[Forumlucca] Letta, Monti, Scalfari e il Teatro Universitari…

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Autore: Aldo Zanchetta
Data:  
To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] Letta, Monti, Scalfari e il Teatro Universitario di Beppe Orlandi con Leonzio, Cesira e Gertrude
Per cercare di sorridere un po’, se ieri vi è arrivata la nuova tassa per i
“servizi indivisibili” ( Tarsu, Tares, Tia e chi più ne ha più ne metta.




Letta, Monti, Scalfari e il Teatro Universitario di Beppe Orlandi con
Leonzio, Cesira e Gertrude


Sto leggendo l’inizio di questo articolo di Guido Viale e la memoria,
irriverentemente, corre a un fatto di gioventù.


Il debito porta scompiglio nei fan di Monti e Letta di Guido Viale


«Abbiamo il debito pubblico più pesante d'Europa. E' la nostra debolezza, ma
paradossalmente la nostra forza. I default della Grecia o del Portogallo o
perfino della Spagna , semmai dovessero verificarsi...sarebbero certamente
sgradevoli ma sopportabili dall'Europa. Un default dell'Italia no,
sconquasserebbe l'Europa intera con conseguenze negative non trascurabili
perfino in Usa: il sistema bancario europeo (e non soltanto) ne sarebbe
devastato...è questa la spada di Brenno che Letta può gettare sul tavolo
della discussione con gli altri membri dell'Unione a cominciare dalla
Germania».


Queste parole di Eugenio Scalfari (Repubblica, 1-12) segnano, se prese sul
serio, una svolta radicale nella linea politica di questo giornale che dal
giorno della "salita" al governo prima di Monti e poi di Letta è stato, al
livello delle opinioni che contano, il principale puntello di quei due
governi e dei relativi presidenti del consiglio, che hanno fatto
dell'accettazione incondizionata dei diktat economico-finanziari di
Germania, Bce e Unione europea la ragione della loro esistenza e
legittimazione. Massacrando la popolazione che avrebbero dovuto guidare
fuori dalla crisi, rivelandosi tanto ridicoli quanto inetti (con il dramma
degli esodati il primo, la farsa dell'Imu il secondo...).


Ora Scalfari ci spiega una cosa che già sa uno studente del primo anno di
economia o un bancario a inizio carriera: quando il debito è consistente, il
coltello dalla parte del manico (la «spada di Brenno») ce l'ha il debitore e
non il creditore.



Si, a questo punto mi viene alla memoria la scena di una commedia del Teatro
Universitario di Beppe Orlandi, intitolata “Il brodo del ‘mi marito”, che
riassumo reinventando i nomi perché sono passati quasi 60 anni e la memoria
“un ce la fa a tutto”.



Leonzio si rigira da tempo nel letto rendendo difficile il sonno alla moglie
Cesira, che alla fine sbotta: “Ma che tu c’i’ai, rompiballe, che un mi fai
dormì!”



“Eh, Cesira cara, tu un lo sai. Domattina devo rende un miglione (tempi di
lira, non di euro) a Ermete, vello del piano di sopra, e un ce l’ho…”



Cesira: “Tutto questo casino solo per questo? Ora ti fo vedere!”.



Cesira si alza, va alla finestra e in piena notte chiama a squarciagola
l’amica Geltrude “Gertrude….Gertrude…”



Alla fine Gertrude si affaccia assonnata: “O che c’è Cesira a quest’ora di
notte…”



“Gertrude… Il mi marito domattina deve rende un miglione al tuo, ma un ce
l’ha…diglielo. Buona notte!”



Cesira torna a letto speranzosa: “Leonzio, ora dormi e fammi dormì. A sta
sveglio ora tocca a lui…”