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Aihe: [nuovopci] Le Organizzazioni Operaie e Popolari devonocostituire un governo d’emergenza e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia!


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Comunicato CC 43/2013 - 14 dicembre 2013

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Ancora sul movimento dei Forconi e del Coordinamento 9 dicembre

Le Organizzazioni Operaie e Popolari devono costituire un governo
d'emergenza e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia!

Questa è il primo passo per cambiare il corso delle cose
Questo è il primo salto di qualità della rivoluzione che instaurerà il
socialismo,
l'unica soluzione che metterà fine al capitalismo e alla sua crisi!

Al movimento dei Forconi alcuni hanno rinfacciato di non avanzare
rivendicazioni, di non fare richieste precise, di non indicare
obiettivi. Tra quelli che hanno assunto un simile atteggiamento di
superiorità risalta, per l'importante ruolo politico che ricopre,
Maurizio Landini, il segretario della FIOM, reduce dall'udienza che i
ministri Enrico Giovannini (Lavoro) e Flavio Zanonato (Sviluppo) hanno
accordato a lui e alla delegazione che lo accompagnava (Landini aveva
annunciato udienza da Enrico Letta, ma costui non si è neppure degnato
di riceverlo e ha delegato i due ministri a fare le sue funzioni e a
ripetere generiche promesse).

A prima vista la critica può sembrare ragionevole: effettivamente i
Forconi non hanno fatto alcuna richiesta al governo Letta, a Napolitano,
al Parlamento (e neppure alla Corte Pontificia). Hanno solo detto che il
governo Letta, Napolitano e il Parlamento se ne devono andare. Questa
non è né una rivendicazione né una richiesta, ma è un obiettivo. Non
sembra tale a personaggi come Landini e simili: solo perché sono
abituati ad avanzare rivendicazioni o, più umilmente, richieste ad
autorità che non si sognano di soddisfarle, occupate come sono a
spremere gli operai e le altre classi delle masse popolari a beneficio
dei caporioni e delle istituzioni del capitale finanziario. Landini e
simili chiamano i lavoratori in piazza a protestare e poi si fregiano
del prestigio della "manifestazione riuscita" e vanno a presentare le
loro richieste alle autorità, se queste reputano conveniente riceverli.
Un po' come Paolo Di Vetta e Luca Fagiano, autorevoli promotori del
movimento per la casa, che dopo la manifestazione del 19 ottobre, invece
di organizzare la difesa delle occupazioni ed estenderle, il 22 ottobre
se ne sono andati dal ministro Maurizio Lupi e dal sindaco Ignazio
Marino a presentare, forti del loro prestigio, le richieste della
"grande manifestazione": e il risultato sono gli sfratti che a Roma
continuano e buttano in strada gli occupanti delle case dei Caltagirone
e della Chiesa (in barba alle belle prediche di papa Francesco).

In realtà il movimento dei Forconi si è posto, ha posto e ha indicato
l'obiettivo decisivo, preliminare a ogni altro in questo periodo:
costituire un governo d'emergenza che rompa con il sistema del capitale
finanziario che spreme le masse popolari e devasta e saccheggia il
paese. Sperare che le autorità della Repubblica Pontificia, responsabili
del disastro e complici della Comunità Internazionale (CI) dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti, facciano una politica
diversa da quella che fanno, è come sperare che le volpi si mettano a
proteggere le galline.

Che poi tutti o alcuni dei promotori del Coordinamento 9 dicembre dicano
o pensino che il governo d'emergenza deve essere fatto da esponenti dei
Carabinieri, della Polizia, della Guardie di Finanza e delle Forze
Armate (come da tempo va predicando l'ex generale dei CC e attuale
dirigente del SUPU (Sindacato Unitario del Personale in Uniforme),
Antonio Pappalardo, vicino ad alcuni dirigenti del Coordinamento 9
dicembre se non membro egli stesso del Coordinamento) questo è un'altra
questione. Un'aspirazione certamente non aliena alla ristretta mentalità
di bottegai abituati ad individuare nelle "forze dell'ordine"
(dell'ordine che opprime le masse popolari italiane e devasta l'Italia
al servizio della CI) i difensori della loro proprietà. Questa è una
delle contraddizioni della situazione e su di essa fanno leva quelli
che, al servizio dell'ordine costituito, gridano al populismo e al
fascismo di quelli che si ribellano.

In realtà, quando c'è un ordine sociale ingiusto, inevitabilmente il
disordine il primo passo verso un ordine sociale giusto. Concezione che
certamente è con difficoltà che si fa strada nella testa di proprietari
sia pur piccoli, travolti dalla crisi del capitale da cui senza che loro
lo sapessero dipendevano le loro fortune e abituati a vedere nelle
"forze dell'ordine" la difesa della loro proprietà che ora sono le
autorità, Equitalia, le banche e il mercato (tutelati dalle "forze
dell'ordine") a portargli via.

