[Forumlucca] Genuino clandestino a Firenze

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Autore: Aldo Zanchetta
Data:  
To: forumlucca, lucca-mattaccio
Oggetto: [Forumlucca] Genuino clandestino a Firenze

L’autogoverno della terra


Scritto da admin <http://www.recommon.org/author/admin/> il 25/10/2013.
Categoria Terra <http://www.recommon.org/category/terra/>

Flyer incontro nazionale genuino clandestino

Flyer incontro nazionale genuino clandestino

[di Eliana Caramelli] da comune-info.net
<http://comune-info.net/2013/10/terra/>

La rete di Genuino clandestino <http://genuinoclandestino.noblogs.org/> ,
comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare, si è data
appuntamento a Firenze dal 31 ottobre al 3 novembre. Il tema di questo
secondo incontro nazionale, dopo quello di aprile in Val di Susa, sarà
incentrato principalmente sul tema dell’opposizione alla vendita dei terreni
pubblici e il loro recupero attraverso un’agricoltura contadina, familiare e
di piccola scala, biologica e organica, fortemente in relazione con le
persone che abitano i luoghi.

In linea con quanto sta avvenendo nei paesi del Sud del mondo, nei quali i
terreni agricoli sono ormai diventati uno dei beni più “appetibili” dai
mercati finanziari internazionali, anche in Italia si sta assisten a
processi di “land grabbing”, ovvero di accaparramento delle terre (vedi gli
Arraffaterre <http://www.recommon.org/gli-arraffa-terre/> ). Così,
attraverso la cessione alla speculazione di una risorsa vitale quanto
l’acqua per il nostro sostentamento, l’interesse privato finisce ancora una
volta con l’essere messo al di sopra del bene comune. E a rischio, in Italia
come altrove, è la sovranità alimentare delle comunità locali.

Ma c’è chi non ci sta.

Genuino clandestino aveva già lanciato la campagna Terra Bene Comune nel
2009, quando era uscito il decreto “Salva Italia”, approvato dal governo
Monti e riconfermato da tutti i successivi, che prevede all’articolo 66 la
vendita dei terreni agricoli demaniali, stimati in 338.000 ettari ettari.

La campagna ha ripreso vigore quest’estate, soprattutto dopo le
dichiarazioni della ministra delle Politiche agricole, alimentari e
forestali Nunzia De Girolamo, sulla volontà del governo di affidare alla
Cassa Depositi e Prestiti la valutazione economica delle terre e la loro
messa “in valorizzazione” (leggi (s)vendita), per contribuire al risanamento
del debito pubblico. Una goccia di 6 miliardi di euro, in un mare di oltre
1900 miliardi. E’ evidente che gli interessi in gioco sono ben altri.

Così è stato stilato un nuovo manifesto che dice no alla vendita delle terre
pubbliche, compresi i terreni demaniali e quelli agricoli soggetti ad uso
civico; all’espansione del modello di produzione agroindustriale e
l’utilizzo di sementi Ogm; all’ulteriore consumo di suolo tramite
cementificazione, grandi opere, infrastrutture, speculazione edilizia; al
cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli e alla trasformazione di
fatto della destinazione agro-silvo-pastorale degli usi civici.

Allo stesso tempo il manifesto rivendica la gestione delle terre pubbliche
da parte delle comunità locali, secondo forme decise a livello territoriale
e in modo autonomo, lontano da logiche privatistiche e di concentrazione
nelle mani di pochi; chiede la messa a disposizione di terreni e beni
agricoli pubblici per “progetti di neo-ruralità”, attraverso rapporti
agevolati e di lunga durata, il sostegno privilegiato a progetti di
agricoltura comunitaria, sociale, organica e di sussistenza, e il
riconoscimento del diritto di abitare la terra; sostiene l’agricoltura
contadina che salvaguarda il patrimonio agro alimentare, presidia e tutela
il territorio, produce cibo sano rispettando l’ambiente e gli equilibri
sociali; persegue il mantenimento della vocazione agricola alimentare della
terra, per assicurare a tutti un cibo sano e culturalmente adeguato,
garantire l’accesso alla terra ai contadini, permettere l’autodeterminazione
locale delle produzioni e al contempo rafforzare le economie locali; propone
la costruzione di un’alleanza fra movimenti urbani, movimenti rurali e
singoli cittadini, che sappia riconnettere città e campagna e sostenere le
comunità locali in lotta contro la distruzione del loro ambiente di vita.

