
praticabile per sopravvivere.

L'accanimento della destra sindacale (Susanna Camusso & C) contro gli
operai e i sindacalisti combattivi è arrivato fino a delegare (Accordo
sulla Rappresentanza del 10 gennaio) ai padroni il diritto e il compito
di scegliere i sindacati con cui trattare e di comminare sanzioni ai
delegati combattivi. E questo accanimento è indicativo dello stato dei
rapporti nelle fabbriche che i padroni vogliono far funzionare.

Lo stesso ci dice l'esito delle votazioni nelle assemblee congressuali
CGIL che è stato eccellente per il documento 2 _Il sindacato è un'altra
cosa_. Per impostare bene la nostra attività a favore della formazione
di Organizzazioni Operaie (OO) dovremo fare un'analisi di dettaglio dei
risultati azienda per azienda, ma per avere una valutazione complessiva
della situazione, non siamo lontani dalla realtà se estrapoliamo a tutti
gli operai i risultati che il documento 2 ha avuto nelle aziende
capitaliste dove le manovre della destra non hanno impedito una buona
presentazione del documento (e a tutti i dipendenti pubblici i risultati
che ha avuto nelle analoghe aziende pubbliche). Denunciare le manovre,
le pressioni e le manipolazioni della destra di Susanna Camusso & C e
dei suoi "servizi d'ordine" è quindi giusto e utile, ma per valorizzare
i risultati raggiunti dove esse non hanno avuto effetto, quindi non con
intonazione pessimista e disfattista, come se indicassero il trionfo
della destra: solo chi crede che le istituzioni siano tutto e le masse
popolari niente (che ogni cambiamento deve passare attraverso le
istituzioni) pensa che per Susanna Camusso & C sia una posizione di
forza spadroneggiare nella CGIL principalmente grazie al favore dei
padroni e alla manipolazione dello stato d'animo e della volontà dei
lavoratori. In conclusione anche il quadro _ generale_ che risulta dalle
assemblee congressuali della CGIL dice che le premesse per costituire OO
che "occupano la fabbrica " e "escono dalla fabbrica" sono eccellenti.

Cosa manca per passare dalle premesse ai fatti? Un lavoro più efficace
da parte di noi comunisti.

Dobbiamo lottare più efficacemente contro l'ostinazione a mantenersi
entro limiti sindacali, lottare contro l'illusione di risolvere le
difficoltà con un'azione puramente sindacale. Di fronte alla deriva in
corso, è risposta da senso comune, quindi spontanea, resistere,
rivendicare, protestare - ma quanto più le cose vanno per le lunghe,
tanto più agli operai avanzati e alle persone capaci di pensare si
impone la verità che difendersi, rivendicare e protestare non basta e
che chi si ostina a non andare oltre, spreca e fa sprecare energie e
sforzi senza ottenere risultati e la mancanza di risultati rafforza tra
le masse popolari la sfiducia in se stessi e la ricerca di protezione
presso i promotori della mobilitazione reazionaria, che godono dei mezzi
della borghesia imperialista e del clero: o mobilitazione rivoluzionaria
o mobilitazione reazionaria. D'altra parte, per quanto i padroni
chiudano e delocalizzino aziende, sono ancora migliaia le aziende
capitaliste abbastanza grandi perché gli operai abbiano nella loro
stessa azienda una vita sociale e quindi possano diventare una forza e
un'istituzione politica che si proietta anche all'esterno dell'azienda.

Gli avvenimenti in corso in Ucraina gettano luce anche sulle ragioni e
il senso dell'operazione Renzi che altrimenti sembra solo follia, una
conferma della misteriosa anomalia italiana che tanto dà da pensare a
Eugenio Scalfari e a Massimo D'Alema.

Il passaggio dal governo Letta-Napolitano-Berlusconi al governo
Renzi-Berlusconi nell'immediato è irrilevante dal punto di vista della
politica economica. Nell'immediato sarà quella del governo che l'ha
preceduto che era eguale a quella della giunta Monti-Napolitano: la
politica del pilota automatico di Draghi, della BCE e della Troika
rappresentati nel nuovo governo da Pier Carlo Padoan, la politica che
soffoca l'economia capitalista reale, prosciuga i risparmi e le
proprietà dei ceti medi, riduce la spesa pubblica per servizi per
soddisfare il capitale finanziario e speculativo. Quindi per gli
economicisti che, ostentando come un pregio la loro versione
caricaturale del materialismo storico di Marx, concentrano tutta
l'attenzione sugli aspetti economici e ignorano o sottovalutano gli
spetti politici, non è cambiato niente.