Anche gli esponenti della sinistra borghese non ci capiscono più niente
e starnazzano, spaventati dal corso delle cose. Non gli piace l'ordine
sociale esistente, il corso delle cose gli appare come un incubo, ma
hanno paura della rivoluzione. Niente di strano quindi che il corso
delle cose ha creato e crea turbamento anche nelle nostre file, tra
compagni che tuttavia hanno se non studiato, almeno letto il Manifesto
Programma del (n)PCI [7]. Questo illustra chiaramente (pag. 166) il
contesto in cui conduciamo la rivoluzione socialista (la Guerra Popolare
Rivoluzionaria contro la Repubblica Pontificia).

_In campo economico la crisi generale in corso divide e sempre più
dividerà la popolazione del nostro paese in due campi nettamente
distinti e contrapposti:_

_- da una parte quelli che riescono a vivere solo se riescono a
lavorare: questi costituiscono il campo delle masse popolari;_

_- dall'altra il campo della borghesia imperialista costituito da quelli
che godono di tutti i vantaggi senza lavorare e che, se lavorano, non lo
fanno per vivere, ma per aumentare la loro ricchezza._

_Il lavoro condotto dal partito per raccogliere ed accumulare le forze
rivoluzionarie mira a far coincidere il più possibile la
contrapposizione in campo politico con la contrapposizione creata dalla
crisi generale in campo economico. Più lo scontro politico diverge dallo
scontro economico, maggiormente "la politica è sporca", perché maggiore
è il ruolo che hanno nella vita politica l'imbroglio, la corruzione,
l'intimidazione, il ricatto, l'abbrutimento, la fatica, l'ignoranza,
l'abitudinarismo, l'inerzia, l'isolamento, il clientelismo, la
dipendenza personale e il pregiudizio. Quanto più esattamente lo scontro
politico è il riflesso dello scontro economico, tanto più la lotta
politica corrisponde alla lotta tra interessi veramente contrapposti e
che il procedere della crisi generale rende antagonisti, tanto più avrà
fine la "disaffezione delle masse dalla politica" e tanto più
generosamente le masse popolari getteranno le proprie energie nella
lotta politica._

_La classe operaia offre a tutti quelli che appartengono al campo delle
masse popolari una soluzione di vita e di lavoro, l'unica per alcuni e
la migliore per altri, adeguata alle condizioni concrete della società
moderna, corrispondente alle possibilità create dalle attuali forze
produttive quando sono pienamente impiegate per il benessere materiale e
spirituale di tutti e nell'ambito di un sistema sociale in cui "il
libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di
tutti"._

Lo stesso MP dice anche (pag. 171) che in Italia le masse popolari _non
proletarie_ costituiscono (dati anteriori al 2008) una parte importante
delle masse popolari: 6 milioni di lavoratori attivi che con i
pensionati e i familiari diventano 15 milioni. Già oggi una parte
importante di questi sono schiacciati dai vertici della Repubblica
Pontificia. Che incomincino ad agitarsi e a protestare contro il governo
della RP e le sue istituzioni, è un avvenimento molto importante e
positivo, che darà maggiore forza e slancio anche alle masse popolari
proletarie, anche agli operai. Il Partito lo aveva indicato chiaramente
già all'inizio dell'anno scorso (Comunicato CC 4/2012 [8] 21 gennaio
2012 e successivi) riferendosi ai moti dell'epoca in Sicilia e in
Sardegna. Come è un avvenimento importante e positivo che le "forze
dell'ordine" della Repubblica Pontificia siano turbate e perfino
sconcertate e sconvolte dall'avvenimento. La borghesia e il clero, i
vertici e le istituzioni della Repubblica Pontificia hanno per decenni
epurato, selezionato e formato le loro "forze dell'ordine" ai pregiudizi
contro gli operai e i proletari in generale. Non potevano infondere in
esse lo stessa mentalità anche nei confronti delle masse popolari non
proletarie. Ora la ribellione e le proteste di queste portano scompiglio
e aprono brecce nella "forze dell'ordine" della RP. Ben vengano!

Non è possibile alcuna rivoluzione senza che anche le "forze
dell'ordine" del vecchio regime siano sconvolte. Siamo ai primi sintomi.
Per decenni i vertici della Repubblica Pontificia hanno alimentato tra
le masse popolari, anche tra i proletari, perbenismo e legalitarismo. I
revisionisti e la sinistra borghese, i politicanti e i sindacalisti di
regime, corrotti, complici e venduti, li hanno sparsi largamente.
Persino pagare le tasse allo Stato dei padroni che evadevano lo
presentavano come una virtù civica e un dovere. L'ordine è l'ordine e la
"forze dell'ordine" obbediscono.

