Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia
Aderente all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia "Ferruccio Parri"
13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005; fax 0163-562289
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È uscito il novantunesimo numero de "l'impegno", rivista dell'Istituto, nel quale sono pubblicati, oltre ai saggi di Giusi Baldissone, Marcello Vaudano, Alberto Magnani, Orazio Paggi, Giacomo Verri, Ivan Moscatelli, Marta Nicolo, Sabrina Contini, i testi e le immagini della mostra "Briciole di pane" di Barbara Calaba e Daniela Sacchi e un'intervista a Elio Panozzo a cura di Enrico Pagano.
Giusi Baldissone fa rivivere la memoria della Liberazione osservandola dal punto di vista privilegiato della letteratura, della sua capacità, una volta riconquistata la libertà dalla soffocante censura fascista (spesso subita passivamente e accettata da molti editori, scrittori, docenti universitari che si piegarono al compromesso per conservare il proprio ruolo professionale), di raccontare con nuovi linguaggi e nuova consapevolezza le atrocità dei tragici anni appena trascorsi e di farsi, nelle mani di chi fu in primo luogo "testimone" (Primo Levi su tutti), tanto strumento di conoscenza della storia, quanto, al tempo stesso, per la sua unicità di sguardo, espressione, profonda e intuitiva come nessun'altra, della complessità e delle contraddizioni dell'animo umano.
Marcello Vaudano ricorda, sulla base delle lettere inviate alla famiglia e di un breve diario, l'esperienza dell'internamento, prima in Polonia, poi nella Germania occidentale, di Piero Innocenti, ufficiale di artiglieria vercellese, e fa emergere il ritratto di un ragazzo di poco più di vent'anni, dotato di una forza straordinaria, che spesso minimizza le sue difficili condizioni di vita, lasciandone trapelare solo a tratti la pesantezza - la fame insopportabile, l'angoscia per la lontananza da casa, la preoccupazione per la mancanza di notizie dei familiari -, risoluto nel decidere di non optare per l'adesione alla Repubblica sociale italiana a dispetto delle continue pressioni in tal senso e, nonostante la sua drammatica situazione, o forse proprio come meccanismo di difesa innescato da essa, dominato dal pensiero del futuro e del ritorno alla vita.
Alberto Magnani ricostruisce, depurandola dalle suggestioni che spesso la tradizione orale sovrappone nella memoria collettiva al reale svolgimento dei fatti, l'impresa del trimotore S. 79 e le storie dei suoi occupanti - tra cui il partigiano della "Servadei" Alberto Ramelli - che, nei giorni dell'insurrezione, sorvolando una colonna tedesca in ritirata dall'Ossola, dal Cusio e dall'alto Verbano, lanciarono volantini inneggianti all'Italia libera, compiendo quello che viene simbolicamente definito come il primo volo della Liberazione.
Segue la riproduzione delle immagini, delle testimonianze e delle poesie di "Briciole di pane", mostra a cura di Barbara Calaba e Daniela Sacchi, realizzata con materiale conservato nell'archivio dell'Istituto, che pone le donne e la loro scelta di dare un contributo alla Resistenza al centro di un percorso emozionale, più che di ricostruzione storica, che ne sottolinea il coraggio e la determinazione, prezioso insegnamento per le donne di oggi e le loro mai concluse battaglie: Fummo lievito/ negli anni di guerra/ quando il gelo inaspriva/ il rotolare dei giorni/ e la fragranza del pane/ era l'orlo rovente/ di un miraggio.
Orazio Paggi indaga le modalità con cui il cinema italiano affronta il tema dell'immigrazione, evidenziando come, analogamente all'immaturità della politica nell'approcciarsi all'argomento, anche il cinema manifesti una certa difficoltà ad uscire da stereotipi e semplificazioni, spesso buoniste, che finiscono per vanificare i validi presupposti etici da cui le opere filmiche muovono e per far sì che si perdano in rappresentazioni didascaliche o paternalistiche dell'extracomunitario, che probabilmente solo lo sguardo nuovo di registi appartenenti alla seconda generazione di immigrati potrà restituire alla sua realtà di persona.
Segue, in ricordo del 70° anniversario dell'eccidio di Borgosesia del 22 dicembre, l'orazione ufficiale tenuta nel 2012 da Giacomo Verri, che rende viva e presente, con le parole intense e immaginifiche della ricostruzione letteraria, la tragedia dei dieci martiri, fucilati dai fascisti della "Tagliamento" al muro della chiesa di Sant'Antonio, primo sconvolgente episodio che scosse nel profondo la Valsesia partigiana, ma che fu allo stesso tempo punto di origine di una voglia di lotta e di riscatto, causa prima del desiderio di dare vita a un mondo completamente nuovo: «Questi morti che noi oggi celebriamo, in essi, era piccolina, ancora fioca come lo è un embrione, l'idea, sconnessa, certo, di quello che sarebbe stato dopo, la libertà, la Repubblica forse, la Costituzione, ci piace credere, O, più semplicemente, ma il principio è lo stesso, quegli uomini volevano un futuro più bello.».
Ivan Moscatelli, nella forma narrativa della novella, racconta la giornata del 16 febbraio 1944, quando Enrico Moscatelli, padre di Cino e Mario, percorre, prima in bicicletta e poi a piedi, nella neve, guidato da un partigiano compagno del figlio Mario nelle brigate "Garibaldi", la strada accidentata che lo separa da lui, nascosto a Rimasco, per annunciargli una notizia che, pur non essendo possibile il contatto fisico dell'abbraccio, non può essere recapitata se non di persona.
Marta Nicolo riflette sulla sua esperienza di formazione al Mémorial de la Shoah di Parigi, in particolare soffermandosi sul significato e sulle modalità che una didattica della Shoah deve avere per essere in grado di far comprendere, senza banalizzazioni né semplificazioni, il fenomeno nella sua unicità, inserendolo in un contesto storico indagato con rigore e precisione e, allo stesso tempo, facendo emergere dalla solida base dei fatti una profonda riflessione morale, che eviti di scadere in mera celebrazione.
Sabrina Contini, partendo dall'analisi dell'attività svolta nel corso degli anni dall'Istituto in ambito didattico e dai risultati di tale attività conservati in archivio, si sofferma sui nuovi strumenti che la scuola, sede deputata alla formazione di una cittadinanza consapevole, può e deve utilizzare per un insegnamento della storia contemporanea che sia reale e coinvolgente trasmissione di memoria, in cui lo studente sia chiamato a mettersi in gioco in prima persona e l'emozione sia veicolo di comprensione tanto quanto la conoscenza, come avviene nell'utilizzo del linguaggio teatrale.
Infine, curata da Enrico Pagano, la trascrizione della videointervista a Elio Panozzo, partigiano, sindacalista e amministratore pubblico, raccolta nell'ambito del progetto "Memorie di Piemonte". In chiusura, un contributo di Luciano Guala sul casuale ritrovamento di un prezioso numero de "L'Ordine Nuovo", giornale fondato da Antonio Gramsci nel 1919, e alcune recensioni a cura di Maria Luisa Ferrogalini, Elisa Malvestito, Marta Nicolo.
La rivista è in vendita nella sede dell'Istituto (via D'Adda, 6, Varallo; tel. 016352005): singolo numero 12 euro; abbonamento annuale 20 euro; formula abbonamento annuale più tessera associativa 32 euro.
Conto corrente postale per i versamenti n. 10261139, intestato all'Istituto.