mercoledì 20 novembre dalle 18 alle 19
sui gradini del palazzo ducale di genova 599° or ain silenzio per
la pace
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su
www.orainsilenzioperlapace.com
Pizza e bombe in
crociera
30mila chili
di pasta e 3 elicotteri da combattimento; mozzarelle,
panettoni, 18mila chili
di pomodori e 5 caccia intercettori; uno stuolo di
crocerossine, 12mila litri
di vino e i cannoncini delle fregate Freem. Con questo
carico (in piu' ci sono
anche missili, siluri e l'equipaggiamento dell'Eurofighter)
salpano oggi da
Civitavecchia la portaerei Cavour e la fregata Bergamini per
una lunga crociera
di 5 mesi.
In questo
lungo viaggio le nostre navi militari toccheranno una
ventina di paesi africani
e della penisola arabica (alcuni democratici, altri
tristemente noti per le
violazioni dei diritti umani e altri ancora attraversati da
violenze e
conflitti) per una missione che la marina militare ha ha
definito come
"concreta rappresentazione"
del
"sistema paese in movimento
": in sostanza le navi
militari
saranno un mega spazio espositivo delle "eccellenze del made
in
Italy", tra cui cannoni, aerei da guerra, missili e sistemi
radar. È uno
"spazio espositivo" molto esoso, visto che la portaerei
Cavour e'
costata almeno 2miliardi di euro (in ogni caso meglio che
sia usata per scopi
commerciali che per fare la guerra) e questo viaggetto di
cinque mesi costerà
20 milioni di euro (di cui 13 coperti da sponsor privati).
Il
tutto per un'operazione di marketing che -
a parte qualche infiorettatura umanitaria garantita dalle
crocerossine e dal
progetto dell'Operazione Smile - darà supporto alla nostra
industria militare
ed in particolare a Finmeccanica per vendere sistemi d'arma
a paesi che dovrebbero
stare sulla black list della comunità internazionale. È una
balla colossale
quella secondo cui la portaerei Cavour in questa crociera
sarà utilizzata per
il 70% (stima dell'Ammiraglio De Giorgi) per attività
umanitarie.
Pochi giorni
fa il ministro Mauro è apparso come un piazzista in uno spot
della Lockheed per
reclamizzare i cacciabombardieri F35 e ora sempre il
ministro della difesa
autorizza la marina militare a fare lo stesso con altri
sistemi d'arma. Marina
militare che con il suo ammiraglio De Giorgi rivendica
l'importanza di questa
missione ed il diritto ad «esportare armi» perché questo è
un «modo innovativo
di svolgere politica estera». Lo stesso ammiraglio - in una
intervista dai toni
insolitamente aggressivi, perché forse punto sul vivo -
afferma come la
militarità (sic) sia la base della nostra sicurezza
nazionale.
Che vendere
armi sia un «modo innovativo per svolgere politica estera» e
che la militarità
sia la base della nostra sicurezza la dice lunga sulla
sensibilità culturale e
istituzionale dei nostri vertici militari. E d'altronde con
un ministro della
difesa che dice «per amare la pace bisogna armare la pace»
cosa ci si potrebbe
aspettare? Eppure l'Italia si meriterebbe veramente qualcosa
di meglio: di non
buttare con la Legge di Stabilità più di 2 miliardi di euro
per le navi da
guerra Freem e di utilizzarli invece per il lavoro; di non
spendere 23,6
miliardi nel 2014 per la difesa, ma di destinare il 20%
delle spese militari
alla scuola e al welfare; di non fare più nel 2014 gli F35 e
magari comprare
con gli stessi soldi una ventina di Canadair per spegnere
gli incendi estivi.
Fonte:il manifesto Giulio
Marcon