Invece la bandiera di noi comunisti è "Ribellarsi è giusto". Finché vi è
oppressione, la ribellione è la prima e più grande virtù, la fonte di
ogni progresso. Questa è la bandiera che noi portiamo tra le masse.
Questa è la morale che noi promuoviamo anzitutto nelle nostre file e già
oggi, più largamente possibile, anche tra le masse popolari.

Noi non temiamo i tentativi di infiltrazione dei fascisti e degli altri
promotori della mobilitazione reazionaria. Li combattiamo con decisione,
ma non li temiamo perché la nostra causa è giusta, perché in questo
periodo la borghesia e il clero non hanno via d'uscita da offrire
neanche per le masse popolari non proletarie. Il capitale finanziario
per alimentarsi deve al contrario spremerle. La classe operaia
organizzandosi sotto la guida del suo Partito comunista può e deve
conquistare una solida egemonia anche sulle masse popolari non
proletarie e guidarle a rivoltarsi con maggiore determinazione e forza
di quelle che oggi già praticano, su scala ancora più grande.

Noi comunisti facciamo una politica di principio. Ciò significa che
basiamo la nostra linea e le nostre operazioni sull'analisi di classe,
sui reali antagonismi di interessi e li traduciamo in programmi e
obiettivi politici. Per questo appoggiamo la rivolta anche delle masse
popolari non proletarie e appoggiamo ogni movimento che rende l'Italia
ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia. Per questo
promuoviamo in ogni azienda capitalista, in ogni azienda pubblica e in
ogni zona la moltiplicazione delle OO e OP, il loro coordinamento e il
loro orientamento a costituire un loro governo d'emergenza, il Governo
di Blocco Popolare [9]. Per questo ci appelliamo in particolare a tutti
gli operai avanzati perché costituiscano OO in ogni azienda capitalista.
Anche se i padroni hanno chiuso, ridotto, delocalizzato molte aziende
capitaliste, gli operai sono ancora una parte importante e autorevole
dei lavoratori. Ai fini dell'organizzazione, il lavoro nelle aziende
presenta per gli operai condizioni più favorevoli di quelle in cui si
trovano precari, artigiani e altre parti delle masse popolari.
Organizzarsi è anche l'unica via sicura per gli operai per difendere il
proprio posto di lavoro: sempre più è anche la via necessaria. In ogni
azienda capitalista già da subito gli operai devono costituire OO per
tutelare la sopravvivenza dell'azienda contro i piani dei padroni:
questi già oggi meditano se chiudere, ridimensionare, ampliare o
delocalizzare l'azienda, che considerano cosa loro, a secondo delle
opportunità di fare profitti che il capitale finanziario offre loro. Ma
le OO delle aziende capitaliste riescono a svolgere il loro ruolo di
difesa solo se passano all'attacco: se ogni OO estende la sua influenza
non solo tra gli operai dell'azienda ma anche sulle masse popolari della
zona e se si collega con le OO delle altre aziende e se insieme lavorano
a creare le condizioni per la costituzione del GBP, che sarà un salto
decisivo sulla via per instaurare il socialismo.

Con questa linea la classe operaia affermerà la sua egemonia e la sua
direzione su tutte le masse popolari, anche sulle masse popolari non
proletarie e cambierà il corso delle cose. E il primo paese imperialista
che compirà questo passo, indicherà la via e aprirà la strada anche alle
masse popolari degli altri paesi e godrà del loro appoggio. Così avrà
fine il capitalismo in tutto il mondo.

ABBASSO IL GOVERNO DELLE RAPINE E DELLE TASSE!

ABBASSO LE AUTORITÀ DELLA REPUBBLICA PONTIFICIA!

FACCIAMOLA FINITA CON LA PREPOTENZA DI BANCHE, ASSICURAZIONI E MONOPOLI!


TRASFORMARE LA RIBELLIONE E LA PROTESTA IN ORGANIZZAZIONE DELLE MASSE
POPOLARI FINO ALLA COSTITUZIONE DEL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE, IL
GOVERNO D’EMERGENZA DELLE MASSE POPOLARI ORGANIZZATE!

COSTITUIRE CLANDESTINAMENTE IN OGNI AZIENDA PRIVATA E PUBBLICA E IN OGNI
ZONA COMITATI DI PARTITO, MOLTIPLICARE LE OO E LE OP E FAVORIRE IL LORO
COORDINAMENTO E L’ORIENTAMENTO A COSTITUIRE UN LORO GOVERNO D’EMERGENZA!


SE VUOI FARE COMMENTI PROPOSTE O CRITICHE UTILIZZA QUESTO LINK [2]

_**************_

_ Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[10]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[10]_]._

[2]

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