fabio sebastiani
"Ci sono almeno 40mila pensioni sopra i 90mila euro". Intervista a Damiano
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4b77b58eceed941d6a9cfbf0272_175x175.jpegUn altro intervento sulle pensioni
sembra profilarsi allorizzonte. In parte connesso anche con la partita del
pubblico impiego. Cosa bolle in pentola?
Ho chiesto con Brunetta una cabina di regia del governo perché bisogna avere
una visione di medio periodo sugli interventi da fare, guai se ci fosse una
politica dei due tempi; ovvero, adesso soddisfiamo le esigenze del
centrodestra con lImu, e poi in un secondo tempo vedremo se si può fare
qualcosa sulle emergenze sociali: non è accettabile. Per questo chiedo che
il governo elenchi linsieme delle priorità. Il Pd quindi deve far sentire
la sua voce e sottolineare i contenuti. Tra questi oltre alla cassa
integrazione cè il tema delle pensioni.
Giovannini dice che non sarà una controriforma. Di per sé non è molto
rassicurante
Ho visto che Giovannini è tornato a parlarne dice che non si tratta di farne
una controriforma. Non mi soffermo sulle parole ma è chiaro che alcune
normative, per esempio la riforma Fornero, devono essere corrette. Ci sono
almeno tre punti: il primo è quello dei cosiddetti esodati. Questo problema
va risolto. Secondo me si sbaglia se si torna a fare dei numeri. Perché i
numeri sono ingannevoli. Bisogna però partire con i criteri in base ai quali
coloro che hanno rinunciato al lavoro, o sono usciti, entro il 31 dicembre
del 2011 hanno diritto ad accedere con le regole ante-Fornero. Del resto,
abbiamo già costituito un fondo al tempo del governo Monti. Il secondo punto
è che per chi è entrato in una situazione di difficoltà a partire dal 2012
bisogna trovare soluzioni più flessibili e graduali di uscita rispetto alla
rigidità della riforma Fornero. La nostra proposta prevede con 35 anni e
l8% di penalizzazione di andare in pensione nel tempo giusto. Del resto, di
queste cose ne ha parlato anche Letta nel momento di insediarsi. Su questo
punto noi non vogliamo rinunciare. Il governo faccia le proposte e noi le
ascolteremo.
Che numeri produce questa impostazione?
Non ho numeri. Però lanticipo proposto porta ad uscire quattro anni prima.
Il succo è offrire al lavoratore la possibilità di una scelta. Inoltre nella
nostra proposta si fissano i 41 anni per uomo e donna come strumento che
consente di andare in pensione senza penalizzazione e indipendentemente
dalletà anagrafica.
Parlavi di tre punti prioritari
La terza questione è quella delle ricongiunzioni, tra Inpdap e Inps, ovvero
tra pubblico e privato. La ricongiunzione deve tornare ad essere gratuita,
evitando che ci siano lavoratori che traggano dei benefici. La norma lha
voluta Berlusconi che ha reso voleva impedire che le donne utilizzassero
lescamotage della ricongiunzione per avere trattamenti più vantaggiosi.
Sulle pensioni doro, finalmente a tema, ognuno ha la sua formuletta, che
vuol dire in soldoni il suo orticello da difendere.
Secondo me un intervento sulle pensioni doro è possibile, perché oltre i 90
mila euro allanno, ci sono 20mila nel privato e altrettanti nel pubblico.
Pensare poi che le pensioni altissime diano un contributo di solidarietà non
sarebbe male. Nel rispetto delle sentenze, si può provare con un adeguamento
del calcolo oppure il congelamento strutturale dellindicizzazione. Risorse
che se vengono risparmiato devono tornare alla previdenza aumentando le
pensioni basse.
La riforma della previdenza torna utile soprattutto per il pubblico impiego,
o no?
Possono essere regole universali che valgono per tutti. Il governo esclude i
prepensionamenti, però. Infatti, la mia proposta va in q uesta direzione. I
paradossi che si sono creati è che chi vuole restare viene mandato in
pensione e chi vuole andar via lo vogliono trattenere. Detto questo, è
chiaro che noi dobbiamo affrontare la questione dei precari e del turn over.
Al 31 dicembre scade lennesima proroga. E non si possono fare altre
proroghe. La questione va risolta come al tempo del governo Prodi con un mix
di potenziali assunzioni tra precari e vincitori di concorso. Bisogna poi
utilizzare tutti gli spazi esistenti dai pensionamenti anticipati.
E dallo spaventapasseri della mobilità
Nel pubblico impiego, la mobilità da ufficio a ufficio nella pubblica
amministrazione non deve spaventare. Torino quando in Fiat cera il calo di
mercato nellauto e crescita nei veicoli industriali facevamo accordi per
trasferire lavoratori dellauto allIveco. Nessuno si è mai lamentato.
Sì, ma questa tanto sbandierata stabilizzazione dei precari rischia di avere
tempi biblici ed effetti ridotti.
Beh, intanto cominciamo. Bisognerà procedere per gradi. Cominciamo a dare
una soluzione però.
Intanto però DAlia vuole firmare una grande ristrutturazione del settore
Cosa dovremo ancora fare nel pubblico impiego dopo il blocco dei contratti
si tratta piuttosto di aprire i tavoli di trattativa per adeguare le
normative e gli aumenti a partire dal 2015, non vedo altri interventi
drastici. Certo, bisogna sfoltire con misure consensuali.