[Forumlucca] Palestina: Lettera di Mario Ciancarella a Don N…

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Autor: laura picchi
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To: forumlucca, salah.aimac@gmail.com, giulio sensi, roberto.sensi@gmail.com, (lista-di-lidia-menapace@googlegroups.com), lucca@manitese.it, lucca@arci.it, alessio ciacci, mario ciancarella, luccalibri@gmail.com
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Betreff: [Forumlucca] Palestina: Lettera di Mario Ciancarella a Don Nandino


CARO DON NANDINO,

All’inizio di questo 2014 mi piacerebbe riflettere insieme sulle
condizioni sociali di emarginazione e di impoverimento che attanagliano
larga parte del nostro popolo italiano. Vorrei chiedermi se la nostra
disperazione debba sempre valere piu’ della disperazione degli altri ai
quali non riconosciamo nessun diritto, neppure quello all’indignazione
ed alla rivolta. Perche’ deve essere sentito quasi come legittimo,
quantomeno comprensibile, il gesto estremo del suicidio per tanti
italiani arrivati alla disperazione per via della crisi economica, e non
deve esserlo altrettanto per gesti suicidi di quanti da anni si vedono
negati il diritto alla identita’, alla casa allo studio, in una parola
alla dignita’? Certo, se dopo decenni dalla amara sofferenza di Radie
Resh morta senza conoscere una casa che non fosse un antro privo di
finestre, la disperazione diviene rabbia totale contro i responsabili e
il disogno diviene da puro suicidio un gesto terroristico da kamikaze
noi potremo anche scandalizzarci di fronte a simile violenza, ma nulla
ci condonera’ dall’essere rimasti insensibili mentre si costruivano le
condizioni della disperazione fino a farne sorgente di violenza estrema.

Le violenze domestiche che in questi giorni siamo costretti a
registrare ci dicono quanto la disperazione possa spingere a gesti di
violenza verso i propri cari, gli amati. Quando arrivasse il momento che
quella disperazione e la voglia di un riscatto impossibile si
concentrasse verso coloro che fosssero ritenuti i responsabili delle
situazioni dirompenti che hanno creato angoscia cosa potrebbe succedere?
Nessuna rete di antagonismo al terrorismo organizzato sarebbe in grado
di ostacolare la esplosione di violenza dei disperati.

E quanto maggiore sarebbe la fatica per riappacificare animi ormai giunti alla esasperazione!

Un amico fraterno, che ha segnato la mia vita, e che e’ stato ucciso
per la sua testarda ricerca della verita’ su Ustica mi diceva “Fin
quando il sangue dei nostri figli varra’ meno del sangue dei figli degli
altri, fin quando il dolore degli altri per la morte dei loro figli
varra’ meno del nostro dolore per la morte dei nostri figli, ci sara’
sempre chi potra’ ordire stragi in banche, piazze stazioni o nei cieli
con la certa speranza dell’impunita’. Dobbiamo diventare familiari di
tute le vittime come lo fossimo di sangue, per poter chiedere
incessamente verita’ e giustizia con la stessa determinazione dei
familiari di sangue. Con in piu’ la competenza ed il cinismo della
nostra professionalita’”.

Quello che mancata ed e’ mancato e’ fare del Popolo Palestinese un
Popolo di nostri fratelli di sangue, in nome dei quali chiedere
incessamente verita’ e giustizia ai persecutori, sotto qualsiasi
maschera essi mistifichino la loro aggressione.

Un forte abbarccio.

Mario Ciancarella