http://coordinamentomigranti.org/2014/01/30/contro-la-voce-del-padrone-insieme-ai-lavoratori-migranti-della-granarolo/
1 febbraio: Contro la voce del “padrone”, insieme ai lavoratori migranti
della Granarolo!
Da mesi prosegue la lotta dei lavoratori migranti della Granarolo e del
loro sindacato SiCobas contro il mancato rispetto dell’accordo firmato a
luglio. I recenti tentativi della polizia di sciogliere il presidio
permanente davanti ai cancelli della Granarolo sono falliti, incontrando
la stessa determinazione con la quale ogni giorno i migranti in questo
paese sfidano il ricatto della precarietà e del razzismo istituzionale che
il sistema delle cooperative in appalto e il regime della legge Bossi-Fini
stabiliscono. A difesa di questo sistema, soprattutto in questi giorni, si
è alzata da più parti la “voce del padrone”: alle cariche della polizia, e
allo schieramento di forze mediatiche di Legacoop e degli industriali, che
invocano un “sindacalismo responsabile”, si è aggiunto addirittura un
appello bipartisan di senatori democratici e berlusconiani che invocano i
ministeri competenti affinché intervengano contro i blocchi. Non poteva
poi mancare la presa di posizione della Filt-CGIL, che ha accusato il
sindacato SiCobas e i lavoratori migranti della logistica di creare una
“guerra tra poveri” con le loro lotte e le loro vertenze.
Questo, oltre ad essere inaccettabile, è anche ridicolo: l’unica guerra è
quella fatta ai poveri da parte dei colossi della cooperazione, che
attraverso la precarizzazione estrema e il ricatto del permesso di
soggiorno hanno guadagnato miliardi sulla pelle delle e dei migranti e
precari. Un sindacalismo responsabile difende i lavoratori, e non fa come
la CGIL, che in questi anni ha sempre rifiutato di scioperare contro la
legge Boss-Fini, arrivando al punto di definire lo sciopero migrante del
primo marzo 2010 come “sciopero etnico”. Il vero irresponsabile è chi si
schiera contro i lavoratori quando rivendicano salario e diritti. Non è la
lotta ma lo sfruttamento a essere “etnico”, perché si fonda su gerarchie
iscritte sulle linee del colore e della provenienza.
Laddove sembrava impossibile, nel settore della logistica, le lotte dei
lavoratori migranti hanno messo radicalmente in discussione gerarchie
sociali, economiche e razziali su cui i padroni hanno estratto per anni
profitti enormi. É una lotta cruciale non solo per tutti i migranti, ma
anche per tutti i precari, operai e studenti italiani che ogni giorno
fanno i conti con i ricatti della precarietà e la necessità di
organizzazione politica. Per questo sabato saremo in piazza, per ribadire
il nostro sostegno ai lavoratori migranti della logistica nella lotta
contro sfruttamento e razzismo istituzionale.
Appuntamento sabato 1 febbraio alle ore 15 in piazza dell’Unità a Bologna.
Coordinamento Migranti, Ass. Lavoratori marocchini in Italia, Ass.
Senegalese Cheikh Anta Diop, Comunità Pakistana Bologna, SIM Scuola di
Italiano con migranti-XM24, Sportello medico-legale XM24, Spazio Pubblico
Autogestito XM24, Lavoro Insubordinato