Come ogni settimana, attivi tutti i laboratori del Casale! Qui il
programma completo:
http://www.casalealba2.org/orari-laboratori/
-Domenica 16 Febbraio : "Che succede in Palestina?"
Secondo appuntamento internazionale al Casale. Stavolta andremo a 
scoprire le vicende di uno dei luoghi più conflittuali del pianeta, la 
Palestina. Direttamente da quei territori, esperienze di vita e di 
resistenza in un laboratorio a cielo aperto di occupazione militare. 
Cosa vuol dire vivere sulla propria pelle una lenta, inesorabile pulizia 
etnica.
ore 13 pranzo popolare a sostegno del centro Amal Al-Mustakbal
ore 16 incontro-dibattito con un palestinese del campo profughi Aida 
Camp di Betlemme
a seguire proiezione di un documentario sulla Palestina
CENTRO AMAL AL-MUSTAKBAL:
Il centro Amal Al Mustaqbal si trova in mezzo al campo profughi Aida 
Camp, alle porte di Betlemme.
Il centro, aperto dal 1989 dopo la prima intifada, è nato dall’esigenza 
di garantire un’ istruzione ai bambini durante la rivolta, nasce ed è 
tutt’ora indipendente rispetto al circuito della cooperazione 
internazionale praticando l’autogestione. Inizialmente chiamato Aida 
school, ha preso il nome Amal dalla fondatrice uccisa dall’esercito 
israeliano.
I/le giovani del campo profughi, dopo la seconda intifada, hanno 
iniziato attivamente a partecipare alle attività dandogli il nome Al 
Mustaqbal: speranza di un futuro. Da quel momento ospita attività come 
asilo nido per bambin* sotto i sei anni, corsi di danza dabka, corsi di 
yoga, di lingue e un giorno al mese diventa punto di assistenza 
sanitaria gratuita. Inoltre rappresenta un riferimento per la memoria e 
la cultura palestinese, con particolare attenzione alla storia dei 
villaggi originari.
La memoria collettiva rivive anche attraverso i numerosi murales che 
circondano il campo e raccontano le storie di tutti i villaggi occupati 
e ora distrutti (quali ad es. Beit natif occupato il 21.10.1948 dalla 
brigata Har’el, di 44.5 km2, con una popolazione di 2494 abitanti oppure 
Al Ma lha, occupato il 15/07.48 dalla brigata Palmach), dei ritratti dei 
prigionieri politici detenuti sotto ergastolo nelle carceri israeliane, 
dei vari slogan che inneggiano alla resistenza impressi sul muro della 
vergogna che circonda il campo.
8 metri di cemento sovrastano Aida camp rinchiudendo i suoi abitanti e 
dividendoli dal resto del mondo, monitorati ad ogni Km da una torretta 
armata, dal checkpoint 300 che divide Gerusalemme dal resto della 
Cisgiordania.
L’oppressione si manifesta nella vita quotidiana, tra le altre 
privazioni, attraverso la negazione dell’accesso alle risorse idriche: 
l’UNRWA fornisce una quantità d’acqua al campo insufficiente alla 
popolazione che conta 5500 abitanti ed in continua crescita.
-Giovedì 20/2 ArenaCinema presenta: FRAGOLA E CIOCCOLATO     di Tomas 
Gutierrez Alea     (CUBA 2013)
Drammatico      durata 110 min.
Ambientato nel 1979 (verso la fine del “decennio grigio”, quello 
dell’intolleranza ideologica, dell’allineamento con l’Unione Sovietica) 
è la storia dell’amicizia all’Avana tra un giovane di origine contadina, 
comunista militante, e un omosessuale cattolico, raffinato cultore della 
cultura nazionale. Orso d’argento a Berlino, 4 premi al 15° Festival 
dell’Avana, tratto da un racconto (1990) di Senel Paz, è il 1° film 
cubano che trova distribuzione sul mercato italiano.  Commedia 
agrodolce, briosa, ironica, leggera nell’enunciare la sua tesi 
antidogmatica e in favore della libertà di idee. Attori bravi, più di 
tutti Perugorría.