In realtà la costituzione del governo Renzi-Berlusconi è un passaggio di
grande importanza perché con esso i vertici della Repubblica Pontificia
hanno interrotto, non sappiamo se definitivamente, il corso Monti-Letta
patrocinato da Napolitano, la stretta osservanza europea, e nei vertici
della RP è prevalso il corso americano Berlusconi-Renzi, quello su cui
Berlusconi era inciampato nel colpo di Stato dell'autunno 2011 che ha
dimissionato lui e che con tutta probabilità è stato anche la causa
immediata della defenestrazione di Ratzinger (la goccia che ha fatto
traboccare il bicchiere) e della sua sostituzione con Bergoglio.

La logica dello scontro che si sviluppa nei vertici della RP tra partito
americano e partito europeo è che aggregarsi alla borghesia imperialista
USA comporta meno restrizioni e vincoli che aggregarsi alla filiera
franco-tedesca. La borghesia imperialista USA lascia ai governi dei
singoli paesi più libertà di manovra a livello locale di quanta ne può
lasciare la borghesia franco-tedesca.

Per la borghesia imperialista oggi la crisi generale del capitalismo si
sviluppa in uno scenario mondiale e assume la forma della lotta per la
supremazia mondiale: far fronte alla crisi generale del capitalismo per
la borghesia imperialista oggi significa eliminare ostacoli e
concorrenti in campo finanziario, monetario, industriale, politico e
militare, perché ogni gruppo imperialista vede la fonte della sua crisi,
l'ostacolo alla valorizzazione del suo capitale, non nella crisi
generale del capitalismo, ma nelle attività dei gruppi capitalisti
concorrenti. Per condurre la sua lotta per la supremazia mondiale la
borghesia franco-tedesca deve imporre ai suoi soci dell'UE, e ancora più
a quelli dell'area dell'euro, regole di condotta molto strette, deve
imporre di rompere ogni resistenza popolare, di eliminare diritti e
conquiste delle masse popolari: in Europa le forme della democrazia
borghese scompaiono perché sono incompatibili con la lotta della
borghesia franco-tedesca per la supremazia mondiale. La borghesia
imperialista franco-tedesca ha già ridotto i lavoratori tedeschi ad un
regime da caserma: disponibilità piena 24 ore su 24 e 365 giorni
all'anno alle esigenze delle aziende in cambio di alloggio e vitto
abbondante (questo è stato il senso delle riforme Schröder di dieci anni
fa) e ora lo sta facendo in Francia (e non è detto che le riesca).

Nell'immediato per i popoli soggetti, dal punto di vista che è il solo
che gli economicisti capiscono, il partito americano è meno austero del
partito europeo. La borghesia imperialista USA ha il retroterra del suo
dominio mondiale negli Stati Uniti con i suoi circa 300 milioni di
abitanti, deve assicurare la stabilità del suo dominio in quest'area.
Ognuno degli altri paesi può anche andare a fuoco (il Messico con i suoi
quasi 100 milioni di abitanti è il caso geograficamente più prossimo e
lo ha isolato con un muro) se questo avviene in forme che convengano
alla stabilità del ridotto USA da cui la borghesia imperialista USA
domina il mondo, lo devasta, saccheggia e spreme. Aggregato agli USA,
Berlusconi e Renzi non hanno limiti al disavanzo di bilancio, allo
sviluppo dell'economia criminale, all'evasione fiscale, ai paradisi
fiscali, all'espansione del debito pubblico. Possono anche ristabilire
la lira e tagliare l'erba sotto i piedi perfino agli esponenti del MPL,
di Ross@ e della Rete dei Comunisti, nonché a tutti i sindacalisti di
regime e anche a quelli combattivi.

Ma fermarsi a questo è, appunto, economicismo: una caricatura della
realtà ed è ridurre la scelta della classe operaia e delle masse
popolari a quale dei due raggruppamenti imperialisti conviene
sottomettersi. . La via americana è la via alla guerra mondiale, come lo
è la via europea (russa e cinese). "Cosa succederà a lungo termine
applicando le misure che lei propone?" A questa domanda lord Keynes
rispose: "Di questo noi non dobbiamo occuparci. A lungo termine noi
saremo morti". Questo è il pragmatismo, l'ultimo rifugio della borghesia
imperialista.

La via che noi comunisti dobbiamo perseguiamo, quella su cui possiamo e
dobbiamo portare le masse popolari è quella dell'instaurazione del
socialismo, transizione al comunismo. È l'unica via di salvezza per
l'umanità. In questo sta la forza di noi comunisti e la certezza della
nostra vittoria.

Quindi

AVANTI NELLA GUERRA POPOLARE RIVOLUZIONARIA!

AVANTI NEL CONSOLIDAMENTO E RAFFORZAMENTO DEL (NUOVO) PARTITO COMUNISTA
ITALIANO!

AVANTI NELLA RINASCITA DEL MOVIMENTO COMUNISTA!

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