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Auteur: aunchb -
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Sujet: [Forumlucca] FW: [FacciamoBreccia] Prete accusato di crimini contro l'umanità La Corte d'Appello: "No all'estradizione"


From: poidi@???
To: facciamobreccia@???
Date: Wed, 30 Oct 2013 11:49:21 +0100
Subject: [FacciamoBreccia] Prete accusato di crimini contro l'umanità La Corte d'Appello: "No all'estradizione"

da Repubblica

             
                         Prete accusato di crimini contro l'umanità
La Corte d'Appello: "No all'estradizione"
                Rigettata la richiesta di cattura emessa 
dall'Argentina sul capo di don Franco ReverberI, sacerdote sorbolese 
accusato di aver assistito a torture quando era cappellano militare 
sotto il regime di Videla.

             
                    di MARIA CHIARA PERRI


                Lo leggo dopo

         
         
    
    
    
         
    
    
         
             
    
         
         
         

             



         
         

    


    
        
        
        
                  Don Franco Reverberi, l'anziano sacerdote di Sorbolo 
accusato dalla procura di San Rafael in Argentina di crimini contro 
l'umanità per una presunta collaborazione col regime di Videla, non sarà
 estradato. Lo ha stabilito martedì mattina la prima sezione penale 
della Corte d'Appello di Bologna, chiamata a decidere sulla richiesta di
 cattura internazionale del prete 76enne che fu cappellano militare 
sotto la dittatura argentina, più di trent'anni fa. Il collegio 
giudicante ha dichiarato che “non sussistono le condizioni per 
l'accoglimento della domanda di estradizione” e depositerà le 
motivazioni della sentenza entro 60 giorni. Lo stesso procuratore 
generale Attilio Dardani aveva chiesto il rigetto della richiesta, così 
come l'avvocato difensore del prevosto sorbolese, Franco Magnani.


Il
caso esplose nel dicembre dello scorso anno, suscitando clamore a
livello nazionale: nella lista “wanted” del sito web dell'Interpol erano
comparse foto e generalità di un insospettabile prete sorbolese, don
Reverberi, espatriato con la famiglia in Argentina all'età di 11 anni e
rientrato in Italia nel 2010 per curare i propri problemi cardiaci e per trascorrere la vecchiaia nel paese natale .

Pesanti
le accuse mosse dalla procura di San Rafael, che ne chiedeva il
rintraccio e l'arresto: in qualità di cappellano militare don Reverberi
avrebbe assistito alle torture perpetrate dai militari di Videla contro i
dissidenti. L'anziano prete respinse ogni accusa, prima di “barricarsi” nella canonica assediata dai giornalisti

Il
procedimento giudiziario ha fatto il suo corso. Secondo gli accordi del
1986 che regolano l'estradizione tra Italia e Argentina, don Reverberi è
stato convocato lo scorso giugno dalla Procura generale di Bologna per
rispondere alla richiesta di estradizione. Ovviamente, ha rifiutato di
tornare volontariamente in Argentina. La domanda è così passata alla
Corte d'Appello. Nel corso dell'udienza di oggi, come detto, è stato lo
stesso procuratore generale a chiedere che l'anziano prete non venisse
estradato. Non ci sarebbero prove di colpevolezza fornite dagli
inquirenti argentini, che imputano a don Reverberi solo di “aver
assistito” alle torture. Se anche così fosse stato, questo non significa
necessariamente che il cappellano fosse connivente. Per assurdo, ha
sostenuto il pg, lo stesso si potrebbe dire infatti dei sacerdoti che
fino a pochi anni fa, anche in Europa, davano conforto ai condannati a
morte.

L'avvocato difensore Franco Magnani ha invece discusso nel
merito le accuse: don Franco Reverberi non sarebbe la persona che gli
inquirenti argentini cercano. E' stata prodotta documentazione della
Curia che attesta come il sacerdote abbia ricoperto il ruolo di
cappellano militare a San Rafael solo dal 1980, mentre i fatti che gli
vengono imputati risalgono al 1976, quando lui si trovava altrove. Sulle
imputazioni, inoltre, penderebbe la prescrizione. Lo Corte d'Appello ha
rigettato la domanda di estradizione: don Franco potrà rimanere a Sorbolo, dove tuttora risiede.

Per
il prete “wanted” la vicenda non è però ancora chiusa: “Aspettiamo le
motivazioni della sentenza – dice l'avvocato Franco Magnani – perché se
sono state accolte nel merito le nostre tesi difensive, anche in
Argentina dovranno tenerne conto”. E, forse, far cadere le accuse che
ancora oggi possono portare alla cattura di don Reverberi, se decidesse
di varcare i confini italiani.
        
        
    
    
    




















    


    










































































    
    
    
    
    
    
    















         
    
                (29 ottobre 2013)

    
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