Viene strano pensare che l’opposizione nasca da chi una terra da coltivare
ce l’ha già. Mentre i cittadini, mediamente ormai abituati ad acquistare le
verdure nei banchi dei supermercati, hanno perso del tutto il legame con la
terra. Eppure gli aderenti al movimento di Genuino clandestino sembrano
determinati ad andare avanti e a trovare nuove condivisioni e alleanze.

La difesa delle terre agricole incontra infatti tantissimi nessi e
connessioni: con il movimento per l’acqua pubblica; con chi si batte contro
le infrastrutture e le grandi opere, gli inceneritori, gli impianti a
biomassa; con chi sta lavorando per la ripubblicizzazione della Cassa
Depositi e Prestiti e l’audit del debito; con i movimenti in difesa del
paesaggio; con le reti di economia solidale e i Gas; con chi sta ragionando
del rapporto tra proprietà e beni comuni; ma anche con i movimenti
anti-crisi e per un’altra idea di lavoro: l’agricoltura nel mondo fornisce
infatti una delle masse più grandi di lavoro e anche in Italia è l’unico
settore che ha retto ai colpi della crisi. Senza contare il numero anche
questo crescente di persone, soprattutto giovani, che vorrebbero tornare ad
essere contadini, ma alle quali è negato l’accesso alla terra.

Contrastare la vendita dei terreni agricoli pubblici e avviare azioni per
riappropiarsi di quelli abbandonati significa quindi dare una possibile
risposta a un sistema economico in totale crisi sistemica, tenendo conto
della tutela dell’ambiente e della salute, offrendo opportunità di un
reddito e di un lavoro dignitosi, ricreando relazioni con il territorio.

Dopo il successo della settimana di lotta, iniziata il 12 ottobre (a cui
molti degli aderenti a Genuino clandestino hanno dato il loro contributo in
vari luoghi), proseguita il 15 ottobre con l’iniziativa davanti a Cassa
Depositi e prestiti, per arrivare alle due belle giornate del 18 e 19
ottobre, anche l’appuntamento fiorentino è un’importante tappa verso la
difesa del territorio e dei beni comuni. Qui saranno protagonisti
soprattutto i contadini, ma è aperto a tutt*. Anche grazie agli appuntamenti
dell’Amiata, di Pisa (Common properties
<http://comune-info.net/2013/09/cambiare-marcia/> ) e di Parma sono già
numerosi gli intrecci e le collaborazioni avviate con altri pezzi del
movimento.

Il programma di Firenze (qui l’evento su facebook
<http://www.facebook.com/events/631882833530335/> ) si annuncia quindi ricco
e variegato: dall’apertura venerdì con una manifestazione in campo
all’azienda agricola di Mondeggi-Lappeggi, azienda di oltre cento ha di
ulivi e viti a pochi chilometri dalla città, oggi semi-abbandonata, di
proprietà della Provincia di Firenze che ha intenzione di venderla al
miglior offerente. Alle assemblee e gruppi di lavoro tematici di sabato 2
novembre, ospiti al centro sociale nEXt Emerson, ex fabbrica ora occupata e
autogestita. Per finire domenica con il mercato contadino assieme alla
Fierucola delle Lane in Piazza Santissima Annunziata a Firenze, dove saranno
i prodotti “genuini e clandestini” a parlare (e farsi assaggiare!) da soli.


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