Re: [Intergas] I: Fwd: [rigas] 14 febbraio a Roma : campagna…

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著者: Ileana
日付:  
To: Sandra Cangemi, Lista GAS milanesi del coordinamento dei, ekonomi@inventati.org
題目: Re: [Intergas] I: Fwd: [rigas] 14 febbraio a Roma : campagna contro il TTIP
Grazie per la segnalazione, c'è anche un video di Attac molto
interessante su Youtube, in cui Alessandra Algostino, docente di
giurisprudenza all'università di Torino, approfondisce alcuni temi
riguardanti il TTIP.

http://www.youtube.com/watch?v=iAraqXQplEc&feature=share

I.F.




-------- Messaggio originale --------
Oggetto:     [rigas] 14 febbraio a Roma : campagna contro il TTIP
Data:     Tue, 4 Feb 2014 09:57:34 +0100
Mittente:     Marco Bersani <marcattac@???> <mailto:marcattac@email.it>
Rispondi-a:     rigas@??? <mailto:rigas@lists.riseup.net>
A:     Marco Bersani <marcattac@???> <mailto:marcattac@email.it>




Liberalizzazioni, dalla A al TTIP
<http://comune-info.net/2014/02/europausa-liberalizzazioni-corso-dalla-al-ttip/>

Monica Di Sisto <http://comune-info.net/autori/monica-di-sisto/> | 3
febbraio 2014
*Venerdì 14 febbraio a Roma presso Scup (via Nola 5), si terrà
l'Assemblea Costitutiva della campagna contro il Trattato di
liberalizzazione degli scambi e degli investimenti tra Europa e Stati
uniti (TTIP). E dal 10 al 14 marzo i negoziatori delle sue sponde
dell'Oceano Atlantico si incontreranno per spingere sulla svendita nei
nostri diritti. Capiamo insieme perché dobbiamo fermarli.*
occupy-wall-street-lamerica-che-si-ribella-e-cerca-unalternativa1-638x425 <http://comune-info.net/wp-content/uploads/2013/12/occupy-wall-street-lamerica-che-si-ribella-e-cerca-unalternativa1-638x425.jpg>
Bruxelles, una sala molto affollata, 123 lobbisti delle imprese e solo
40 rappresentanti di Ong tra cui 8 sindacati e chi vi scrive. Di fronte
a noi, la Commissione europea schierata in forze, con rappresentanti di
quasi tutte le direzioni generali, coordinati dal capo negoziatore
europeo Damien Levie. Il loro obiettivo? Convincere tutti i presenti che
il Trattato di liberalizzazione degli scambi e degli investimenti tra
Europa e Stati Uniti (TTIP), è la più grande occasione per riattivare
l'economia accelerando gli scambi tra Stati Uniti ed Europa. Hanno
fornito informazioni molto rapide, e molto molto superficiali: nessun
dettaglio sul testo, nessun documento scritto: tutto detto di gran corsa
e quindi difficile da seguire anche per i veri secchioni della materia.
Alla faccia della trasparenza.
Ad un lobbista del settore dei farmaci generici, che esprimeva le
preoccupazioni del suo settore rispetto all'impatto che potrebbe avere
una modifica delle regole vigenti in Europa sul loro business, la
negoziatrice competente ha risposto che "La Commissione tiene nella
massima considerazione gli interessi del settore business europeo e
siamo aperti a ricevere nel dettaglio le vostre richieste". In sala
alcuni hanno vociato e Levie ha precisato che "la Commissione tiene
nella massima considerazione le osservazioni di tutti i portatori di
interesse". Di seguito un piccolo abbecedario su quello che ci hanno
raccontato rispetto ai principali capitoli del negoziato.
*A come agricoltura*: il trattato vuole abbattere non tanto dazi e
dogane negli scambi tra prodotti agricoli europei e statunitensi. Per
gli Stati Uniti è prioritario far dare all'Europa il via libera a Ogm e
alzare la tolleranza sui residui e sulla qualità della chimica nelle
materie prime. L'Europa, invece, ha come principale obiettivo quello di
costringere gli Usa a tagliare i sussidi interni ai propri produttori,
per far si che esportino a prezzi meno stracciati. Obama non ne vuol
sapere, infatti la disciplina agricola nazionale (Farm bill) in via di
riforma, che avrebbe dovuto tenere conto dei numerosi richiami
dell'Organizzazione mondiale del commercio, ma al momento sembra eludere
ancora il problema.
*B come beni*: ancora non è stata compilata una lista di beni e servizi
sui quali rispetto ai quali abbattere dazi e dogane. Di guerre
commerciali, tuttavia, ce ne siamo fatte tante e quello dovrebbe essere
il risultato del negoziato: la lista dei prodotti di cui accelerare gli
scambi
*C come cibo*: Nel mirino degli Stati Uniti, ma anche di tante
corporation Ue, c sono gli standard dei prodotti alimentari, presentati
non come una difesa del diritto alla salute per tutti noi, ma come
