mercoledì 21 agosto dalle 18 alle 19
sui gradini del palazzo ducale di genova, 586° ora in silenzio per
la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su
www.orainsilenzioperlapace.org.
Grazie a chi ci aiuterà a diffondere questa informazione
Quando i militari “rimettono le cose a posto”
Da “L’obbedienza non è più una virtù” di Don Lorenzo Milani:
"Nel 1898 il Re «Buono» onorò della Gran Croce Militare il
generale Bava Beccaris per i suoi meriti in una guerra che è
bene ricordare. L'avversario era una folla di mendicanti che
aspettavano la minestra davanti a un convento a Milano. Il
Generale li prese a colpi di cannone e di mortaio solo perché i
ricchi (allora come oggi) esigevano il privilegio di non pagare
tasse. Volevano sostituire la tassa sulla polenta con qualcosa
di peggio per i poveri e di meglio per loro. Ebbero quel che
volevano. I morti furono 80, i feriti innumerevoli. Fra i
soldati non ci fu né un ferito né un obiettore. Finito il
servizio militare tornarono a casa a mangiar polenta. Poca
perché era rincarata.
Eppure gli ufficiali seguitarono a farli gridare «Savoia»
anche quando li portarono a aggredire due volte (1896 e 1935) un
popolo pacifico e lontano che certo non minacciava i confini
della nostra Patria. Era l'unico popolo nero che non fosse
ancora appestato dalla peste del colonialismo europeo.(….)
Poi siamo al '14. L'Italia aggredì l'Austria con cui questa
volta era alleata.
Battisti era un Patriota o un disertore? È un piccolo
particolare che va chiarito se volete parlare di Patria. Avete
detto ai vostri ragazzi che quella guerra si poteva evitare? Che
Giolitti aveva la certezza di poter ottenere gratis quello che
poi fu ottenuto con 600.000 morti?
Che la stragrande maggioranza della Camera era con lui (450
su 508)? Era dunque la Patria che chiamava alle armi? E se anche
chiamava, non chiamava forse a una «inutile strage»?
Era nel '22 che bisognava difendere la Patria aggredita. Ma
l'esercito non la difese. Stette a aspettare gli ordini che non
vennero.
Nel '36 50.000 soldati italiani si trovarono imbarcati
verso una nuova infame aggressione: Avevano avuto la cartolina
di precetto per andar «volontari» a aggredire l'infelice popolo
spagnolo.
Erano corsi in aiuto d'un generale traditore della sua
Patria, ribelle al suo legittimo governo e al popolo suo
sovrano. Coll'aiuto italiano e al prezzo d'un milione e mezzo di
morti riuscì a ottenere quello che volevano i ricchi: blocco dei
salari e non dei prezzi, abolizione dello sciopero, del
sindacato, dei partiti, d'ogni libertà civile e religiosa.(….)"
Questa volta accade in Egitto: ancora una volta i militari escono
dalle caserme e dichiarano che “rimetteranno le cose a posto”.
Qualunque cosa si pensi del deposto presidente Morsi i militari
egiziani si comportano come tutti i militari golpisti della
storia: uccidono, incarcerano, torturano e si preparano a
giustificarsi dicendo che “obbedivano agli ordini”.
Innumerevoli sono gli esempi di colpi di stato militari,
organizzati sia da eserciti di leva, sia da eserciti di
professionisti: per limitarsi ai casi più noti si possono citare:
Argentina 1962, Brasile 1964,Grecia 1967, Libia 1969, Cile 1973,
Argentina 1976, ancora Argentina 1971, Tunisia 1987, Mauritania
2005, Honduras 2009, Niger 2009, Togo 2010, Mali 2012…e via
elencando. Inutile ricordare che spesso dietro gli eserciti
golpisti compariva l’ombra onnipotente degli USA.
il presidente Obama “minaccia” lo stop a collaborazione militare
con l’Egitto. E il governo italiano non pensa minimamente ad
interrompere il commercio di armi (“Proprio ora che servono? “
Avrà cinicamente, o realisticamente, pensato qualcuno….. Cos’altro
deve accadere nelle piazze egiziane perché si interrompa qualsiasi
tipo di collaborazione con le forze armate?
E in Italia? E’ più che giustificata la preoccupazione di chi,
come abbiamo fatto anche noi la scorsa settimana, preferirebbe non
leggere nella Direttiva ministeriale in merito alla politica
militare per l’anno 2013” (vedi qui:
http://www.difesa.it) queste
parole:
L’Italia, pertanto, «deve operare con determinazione per azzerare
il deficit di bilancio e ricondurre nei tempi previsti il debito
pubblico entro i limiti stabiliti a livello europeo»………«Il
mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio lungo un
arco di tempo pluriennale – conclude la nota – rappresenterà,
quindi, un vincolo ineludibile nella definizione delle scelte in
materia di difesa che, negli anni, saranno adottate…
Parole discutibili se pronunciate da un ministro del bilancio, ma
decisamente preoccupanti se diffuse dal ministero della difesa…..