Questa mattina K2O è stato sgomberato e successivamente demolito.
Dopo mesi di lavori di autorecupero K2O stava aprendo le sue porte; da
alcuni giorni una famiglia -già sotto sfratto- aveva inoltrato all'ENEL
la richiesta di allacciamento alla rete elettrica. Con una tempestività
non casuale la famiglia Giambelli, formale proprietaria dello stabile,
aveva inviato alcuni operai dell'AGAM per bloccare la fornitura d'acqua
e oggi alcuni operai loro dipendenti per “ripulire” e successivamente
demolire lo stabile, accompagnati da un centinaio di uomini delle Forze
dell’Ordine e una quindicina della Digos, che hanno portato a compimento
il loro sporco lavoro di burocrati armati.
L'occupazione dell'edificio era avvenuta il 12 ottobre 2013, data in cui
molte realtà a livello nazionale avevano manifestato per il diritto
all'abitare contro speculazioni e nocività. A partire da un’analisi
politica lucida e impietosa dell’operato delle amministrazioni pubbliche
monzesi, l’occupazione di K2O si è posta come primo obiettivo,
attraverso la pratica dell’autorecupero, di trovare una risposta alla
crescente emergenza abitativa. Per questo K2O è stato investito da un
immenso lavoro che lo ha portato a essere una vera e propria abitazione;
e durante questo periodo è diventato anche luogo di socialità e
iniziative culturali rivolte al quartiere con il quale ha interagito
positivamente fin dall’inizio, cercando di essere un attore partecipe
alle dinamiche degli abitanti in fase di proposta e ascolto (pensiamo
alla fastidiosa diminuzione del trasporto pubblico in quartiere, alla
mancanza di luoghi di aggregazione e confronto, alla strumentale
proposta di partecipazione alle consulte, al pericoloso stato delle
strutture architettoniche scolastiche..). L’autorecupero quindi non è
stato solo uno strumento per ristrutturare l’edificio, ma un
catalizzatore di energie, intelligenze e capacità pratiche che ha
permesso di aggregare notevole forza e partecipazione attorno alle
rivendicazioni del diritto all’abitare. Grazie a K2O la legittimità
delle lotte per il diritto alla casa a Monza è aumentata
vertiginosamente e il Comitato Monzese per il Diritto alla Casa è ormai
un soggetto riconosciuto e credibile.
Tutto ciò è chiaramente un problema per chi le case le progetta o le
costruisce in ottica affaristica: palazzinari, speculatori, società di
gestione fondi, banche e accoliti. La famiglia Giambelli rappresenta al
meglio tutte queste categorie che, nella crisi, si arricchiscono grazie
alla finanziarizzazione della rendita fondiaria urbana, ossia quel gioco
di prestigio economico che permette a banche e immobiliaristi di mettere
a profitto ingenti linee di credito anche se gli edifici costruiti
rimangono sfitti o invenduti. La storia di questa famiglia è lunga e non
esente da macchie: per citare solo le più recenti ricordiamo le promesse
mai mantenute nell'offerta di alcuni affitti in social housing (forma
non esente da critiche e contraddizioni) negli edifici di via Bernini o
delle ambigue modalità di assegnazione di questi appartamenti, le
convenzioni stralciate con cooperative poi estromesse e le logiche di
scambio con le passate giunte monzesi e brianzole.
Davanti a tutto questo, la giunta Scanagatti se ne lava le mani. Con la
scusa del patto di stabilità, non si costruiscono politiche sociali e
abitative degne di questo nome. Sono due anni che vediamo solo
l’applicazione di soluzioni-tampone all’emergenza abitativa vendute come
politiche d’avanguardia (guarda caso, ancora social housing), quando poi
solo una decina di famiglie su un centinaio nella graduatoria
d'emergenza vede riconosciuto il diritto di avere un alloggio. Lo
sgombero di oggi testimonia proprio questo: la totale subalternità di
una giunta di centrosinistra alla rendita privata. E il risultato della
debolezza di questa giunta andrà tutto sulle spalle della famiglia che
sarebbe entrata a giorni in via Buonarroti 93; alla città rimane invece
in eredità un cantiere, fermo da 8 anni, senza alcun progetto.
Consapevoli di essere all’interno delle contraddizioni che agitano la
città, consapevoli dell’autorevolezza accumulata in questi ultimi anni
di lotte, lanciamo un corteo cittadino PER IL DIRITTO ALL' ABITARE
sabato 15 febbraio a Monza. Appuntamento martedì 11 febbraio alle 21.00
presso la FOA Boccaccio per l'assemblea cittadina di costruzione del
corteo.
K2O/Casa Occupata
Comitato monzese per il diritto alla casa
FOA Boccaccio 003
per info: pertuttiuntetto@??? -
http://boccaccio.noblogs.org/