un'indebito ostacolo al commercio. Qualità, residui chimici, impatto
sulla salute, sicurezza. Un reticolo di regole che impedisce, al
momento, agli Stati Uniti di riversarci in casa tonnellate di farine e
alimenti avvelenati e malsani, e costringe anche le nostre imprese ad
essere più scrupolose di quanto vorrebbero.
*D come democrazia*: Per darsi una patina di democrazia, e per
recuperare al fatto che gli USA l'hanno nominato da subito e le società
civile europea gliene ha chiesto conto, la Commissione, in piena
autonomia, ha nominato un gruppo di consultazione tra imprese,
associazioni e sindacati cui chiedere pareri sui negoziati e da cui
riceverne. Il gruppo, con grande prevalenza del business sul sindacato,
avrà due livelli di accesso alle informazioni -- il primo aperto:
avranno discussioni approfondite sui vari argomenti, che potranno
condividere con tutti, la Commissione lavorerà anche per pubblicare
documenti chiave su questioni orizzontali e / o verticali. La seconda
sarà riservata: avranno accesso al progetto di testo negoziale
dell'Unione europea -- un accesso in stile "sala lettura". Non saranno
in grado di avere copie, portarne via o pubblicare il testo. Democrazia
e trasparenza cancellate in un sol colpo
*I come Investimenti*: si prevede che servizi finanziari e investimenti
saranno un grosso capitolo del negoziato, i cui punti più caldi saranno
l'Isds (Investor-state dispute settlement, cioè un tribunale sovra-
nazionale cui le imprese potranno appellarsi per proteggere i propri
investimenti), e la liberalizzazione degli appalti pubblici, sia a
livello statale sia federale/regionale. Il lobbista della ESF -- il
principale gruppo di spinta delle imprese europee dei servizi -- a
chiare note ha chiarito alla Commissione che "se non c'è ISDS, nessuna
misura di protezione degli investimenti potrà dirsi davvero efficace".
*E come Energia*: l'Europa vuole mettere le mani sulle fonti energetiche
statunitensi, soprattutto quelle da fracking. L'interesse europeo dunque
si concentra sui prezzi e sull'accesso alle reti di trasporto
dell'energia: su come, cioè, spingere gli Usa a mollare le mani da tubi
e rubinetti, e ad abbattere le restrizioni nell'accesso nel mercato
statunitense da parte delle compagnie energetiche europee. Da parte Usa
c'è resistenza e lavoro sull'armonizzazione delle regole per l'accesso
alla distribuzione in Europa. Interessi contrapposti e poco armonizzabili
*L come lavoro*: Tom Jenkins del coordinamento internazionale sindacale
ITUC, ha posto due problemi interessanti. Uno sulla Corte europea di
giustizia, cioè se l'ISDS sarà prevalente anche rispetto ad essa e la
risposta è che se ne sta discutendo, e che in generale si sta discutendo
di quale livello di prevalenza giuridica attribuirgli. Rispetto al
lavoro, Jenkins ha ricordato che gli Stati Uniti non hanno nemmeno
firmato tutte le convenzioni ILO, e che dunque potrebbero voler
annacquare il già pericoloso capitolo sul monitoraggio dell'impatto
delle liberalizzazioni sullo Sviluppo sostenibile, (un indistinto
agglomerato di lavoro-ambiente-sociale), presente nei più recenti
trattati bilaterali proposti dall'Europa. La Commissione ha ammesso che
gli Usa sono spaventati dall'inserimento nel trattato di questo
capitolo, che provano a proporre un trade off lavoro/ambiente (dove
l'Europa è più restrittiva) e che l'Europa prova a proporre un
"approccio bilanciato", ma che dovrà "mostrare flessibilità".
*P come proprietà intellettuale*: Una stretta sulla tutela dei brevetti,
e sul loro mutuo riconoscimento tra le due sponde dell'Oceano, è uno
degli obiettivi più condivisi del trattato. Dai semi, ai farmaci
generici, alla ricerca scientifica, molte flessibilità attuali sono
sotto attacco, anche quando producono avanzamento culturale e tutela
della vita umana, come nel caso dei farmaci.
*T come Tessile e abbigliamento*: si sta cercando di lavorare sulla
coerenza delle normative. Si è ragionato di materie prime, di
approvvigionamento e dazi; poi c'è stata una revisione della normativa
ad oggi alla luce degli altri trattati di liberalizzazione (FTAs).
Naturalmente si è guardato anche dentro al baratro dei sussidi. Ci si
muove su alcuni temi in particolare: le regole di etichettatura, la
protezione dei consumatori, la presenza dei residui chimici, la
regolazione tecnica, e gli standard più in generale. La parola chiave è:
abbatterli, con bu



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