http://coordinamentomigranti.org/2013/12/17/contribuiamo-a-cosa-dopo-il-16-dicembre/
http://www.connessioniprecarie.org/2013/12/18/contribuiamo-a-cosa-dopo-il-16-dicembre/
http://www.flickr.com/photos/77024144@N07/sets/72157638735816625/
Contribuiamo a cosa? Dopo il 16 dicembre
Lunedì 16 dicembre alcune decine di lavoratori e lavoratrici, precari e
migranti, hanno manifestato di fronte agli uffici INPS di Bologna per
porre per la prima volta all’ordine del giorno il problema della gestione
dei loro contributi. Una delegazione del Coordinamento Migranti ha
incontrato la direzione e alcuni responsabili dell’ufficio provinciale
dell’INPS. A loro sono state poste le domande alla base della protesta:
dove finiscono i nostri contributi? Per che cosa versiamo i contributi se
la legge Bossi-Fini impedisce di ritirarli quando si perde il permesso di
soggiorno o si decide di lasciare l’Italia? Perché l’INPS li registra
spesso con notevole ritardo? Quale comunicazione esiste tra INPS e
Questura?
È stato inoltre discusso il problema della gestione della Cassa
Integrazione in deroga per i lavoratori delle Cooperative e, in
particolare, quelli della Granarolo in attesa da mesi, nonostante le tante
parole spese da parte delle istituzioni. La maggior parte di loro,
infatti, ha ricevuto la Cassa Integrazione in ritardo. Cinque lavoratori
della Planet Log sono ancora in attesa della Cassa Integrazione,
nonostante l’accordo di giugno. Nell’incontro è emerso che nel caso della
cooperativa Planet Log, a causa di alcune verifiche e ritardi, la Regione
non ha ancora concesso l’autorizzazione per i versamenti dovuti. Dopo
l’incredibile accostamento tra i facchini e la mafia, continua invece da
parte di Legacoop un allarmismo che ha il solo scopo di nascondere le
reali condizioni di lavoro nel mondo delle cooperative. Nel corso
dell’iniziativa del 16 dicembre è stato dunque posto con forza il problema
di quelle cooperative che utilizzano le politiche dei “fallimenti” o dei
cambi d’appalto per fare profitti sui contributi mai versati ai
lavoratori. I lavoratori migranti in questo caso sono in una situazione
paradossale, perché pur essendo tutelati dalle “clausole di salvaguardia”
vedono, in mancanza di reddito, il loro permesso di soggiorno a rischio.
L’INPS ha comunicato di avere un canale di comunicazione diretto con la
Questura, ma la delegazione ha fatto notare che spesso alle lavoratrici
domestiche è richiesto di verificare di persona la loro condizione. Ciò
comporta perdite di giornate di lavoro e ulteriore incertezza. L’INPS ha
riconosciuto che esiste un problema specifico che riguarda le lavoratrici
domestiche: le procedure di verifica sono infatti più complesse nel caso
di datori di lavoro individuali, soprattutto nel caso in cui le
lavoratrici siano pagate con i voucer.
I lavoratori precari presenti al presidio hanno denunciato che i loro
contributi sono ormai diventati versamenti a fondo perduto. Le recenti
dichiarazioni del Governo dicono chiaramente che nessun precario godrà in
futuro di una pensione sufficiente a sopravvivere, ammesso che riesca a
beneficiarne. D’altra parte, la precarietà contributiva significa anche
che le indennità di cui i lavoratori dovrebbero godere sono altrettanto
precarie.
Il risultato di questa situazione è che migranti e precari continuano a
versare contributi che permettono all’INPS di funzionare, ma spesso questo
non comporta alcun beneficio per loro. Per i migranti si tratta di un
sistema di sfruttamento che produce a volte un vero e proprio furto: ad
opera dei datori di lavoro che non versano i contributi e dello Stato che,
con la legge Bossi-Fini, espelle i lavoratori e si tiene anni di
contributi versati.
Sono questioni che non si esauriscono in una mattina, ma con il presidio
del 16 dicembre i migranti e i precari insieme hanno rotto il silenzio,
che fa comodo a molti, sulle loro reali condizioni di lavoro e di vita. Lo
hanno fatto scegliendo un luogo che conoscono bene, perché lì finisce una
parte della loro busta paga, e lì devono spesso fare lunghe file per avere
informazioni o riparare agli errori della burocrazia. Dopo l’iniziativa
del 16 dicembre diciamo che i ritardi del pagamento della cassa
integrazione per i lavoratori di Planet Log deve essere risolto
immediatamente. All’INPS diciamo che le pratiche riguardanti i migranti
devono essere velocizzate per impedire ulteriori blocchi che mettono a
rischio i redditi e i permessi di soggiorno, ma a Prefettura e Questura
diciamo che non possono più utilizzare la verifica dei versamenti
contributivi per rifiutare il rinnovo del permesso o il rilascio della
carta di soggiorno ai migranti: una delle male-pratiche che abbiamo
denunciato oltre un anno fa, oggi sconfessata da una sentenza del tar
della Lombardia. Denunciamo inoltre la situazione di separazione e
incertezza che colpisce le migranti che lavorano presso le famiglie.
Come abbiamo fatto fino a oggi, continueremo a monitorare questa
situazione. Il fatto che migranti e precari protestino insieme su una
questione come il loro trattamento contributivo e le loro condizioni di
lavoro, indica una direzione di lotta capace di unire lavoratori e
lavoratrici, verso la quale continueremo a mobilitarci.
Coordinamento Migranti
Lavoro Insubordinato