La comunità eritrea di Genova
commemorerà i morti di Lampedusa portando un lume o una
fiaccola alla 593° ora in silenzio per la pace, che si terrà
sui gradini del palazzo ducale di Genova mercoledì 9 ottobre
dalle 18 alle 19.
I pacifisti e pacifiste dell'ora in silenzio si sentono
onorati dal significato di questa scelta, e si augurano
numerose persone che vorranno condividere questo momento di
grande dolore ed indignazione
Incollo il volantino che verrà distribuito.
altre info su
www.orainsilenzioperlapace.org
Premio Nobel dell'ipocrisia
Per
quello che è
successo a Lampedusa non ci sono aggettivi. Ma le cose che si
sentono in queste
ore fanno venire la nausea Che significa proporre Lampedusa per
il Premio Nobel
per la pace, come Alfano sulla scia di Berlusconi? Con tutta
l'ammirazione che
possiamo provare per i singoli cittadini che si tuffano in mare
per salvare i
migranti, come è avvenuto tante volte in questi anni, in Sicilia
o in Puglia, è
evidente che la proposta di Alfano mira a una bella
auto-assoluzione dell'Italia
e, indirettamente, dei suoi brillanti governi.
Si
dice che alcuni
pescherecci abbiano ignorato l'incendio che ha preceduto
l'affondamento del
battello. E perché? Perché una norma del Testo unico
sull'immigrazione prevede
il sequestro delle barche che soccorrono i migranti, in quanto
si renderebbero
responsabili del «favoreggiamento» dell'immigrazione
clandestina. Una norma
ignobile, disumana, che espone i pescatori al rischio di perdere
imbarcazione e
lavoro
Quello
di Lampedusa è il
terzo caso di naufragio con strage di massa nel Mediterraneo. Il
primo avvenne
a fine dicembre 1996, quando una carretta maltese si scontrò con
la nave Yohan,
da cui stava trasbordando dei migranti, e colò a picco portando
con sé quasi
trecento esseri umani. L'anno dopo, la Kater i Rades affondò con
un'ottantina
di persone, perché entrata in collisione con la corvetta
italiana Sibilla, che
stava procedendo a una manovra di dissuasione, cioè stava
impedendo alla nave
albanese di proseguire verso l'Italia con il suo carico di
profughi.
Ed
eccoci all'ecatombe
dell'altro ieri. Qualcuno ci spiegherà prima o poi come è
possibile che un
barcone con centinaia di persone a bordo traversi il Canale di
Sicilia, e
arrivi fino a poche centinaia di metri da Lampedusa, in una zona
di mare
sorvegliata da radar, satelliti e battelli militari di ogni
tipo, senza che
nessuno, tranne uno o due barche da diporto, se ne accorga. Con
tutta la
paranoia pubblica e ufficiale che circonda la sorveglianza dei
nostri confini,
il fatto è inspiegabile. E temiamo che resterà tale.
Ma
la questione
essenziale è che, finché migranti e profughi saranno costretti
alle ventura in
mare, questi naufragi si ripeteranno. Ma non perché non funziona
Frontex, ma
esattamente perché c'è Frontex. Questa bella trovata della
burocrazia europea
non ha il compito di proteggere i migranti, ma, esattamente, di
tenerli lontani
- e cioè di rafforzare la clandestinità a cui i migranti sono
costretti e che
ne ha portato 20.000 ad annegare nel Canale di Sicilia e nel
resto del Mediterraneo.
È un circuito infernale. Leggi come la Turco-Napolitano e la
Bossi-Fini hanno
sempre avuto lo scopo di impedire l'accesso legale dei migranti
in Europa, con
i respingimenti, le norme draconiane sul favoreggiamento e i Cpt
o Cie. Chi ha
di fronte a sé la prospettiva della morte in guerra o per fame
non può che
tentare la via del mare. È vero che scafisti e canaglie d'ogni
genere li
traghettano a pagamento verso l'Europa. Ma smettiamo di
considerare
responsabili solo loro. Se vogliamo che queste stragi finiscano
permettiamo ai
profughi e migrati di trovare una possibilità da noi. Facciamoli
entrare
legalmente. Non sono milioni, come blaterano i paranoici e i
leghisti. Sono
centinaia di migliaia di esseri che ci chiamano. E noi, i civili
europei, siamo
cinquecento milioni di sordi
.
Tratto
da un articolo de il
manifesto 2013.10.05 Alessandro Dal Lago