-Sabato 22/2 Giornata nazionale di mobilitazione contro la devastazione 
dei territori;
a Roma spezzone No-Tav all'interno del corteo di Valerio Verbano
h16 Via Monte Bianco, Un fiore per Valerio
h17 Corteo
Sabato 22 febbraio 2014- Giornata Nazionale di Lotta
IL COORDINAMENTO DEI COMITATI NO TAV
riunito a Villar Focchiardo mercoledì 8 gennaio 2014
ha valutato attentamente
la gravissima situazione giuridica venutasi a creare con gli ultimi 
arresti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per i quali è stato 
costruito un castello accusatorio studiato apposta per intimorire  tutte 
le sacrosante lotte che anche grazie al Movimento NO TAV stanno 
crescendo in tutto il Paese.
Ha infatti  rilevato
che nelle carte dell’inchiesta gli inquirenti, forzando il piano 
strettamente giuridico, hanno sostenuto una tesi squisitamente politica. 
Infatti, dopo aver fatto una breve storia degli atti legislativi e dei 
vertici internazionali che hanno portato all’installazione del cantiere 
di Chiomonte, i magistrati sostengono che si tratta di procedure 
democratiche.
Quindi l’azione contro il cantiere – assieme allo stillicidio di 
pratiche di contrasto di cui il faldone giudiziario fornisce un ampio 
elenco – viene definita “terroristica” non tanto per le sue 
caratteristiche specifiche, ma in quanto si oppone alla democraticità di 
una decisione intergovernativa.
Se tutte le imposizioni dello Stato hanno un involucro legale, cioè sono 
formalmente basate sul Diritto, tutto ciò che mette realmente in 
discussione un progetto statale è dunque passibile di “terrorismo”. Con 
questa impostazione rimane solo   la possibilità di  dissentire in modo 
platonico, di diventare un movimento di opinione.
Dare invece concretezza al proprio NO, che in fondo è la caratteristica 
essenziale del movimento no tav, risulta quindi antidemocratico : il 
totalitarismo parla oggi un linguaggio diverso. “Non ti stanno bene le 
nostre imposizioni democratiche? Dunque sei un terrorista, ti sbatto in 
galera e butto via la chiave”.
Ricordando
che nei momenti epocali,  lo Stato ed i “poteri forti” attaccano 
frontalmente il nemico nei suoi punti di forza e non in quelli più 
deboli, diventa evidente che l’impiego della categoria di terrorismo 
contro il movimento no tav – per ciò che questo esprime e che 
simboleggia – è un avviso per tutti, per qualsiasi movimento di lotta.
Diventa  terrorista dunque  chiunque contesti le decisioni dello stato e 
viene smantellato il patto sociale pensato dalla costituente.
A seguire fino in fondo la logica della procura torinese, la natura 
“terroristica” della lotta contro il TAV non sta in un suo preteso 
“salto di qualità”, bensì nelle sue stesse premesse: in quel NO di cui 
vent’anni di esperienze, saperi, confronti, azioni non sono che il 
coerente sviluppo.
Non essersi rassegnati nemmeno di fronte ai manganelli, ai gas, alle 
ruspe, ai Lince, agli arresti, al terrorismo mediatico: questo è il 
crimine che contiene tutti gli altri.
Per questi motivi il Movimento NO TAV
INDICE E PROPONE PER IL 22 FEBBRAIO
UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE E DI LOTTA
OGNUNO NEL PROPRIO TERRITORIO
a tutte quelle realtà che resistono e si battono contro lo spreco delle 
risorse pubbliche, contro la devastazione del territorio, per il diritto 
alla casa, per un lavoro dignitoso, sicuro e adeguatamente remunerato. 
Una giornata nazionale di lotta, territorio per territorio in difesa del 
diritto naturale e costituzionale di opporsi alle scelte governative che 
tengono solo conto degli interessi dei potentati, delle lobby, delle 
banche e delle mafie a danno della popolazione.
Una mobilitazione comune contro il delirante utilizzo delle leggi da 
parte della procura e della magistratura torinese e in solidarietà ai 
compagni di lotta incarcerati, ai compagni di lotta già condannati, a 
quella innumerevole schiera di resistenti che ancora deve affrontare il 
giudizio per aver difeso i beni comuni, una giornata di lotta alla quale 
seguirà nella metà di marzo un appuntamento a Roma per la difesa e la 
legittimità delle lotte sociali.
In preparazione della giornata di lotta si invita ad effettuare 
assemblee sui territori per sensibilizzare la popolazione sia su questi 
temi sia sui progetti che si contrastano.
In Valsusa sui progetti di spostamento dell’autoporto di Susa a San 
Didero, di spostamento della pista di Guida Sicura da Susa ad Avigliana 
e della ferrovia nel territorio di Borgone.
Proposta approvata dal coordinamento dei comitati del Movimento NO TAV.
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