Poco tempo fa hanno preso vita i presidi di solidarietà per
i compagni e le compagne fermati durante la giornata di ieri: al carcere di
Rebibbia per le due compagne napoletane e al Regina Coeli per i compagni.
Durante il corteo di ieri le forze dell’ordine hanno fermato 15 manifestanti,
per i 6 dei quali, tra cui anche un minorenne, sono scattati gli arresti. In
qualche modo si doveva trovare dei mostri da sbattere in prima pagina per
giustificare il clima di paura e terrore creato dai media mainstream nei giorni
precedenti al corteo. Dato che, secondo i giornalisti, Roma si stava preparando
“al peggio”, “all’assedio da parte degli spaccavetrine, infiltrati e No Tav
(ormai diventati l’incarnazione dei black block) ”, servivano degli elementi per
poter applicare la solita dicotomia tra manifestanti “buoni” e “cattivi” e
raccontare la storia del corteo pacifico rovinato dalle solite teste calde. Ed
ecco che per i 15 fermi la Procura apre un fascicolo con accuse che vanno dalla
resistenza aggravata ai danneggiamenti.
Ciò di cui non si sono accorti i media, assorti nel criminalizzare e
decostruire, con scarso successo, una giornata di lotta senza precedenti, è che
il corteo era unito, e per quanto essi provino a incantare con lo spauracchio
dei balck block, ieri in piazza c’era una composizione sociale molto variegata:
i movimenti No Tav, No Muos, movimenti per la casa, tanti migranti e rifugiati
che hanno espresso la propria rabbia per le politiche omicide del governo in
materia di immigrazione. I 15 fermati non erano gli unici ad assediare i palazzi
del potere, insieme a loro c’erano altre 100 mila persone. A dimostrare ciò sono
stati anche i primi interventi durante l’assemblea a Porta Pia di stamattina, in
cui si è rifiutata con determinazione la dicotomia tra buoni e cattivi,
ribadendo l’unità del corteo e la condivisione degli obiettivi preposti. In
seguito è stato lanciato un presidio per la giornata di domani a Piazzale Clodio
davanti al tribunale, dove si terrà il processo per direttissima contro i
compagni fermati.