Autore: boyska Data: To: freepto Oggetto: [Freepto] Fwd: ROARRR
non so perche' abbia scritto solo a me, ma...
-------- Original Message --------
Subject: ROARRR
Date: Thu, 09 Jan 2014 16:05:19 +0100
From: Accattone <hackattone@???>
Organization: BugsLab
To: boyska <piuttosto@???>
Ciao bello,
come stai? Buon anno!
:-)
Ti scrivo perché vorrei dedicare una puntata di Entropia Massima a
Freepto. Quest'anno c'è una nuova impostazione tematica, che abbiamo
chiamato "Tecnologia e autogestione" (vedi sotto).
Il giorno sarebbe lunedì 20 gennaio. La trasmissione inizia alle 20:15 e
dura 45 minuti (con due pause in mezzo). Ti va di intervenire?
Famme sape'!
Bella,
Accattone
P.S. Ti copio qui sotto quello che avevo già mandato in lista bugs.
Tecnologia e autogestione
Quest'anno la tematica informatica prende una nuova forma, più ampia e
fondante: "tecnologia e autogestione". Parleremo di tecnologie in senso
più ampio, quindi non solo informatiche. Parleremo della possibilità di
fare concretamente attraverso le tecnologie, di creare, di sperimentare,
anche solo di cimentarsi, per opporci alle soluzioni preconfezionate,
spesso obsolete, innaturali, ottuse e di scarsa qualità, che hanno,
ovviamente, la tara del capitalismo e pertanto producono nocività
sociali e ambientali.
Spieghiamo meglio cosa intendiamo proporre partendo dall'informatica.
Con l'avvento delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e
in particolare del web, ci siamo illusi che un nuovo modo di
organizzarsi, orizzontale e partecipato, fosse finalmente realizzabile,
oltre che tecnicamente possibile. La possibilità di ricevere, ma anche
di dare informazioni, conoscenze e dati in generale, sembrava poter far
avverare l'utopia di un modo di relazionarsi tra pari, senza gerarchie,
senza privilegi, senza esclusività dei mezzi di produzione e
comunicazione.
Non è andata così. La rete Internet, il web, nati con questo intento,
erano però pieni di punti deboli e il capitale ci si è infilato dentro.
Del resto c'era da aspettarselo. Se non viene sovvertito il sistema,
esso continuerà imperterrito ad imporre ad ogni costo i suoi capisaldi.
Nessuna tecnologia può da sola sperare di fermarlo e impedirne il
cammino. Esso si riorganizzerà e rinascerà come araba fenice dalle sue
ceneri, ammesso che saremmo poi effettivamente riusciti ad ottenerle.
Viene quindi riproposto oggi lo schema arcinoto del neoliberismo. Una
centralizzazione delle attività, intesa come concentrazione di potere in
pochi centri. Una gerarchizzazione fittissima, intesa come
stratificazione dei poteri con le annesse dinamiche piramidali. C'è chi
ti dà l'accesso ad Internet, chi ti traduce l'indirizzo IP numerico in
un indirizzo letterale, chi ti fornisce la casella di posta e una
miriade di servizi applicativi potenti e utilissimi, chi ti fornisce il
sistema operativo, chi ti fornisce l'hardware. Mano a mano tutto si
concentra in poche mani. Eppure tecnicamente non sarebbe difficile
distribuire processi, prodotti, servizi e, in ultima analisi, dati, in
modo orizzontale e partecipato.
Noi avevamo il peer-to-peer, avevamo il Software Libero, già
addomesticato con la definizione di Open Source, avevamo GNU/Linux,
avevamo i protocolli di rete, avevamo l'idea stessa di rete. Si sono
appropriati di tutto questo. Ci propinano YouTube, Facebook, Skype,
Android, il Trusted Computing. Google & company imperano e realizzano
cose pregevolissime grazie ad un unico asset: le nostre vite. Microsoft
l'abbiamo messa alle corde con un "manipolo di hobbisti", come ci
definiva Bill Gates, e ora, anche se non ha più capacità di innovazione,
si sta comprando, con le disponibilità finanziarie che certo non le
mancano, quello che rimane dalle tavole imbandite da chi ha preso i
nostri strumenti e paradigmi e li ha messi a valore.
Non è ancora tutto perso. Contro chi fa soldi a palate con i nostri
dati, dobbiamo esplorare, conoscere e praticare anonimato e privatezza.
Dobbiamo rifiutarci di usare i "pacchetti pronti" e farci tutto da noi.
Dobbiamo autogestirci. Dobbiamo sganciarci ogni volta che è possibile
dal sistema e far da noi. Dobbiamo muoverci senza essere visti, senza
essere tracciati. Dobbiamo farci le nostre reti e dobbiamo usarle. I
nostri sistemi operativi e dobbiamo usarli. Le nostre applicazioni, i
nostri sistemi e dobbiamo usarli.
Dobbiamo produrre anche beni materiali, oltre che immateriali. Oggi è
possibile produrre oggetti con le stampanti 3d. Oggi c'è un rifiorire
dell'elettronica fai da te, facilitata da sistemi semplici ed aperti per
una progettazione e realizzazione alla portata di tutti e tutte.
Possiamo costruire abitazioni più efficienti energeticamente di quelle
tradizionali e al contempo più economiche. Possiamo produrre abiti e
cibi più sani. Possiamo produrre ed usare mezzi di trasporto più
sostenibili. Possiamo riparare. Possiamo riutilizzare. Possiamo accedere
a tutti i rifiuti di cui la società dei consumi improvvidamente si
disfa. Possiamo appropriarci dei macchinari, dei luoghi, dei
sottoprodotti, delle eccedenze, degli scarti, dei rifiuti. Possiamo
imparare. Possiamo applicarci insieme, riscoprire e condividere i saperi
e il saper fare. Possiamo prepararci ad uno scenario post-rivoluzionario
e allontanare lo shock che ci hanno inculcato, in base al quale non ce
la possiamo fare senza il capitale e quindi è meglio star zitti e buoni
e non parlare di rivoluzione. Possiamo rispondere a queste paure facendo
e dimostrando a noi stessi e a tutti e tutte che si può fare.