[foa_Boccaccio003] Nuova occupazione a Monza; Benvenuta K2o …

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Szerző: F.O.A. boccaccio003
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Címzett: FOA Boccaccio 003 - Monza
Tárgy: [foa_Boccaccio003] Nuova occupazione a Monza; Benvenuta K2o - via buonarroti 93 - monza
IL BOCCACCIO RADDOPPIA: NASCE “K2O” CONTRO L’EMERGENZA SFRATTI.



MOLTO PIU’ DI UNA CASA…UN LABORATORIO CITTADINO PERMANENTE SU PRATICHE
DI RESISTENZA E ATTACCO ALLA CRISI E ALLA PRECARIETA’, in via Buonarroti
93.



Il 15 maggio abbiamo occupato simbolicamente il primo piano degli uffici
dei Servizi Sociali di Monza in via Appiani mostrando come la pratica
dell’autorecupero degli appartamenti sfitti e degli stabili abbandonati
sia una delle risposte concrete alla situazione di crisi che mina il
diritto all’abitare.

Oggi occupiamo in maniera permanente K2occupato uno stabile in via
Buonarroti 93, angolo piazza Bonatti, a Monza a per rilanciare lo stesso
tema, facendo un passo in più: aprire a Monza un punto di incontro per
riflettere insieme sui problemi generati dalla crisi individuando
soluzioni originali e praticabili, attraverso uno sportello per il
diritto alla casa, laboratori anti-crisi, servizi di mutuo aiuto,
condivisione di saperi, offrendo in maniera incondizionata uno
spazio-rifugio a persone o famiglie sfrattate.

Nasce K2O contro l’emergenza sfratti: contiamo di rendere perfettamente
agibile e ospitale questo spazio entro fine novembre per ospitare la
prima famiglia che verrà esclusa dalla graduatoria d’emergenza che si
aprirà il 14 ottobre.



Calendario di iniziative pubbliche promosse da K20 E FOA BOCCACCIO:



14\10 h 10: presidio informativo davanti al Comune di Monza per
l’apertura della lista di emergenza;

16\10 h 18, K2O: incontro cittadino “Come uscire dalla crisi con
soluzioni originali” – segue aperitivo;

19\10 corteo nazionale a Roma “Un’unica grande opera: casa e reddito per
tutti”;

23\10 h 18, K2O: incontro cittadino “Pratiche di mutuo aiuto e
socialità: diverse esperienze per tutte le tasche” - segue aperitivo;

30\10 h 18, K2O: “Diritto all'abitare e governo dei territori: che le
connessioni non siano d'asfalto” - segue aperitivo.



FOA BOCCACCIO 003 & K2O



boccaccio.noblogs.org





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Con l’occupazione di oggi partecipiamo attivamente al 12 ottobre, data
nazionale di mobilitazione territoriale, in vista della giornata di
sollevazione generale del 19 ottobre a Roma.



Siamo fermamente convinti che la resistenza alla crisi e il ribaltamento
del paradigma della precarietà debba avvenire attraverso una capacità
protagonismo e organizzazione da parte dei soggetti sociali: non abbiamo
nessuna fiducia istituzioni svuotate di rappresentanza, delegittimate e
non credibili nelle loro “larghe intese”.



Oggi decine di soggettività in tutta Italia (collettivi politici,
associazioni, comitati, reti, singoli) prendono parola per rivendicare
forme dirette e reali di partecipazione, denunciare la
finanziarizzazione dei territori e la privatizzazione dei servizi
pubblici, reclamano uno stop immediato al consumo di suolo e la
costruzione dispositivi formali e informali di tutela dei beni comuni.
Questi temi saranno ripresi il 19/10 a Roma con una manifestazione
nazionale incentrata sul diritto all'abitare, sulle forme di
riappropriazione e sul reddito, al grido "Un'unica grande opera, casa e
reddito per tutti".

