Autore: Antonio Bruno Data: To: ambiente liguria, forumsege, Forum Sociale Ponente Genovese, forumgenova inventati Oggetto: [NuovoLab] I geologi rilanciano l’allarme rosso “Due anni dopo non è cambiato nulla”
I geologi rilanciano l’allarme rosso “Due anni dopo non è cambiato nulla”
MATTEO MACOR
«UNA bomba a orologeria ». A due anni esatti dalle alluvioni dell’autunno 2011, la Liguria è ancora quella terra in equilibrio instabile dove l’emergenza per dissesto idrogeologico «può scattare non appena piovono poche gocce in più del previsto». Lo hanno dimostrato il crollo di un ponte a Carasco, martedì scorso, come i disagi causati dai temporali di due giorni fa, nello Spezzino, e «così molto probabilmente sempre succederà — a mettere in guardia è il neopresidente dei geologi liguri, lo spezzino Carlo Malgarotto — almeno finché non si imparerà a convivere con la natura del nostro territorio e i cambiamenti climatici di questi ultimi anni».
Come Consiglio nazionale dei geologi, in relazione alle ultime precipitazioni in Liguria, avete parlato di “situazione intollerabile”...
«È intollerabile che, passati 24 mesi, non sia cambiato ancora nulla. Incidenti come quello di Carasco potrebbero capitarne a centinaia. Sono tutte spade di Damocle appese sulla testa dei nostri comuni: è ormai palese l’inadeguatezza delle nostre infrastrutture al variato regime climatico, così come è altrettanto chiara la necessità di adeguare le simulazioni degli eventi considerando il detrito e i tronchi che ostruiscono ponti, fiumi e tombinature».
La sua è un’accusa indiretta da rivolgere alla politica?
«Diciamo a chi ha avuto a disposizione gli ultimi due anni per risolvere qualcosa. La situazione drammatica del territorio ligure è dovuta a un insieme di fattori che sono cambiati negli ultimi anni, la si deve soprattutto al clima che cambia. Contrariamente a quello che si dice, non sono colpevoli gli amministratori di 20, 30, 40 anni fa: lo saranno quelli di oggi, se non si dimostreranno in grado di gestire la nuova situazione che si è venuta a creare».
Ovvero?
«Le precipitazioni in pochi, pochissimi
anni sono addirittura triplicate. Il problema principale però è la concentrazione. Ormai in qualche ora piove come in passato pioveva in sei mesi. Vanno trovate soluzioni tecniche per prevenire e far sì che il nostro fragile territorio regga di fronte a queste famose “bombe
d’acqua”».
In che modo piogge troppo concentrate mettono in pericolo il territorio?
«Quello ligure è molto complesso, un insieme di ammassi rocciosi particolarmente antichi e fragili, con scarse caratteristiche di resistenza meccanica. Se sollecitati cedono facilmente».
Parla di prevenzione e “ricette tecniche”.
«L’Ordine dei Geologi della Liguria ha istituito un gruppo di lavoro che dia indicazioni legislative precise per la prevenzione dei rischi da dissesto idrogeologico, con l’intento di semplificare le norme e dare sviluppo e sicurezza anche alle attività economiche distribuite nel territorio. A livello nazionale, come categoria abbiamo inviato al Ministero dell’Ambiente la nostra ricetta legislativa da dare alla politica per combattere il problema».
Cosa si potrebbe fare meglio, in Liguria come nel resto del Paese?
«Educare alla prevenzione perché i cittadini siano più consapevoli. Iniziare a pensare che sia meglio spostare una casa in riva a un fiume, piuttosto che costruire un argine alto dieci metri. E poi non abusare di concetti come la “messa in sicurezza”, che può rassicurare il cittadino o salvare la reputazione del politico, ma la maggior parte delle volte non funziona. Spesso puntellare una frana con un muro e quattro pali può essere ancora più pericoloso».
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antonio bruno
capogruppo Federazione Sinistra Comune di Genova
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