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Aihe: [Forumlucca] ricordiamo domani lunedì fra le 17,30 e le 19,30 la presenza in Piazza San Michele
BUGIE DI GUERRA

Wesley Clark, ex comandante Nato nelle operazioni nella ex Jugoslavia. Da un
suo libro di memorie (Wesley Clark, Winning Modern Wars, p. 130).:

“Nel Pentagono, nel novembre 2001, uno dei più alti ufficiali ebbe il tempo
per una chiacchierata. Sì, eravamo ancora in pista per andare contro l’Iraq,
ha detto. Ma c’era di più. Questo è stato oggetto di discussione nell’ambito
della pianificazione di una campagna quinquennale, ha detto, e vi rientra un
totale di sette paesi, a partire…

…dall’Iraq, FATTO

poi Siria, IN CORSO D’OPERA

Libano, VEDI SIRIA

Iran, UN ATTIMO; PRIMA LA SIRIA PER LIBERARE LA STRADA

Somalia, FATTO (con le pive nel sacco)

Sudan, BEN BOMBARDATO A SUO TEMPO

STRADA FACENDO: LIBIA (fatto), MALI (fatto), COSTA DI MARFIL (fatto)……

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Nell’Introduzione al libro Menzogne di guerra. Le bugie della NATO e le loro
vittime nel conflitto per il Kosovo, di Jürgen Elsässer, ed La Città del
Sole, 2002, Andrea Catone, racconta come la Hill&Knowlton, “ditta USA di
<pubbliche relazioni>, specializzata nella creazione di immagini positive
per le dittature di tutto il mondo, si fosse adoperata per diffondere
l’immagine serbi=nazisti dopo che il New York Time del 23 agosto 1992 aveva
pubblicato: <<I servizi di informazione USA hanno raddoppiato gli sforzi ma
non hanno trovato alcuna prova di sistematici massacri dei prigionieri
croati o musulmani nei campi serbi>>. Cita poi lo scrittore belga Michel
Collon che in un libro di un anno prima dello scoppio del conflitto
jugoslavo, Poker Menteur – Les grandes puissances, la Yugoslavie et les
prochaines guerres, aveva smontato “i falsi più marchiani”. Scrive Collon,
riferendosi a una foto pubblicata da molti giornali, fra cui la Repubblica,:

Il giornalista tedesco Thomas Deichmann è andato a svolgere un’inchiesta sul
posto. Ha constatato che questo campo non è mai stato circondato da filo
spinato. Infatti questo è stato messo solo attorno al luogo in cui si
trovavano i giornalisti internazionali venuti a filmare. Allo scopo di
proteggere il loro materiale dai furti! Deichmann ha anche controllato
l’insieme delle cassette girate da ITN. Le immagini confermano
indiscutibilmente che le persone non erano rinchiuse. Ha anche interrogato
parecchi testimoni secondo i quali, in quel campo, le persone erano venute a
rifugiarsi per cercare protezione contro le aggressioni delle milizie
locali. (ITN era l’autrice del Ma sempre Collon, citato da Catone, scrive
parlando di un “concorrente” della Hill&Knowlton, la Ruder&Finn: “L’enorme
impatto dei pretesi <<campi serbi di purificazione” è loro opera… Diffusa in
agosto, la storia dei campi di concentramento galvanizzò l’opinione pubblica
americana. Un sondaggio di Newsweek registrò un forte cambiamento: da 35% di
sostegno ai bombardamenti aerei prima, al 53% dopo la storia…Ma come ha
fatto Ruder&Finn a manipolare l’opinione pubblica su questi campi? Il suo
direttore, James Harf, lo spiega al giornalista francese Merlino: <<Abbiamo
convinto tre grandi organizzazioni ebraiche: B’nai Brith Anti-Difamation
League, American Jewish Committee e American Jewish Congress. Abbiamo
suggerito loro di pubblicare un trafiletto nel New York Times e di
organizzare una manifestazione di protesta davanti alle Nazioni Unite. La
cosa è andata in maniera formidabile: l’ingresso in gioco delle
organizzazioni ebraiche a fianco dei bosniaci fu uno straordinario colpo a
poker. Automaticamente abbiamo potuto far coincidere, nell’opinione
pubblica, serbi e nazisti.>>

Alla domanda di Merlino: “Vi rendete conto della vostra enorme
responsabilità?” Harf risponde: “Noi siamo professionisti. Avevamo un lavoro
da compiere e l’abbiamo fatto. Noi non siamo pagati per fare la morale”. Più
oltre Harf afferma: <<La rapidità è un elemento essenziale. Noi sappiamo
perfettamente che è la prima affermazione che conta. Le smentite non hanno
alcuna efficacia.>> (documentario trasmesso nel 1992 da una rete televisiva
inglese dal titolo “I serbi organizzano in Bosnia campi di sterminio”, nota
mia)

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NEW YORK - Al Consiglio di Sicurezza dell'Onu il Segretario di Stato
americano Colin Powell ha presentato le prove trovate dagli Stati Uniti
delle violazioni alla risoluzione 1441 dell'Onu e del possesso di armi di
distruzione di massa da parte dell'Iraq. (Ecco la sintesi
<javascript:pr4('/Primo_Piano/Esteri/2003/02_Febbraio/05/discorso.shtml',450
,500)> del discorso e il video
<javascript:openlink('http://www.whitehouse.gov/news/releases/2003/02/200302
05-powell.v.html')> ).



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