A Monza abbiamo deciso di occupare uno dei tanti edifici sfitti e
abbandonati di proprietà di una grande immobiliare per rispondere in
maniera immediata e diretta all’emergenza sfratti, mettendo in atto
realmente la pratica dell’autorecupero.

La casa si trova in un’area di proprietà della Giambelli Immobiliare,
sulla quale è prevista la costruzione dell’ennesimo plesso abitativo
destinato a rimanere invenduto o sfitto come altri 5000 appartamenti
privati che ci sono a Monza.

Questa circostanza tende a replicarsi da troppo tempo senza benefici né
per la collettività né per il territorio (leggi cementificazione).



Crediamo che a fronte della forte emergenza abitativa siano troppe le
case vuote a Monza: questa contraddizione dovrebbe essere una priorità
per l’amministrazione comunale, ma a due anni dal suo insediamento
prendiamo atto che sullo sfitto privato, soprattutto se tocca i grandi
interessi, nulla è stato fatto.



L’occupazione di oggi si inserisce in questa contraddizione: al termine
dei lavori di autorecupero parte dell’alloggio verrà assegnata alla
prima famiglia che sarà esclusa dalla graduatoria d’emergenza che aprirà
lunedì 14 ottobre.

Nel frattempo l’occupazione sarà un laboratorio politico permanente, con
focus particolare su pratiche alternative di abitare.



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Per comprendere a fondo le ragioni di questa scelta dell’occupazione di
oggi occorre fare un passo indietro e ripercorrere gli ultimi due anni
di attività politica del Comitato Monzese per il Diritto alla Casa.



Circa due anni fa il collettivo della FOA Boccaccio 003 iniziava a fare
i conti col problema del diritto all’abitare.

Il governo della città era in mano a una delle giunte più incompetenti e
reazionarie a memoria d'uomo: l'assessore alla sicurezza era un mancato
sceriffo con la psicosi dell'immigrazione e il pallino delle telecamere;
le politiche giovanili erano in mano a una PR di buona famiglia che
aveva avuto il merito di aver finanziato la campagna elettorale del suo
partito; l'assessorato alla casa era diventato un bacino di voti da
scambiare con l'assegnazione di un alloggio popolare e faceva capo a un
soggetto colluso con la criminalità organizzata; riassumendo, forse la
peggiore amministrazione della storia della città.

Negli stessi giorni il governo nazionale cambiava di mano; si passava da
Berlusconi a Monti, che schierava il nuovo governo a difesa del grande
capitale finanziario, mettendo in atto le stesse politiche di austerità
e precarizzazione che già colpivano Grecia e Spagna. Qualcuno vedeva
l'inizio della fine della crisi.

La realtà è stata ben altra: chi ancora riusciva a galleggiare e tirare
a fine mese veniva definitivamente affondato dalle politiche del Governo
Monti che, come era prevedibile, smantellò sistematicamente lo stato
sociale, usando come criteri per rilanciare il paese strumenti quali
flessibilità lavorativa, esternalizzazione dei servizi e taglio drastico
delle spese per le politiche sociali.

Con il suo governo, quelli che venivano chiamati diritti sono diventati
dei privilegi per pochi e un'enorme massa di persone si è trovata senza
nessuna rappresentanza sociale e politica.

In questa situazione economica e politica entriamo in contatto con H.:
anni e anni di lavoro, un figlio in arrivo, due da mandare a scuola,
l'inizio della cassa integrazione, un affitto troppo alto e infine
l'ovvia scelta: pago l'affitto o scelgo di vivere con quel briciolo di
dignità che ancora ci è concesso di avere? La situazione è la stessa di
quella di decine di altre famiglie che avremmo conosciuto in questi due
anni e di centinaia di altre persone (decine di migliaia in Italia) a
Monza. Anche la conseguenza è la stessa: SFRATTO PER MOROSITÀ.



H. infatti dopo poco viene sfrattato, la moglie e i figli vengono
mandati in un residence gestito da suore e dal costo piuttosto elevato
(superiore ai mille euro al mese); ad H. viene detto di arrangiarsi e
vivrà qualche mese con noi nella nuova sede della FOA Boccaccio in via
Rosmini 11 (ex centro sportivo AC Verga).

