Grazie a
chi ci aiuterà a far circolare questo messaggio
Mercoledì
11 settembre dalle 18 alle
19 sui gradini del palazzo ducale di genova, 589° ora in
silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito
altre info su
www.orainsilenzioperlapace.org
Sono trascorsi 12 anni dalla nostra
prima ora in
silenzio
Mercoledì 11
settembre 2001 alle 15 circa ora italiana gli aerei si
abbattevano sulle torri
gemelle; pochi giorni dopo iniziavamo la nostra presenza in
piazza De Ferrari
Quest'anno
l'11 settembre cade di mercoledì proprio come allora. Nel
frattempo, le parole,
le bombe i morti non si sono contati, intere popolazioni
decimate dalle guerre
“umanitarie”, combattute, guerreggiate ecc. Ora
si sta preparando
l'ennesima aberrazione nei confronti dell'umanità. Il
mondo pacifista non è in grado di farsi sentire e molti/e si
chiedono che fine
abbia fatto.
Dal lontano,
si fa per dire perché difficilmente dimenticabile, 11
settembre cileno, quando
la Cia aiutò i militari golpisti di Pinochet a destituire nel
sangue il
presidente Allende democraticamente eletto, ed instaurarono un
feroce regime
fascista che per decenni uccise, incarcerò e torturò gli
oppositori. Nessuno,
allora, si sognò di incaricare qualche “potenza” di bombardare
la residenza del
generale Pinochet. Né oggi nessuno si sogna di proporre di
bombardare Tel Aviv,
il cui governo non scherza quanto a violazioni di diritti
umani
All'11
settembre 2001 quando quel che chiamiamo Al Qaeda, costituito
da cellule e
organismi spesso e volentieri in contatto con gli interessi
statunitensi nel
mondo (dall'Afghanistan, alla Bosnia), colpirono il simbolo
delle Torri
gemelle. Avvenimento, avvolto ancora in una nebulosa di
responsabilità delle
quali non sappiamo ancora granché, che ha vittimizzato la
sensibilità americana,
tanto che Gorge W. Bush ne ha tratto vantaggio per scatenare
due guerre, una di
vendetta in Afghanistan e l'altra inventata di sana pianta in
Iraq. Entrambe
sanguinose e inconcluse. E che ha prodotto tra l'altro gli
inferni
concentrazionari delle prigioni di Bagram e Abu Ghraib e del
campo di
concentramento di Guantanamo, che Obama non ha mai chiuso per
mandare un
messaggio alle cellule jihadiste e qaediste. Le quali,
nonostante sia stato
assassinato come da copione cinematografico Osama bin Laden,
sembravano
sconfitte e invece sono vive, forti e vegete proprio nella
guerra civile
siriana.
Lì, in
Siria, una guerra civile feroce c'è già, con eccidi efferati e
uso di armi
proibite da una parte e dall'altra. Una guerra civile, ecco il
punto, per la
quale gli Stati uniti di Obama non sono innocenti arbitri,
perché da loro è
stata alimentata con finanziamenti e armi ai ribelli
attraverso la coalizione
degli «Amici della Siria» (Stati uniti, la «democratica» ed
atlantica Turchia,
Gran Bretagna, più le petromonarchie dell'Arabia saudita e del
Qatar). Un vero
e proprio intervento armato, fatto anche di tante "operazioni
coperte", che dura da un anno e sei mesi e che ha sempre
bloccato e
impedito il dislocarsi sul campo di ben due missioni delle
Nazioni unite
Un tempo
definirono il movimento pacifista la «seconda potenza
mondiale». Malgrado
l'impegno generoso e le manifestazioni oceaniche, la «seconda
potenza» non è
mai riuscita ad arrestare la macchina bellica. E da alcuni
anni appare incapace
e divisa.
Abbiamo
visto come un segno di speranza i sagrati delle chiese piene
di persone di
diverse religioni rispondere all’appello del papa contro la
guerra. Molto meno
ci hanno convinto l’adesione del ministro della difesa e del
presidente del
consiglio. Ma noi pacifisti laici e di sinistra rimaniamo sui
gradini del
ducale, come dodici anni fa, convinti che la guerra non sia
mai una soluzione.
E continuiamo a rivendicare, come facemmo con migliaia di
altri durante il g8
di Genova, la globalizzazione dei diritti e la giustizia nei
rapporti tra le
persone e tra i popoli