Mercoledì 18 dicembre dalle 18 alle 19
sui gradini del palazzo ducale di Genova, 603° ora in silenzio per
la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su
www.orainsilenzioperlapace.org
MISSIONI-ITALIA
La
Camera
approva il decreto e rifinanzia, fino a fine 2014, 24 «progetti»
relativi a
crisi internazionali
Più di 700 milioni di euro per gli interventi militari nel
2014 e 2
miliardi e 100 milioni per la produzione di navi da guerra Freem
e 600 milioni
per i cacciabombardieri F35
24 sono le missioni dove sono
presenti i soldati
italiani: dall'Afganistan al Libano, da Cipro al Kosovo, dalla
Libia alla
Georgia, e così via. Nel titolo di ognuna sono riportate
ipocritamente
espressioni come il sostegno alle
«iniziative
di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di
ricostruzione e
partecipazione alle iniziative delle organizzazioni
internazionali per il
consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione»,
ma che è
sostanzialmente una misura per la copertura delle spese (dal 1˚
ottobre al 31
dicembre 2013) della nostra presenza militare all'estero. 129
milioni per le
nostre truppe in Afghanistan e per gli interventi collegati nei
paesi
limitrofi, quasi 6 milioni per la missione in Libia, 5 milioni
per Active
Endeavour (il pattugliamento anti-terrorismo del Mediterraneo),
Per dare il
contentino, nel decreto e' stato inserito - come nei
provvedimenti precedenti qualche
milione di euro per gli interventi di cooperazione e
ricostruzione.
Nelle richieste dell'opposizione c'era espressamente la fine
anticipata
della missione militare in Afganistan, visto che la missione
Isaf terminerà
alla fine del 2014.
Non solo la maggioranza di governo non ha accettato, come
prevedibile,
questa richiesta, ma il ministro della difesa Mauro ha
annunciato che anche
nel
2015 saranno presenti in Afganistan
800 soldati italiani per partecipare alla missione Neto
«Resolute Support». Il
tutto, senza che il Parlamento ne abbia mai discusso e abbia
deliberato in
merito
..
Sulle spese militari si ricompongono le larghe intese e si
prosegue una
sorta di politica bipartisan che non mette in discussione
l'interventismo
militare in ogni angolo del mondo, gli investimenti cospicui in
pericolosi
sistemi d'arma, la riorganizzazione dello strumento militare
secondo logiche
aggressive e riarmiste. Mentre si continuano a sperperare tutte
queste risorse
per le missioni militari all'estero, gli F35 e le navi da
guerra,
non ci sono
soldi per le misure contro la
crisi, per il lavoro, per la scuola e per il welfare.
Il ministro Mauro - sulla missione in Afganistan, sul
viaggio della
portaerei Cavour e sugli F35- continua a scavalcare il
Parlamento, ad essere
reticente e a fornire informazioni false. Il governo lo
asseconda e la
maggioranza approva a scatola chiusa tutto quello che viene
proposto dai
vertici militari e dal ministero della difesa. Sulla pelle di un
paese,
l'Italia, in ginocchio e anche di quelle popolazioni che hanno
subito le nostre
missioni internazionali.
70mila morti tra la popolazione civile in Afghanistan e 53
tra i nostri
soldati. Se gli 8 miliardi di euro impegnati dal 2001 ad oggi
per mantenere la
missione militare italiana in quel paese li avessimo spesi per
la ricostruzione
e la stabilizzazione dell'Afghanistan, avremmo fatto sicuramente
meglio.
Quella sarebbe stata una
vera missione di
pace, da votare e finanziare
Tratto da un
articolo di Giulio Battiston
“il
manifesto
”
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