Riconoscemmo da subito l'amministrazione comunale come principale
responsabile di questa situazione: la gestione del patrimonio
immobiliare pubblico a Monza era indecente, per anni e anni le
manutenzioni erano state quasi inesistenti, le case popolari servivano
solo come passerella per la campagna elettorale di alcuni o come merce
di scambio per favori a parenti e amici, non esisteva la possibilità di
avere assegnata una casa d'emergenza se si era sotto sfratto.

Lo scontro fu diretto: un tentativo di confronto con l'assessore
Antonicelli finì con urla e insulti reciproci (difficile ottenere
qualcosa da chi si è invischiato con la gestione clientelare delle case
popolari); venne contestato anche il progetto, figlio della creatività
imprenditoriale dell'assessore Sassoli, che prevedeva un aiuto di mille
euro a chi accendeva un mutuo per comprare la prima casa.

Ci sentiamo così in dovere di organizzare tutte le persone che si
trovavano in quella situazione e di dare una risposta partigiana a chi
aveva il problema dello sfratto. La soluzione più diretta e spontanea
che ci venne in mente fu mettere immediatamente a calendario una serie
di picchetti antisfratto, ovvero mettere i nostri corpi a presidiare
alloggi e abitanti sotto sfratto, impendendo di compiere atti
illegittimi e umanamente vergognosi.

Fin dalle prime uscite in città sono in molti ad aggregarsi e a portare
la loro solidarietà ai picchetti.

Si costituisce quindi il Comitato Monzese per il Diritto alla Casa e le
relazioni si intrecciano anche durante altri momenti creando lo sviluppo
di pratiche di mutuo soccorso e socialità.



Il contesto politico che abbiamo davanti due anni dopo è sensibilmente
cambiato.

Lasciatici alle spalle l'incubo Mariani, abbiamo oggi a che fare con una
giunta abile nella gestione del consenso cittadino, ma pressoché inerte
nella costruzione di politiche sociali strutturali (e coraggiose). La
gestione dell'emergenza sfratti è esemplare in questo senso. Invece di
affrontare la questione alla radice, cioè come questione da costruire
all'interno di un progetto ampio di politiche sociali, la Giunta si
muove a piccoli passi, anche socialmente controproducenti quando
famiglie sfrattate vengono divise in alloggi d'emergenza in giro per la
Brianza. Una situazione che si annoda su se stessa nella quale al mantra
delle “mani legate” che riversa responsabilità sul Patto di stabilità e
su chi ha tolto l'IMU, dicendo che non ci sono soldi, fanno seguito
scelte economicamente non sostenibili, visto che gli alloggi d'emergenza
che il Comune di Monza trova in Comunità religiose o da privati sono
veramente onerosi.

Davanti a noi non vediamo alternative che non siano coraggiose.
Affrontare oggi l'emergenza abitativa significa affermare il diritto
all'abitare inteso non solo come diritto alla casa, ma come diritto al
vivere un’esistenza degna e libera: in altre parole, vogliamo porre con
forza la questione dei diritti e della loro ri-definizione alla luce
della trasformazione della città e del tessuto sociale, economico,
culturale, che la vive e le dà vita.

In questa ottica realizzato l’inchiesta video “Abitare a Monza”(
http://vimeo.com/56881512) ma soprattutto abbiamo redatto e presentato
in Comune il progetto “Autorecuperiamo Monza”
(http://boccaccio.noblogs.org/files/2013/01/Autorecuperiamo-Monza.pdf)

Successivamente il 15 maggio
(http://boccaccio.noblogs.org/post/2013/05/15/occupata-la-sede-dei-servizi-sociali-di-monza-in-via-appiani-17/) con l’occupazione simbolica della sede dei servizi sociali abbiamo messo in pratica un esempio di auto recupero sollecitando la giunta a intraprendere i passi necessari per concretizzare il progetto depositato mesi prima.