Mercoledì scorso eravamo in tanti/e
contro l'acquisto degli F35: singoli/e ed appartenenti ad
organizzazioni politiche e sindacali
L'ora in silenzio per la pace
www.orainsilenzioperlapace.org
continua, come ogni mercoledì.
Non lasciateci soli/e sui gradini del palazzo ducale.o per la 582°
ora: mercoledì 24 luglio dalle 18 alle 19.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Un'amnistia per i reati sociali
Negli ultimi mesi, fra alcune realtà
sociali, politiche e di movimento, ma anche singoli
attivisti e avvocati, è
nato un dibattito sulla necessità di lanciare una campagna
politica
sull'amnistia sociale e per l'abrogazione di quell'insieme
di norme che
connotano l'intero ordinamento giuridico italiano e
costituiscono un vero e
proprio arsenale repressivo e autoritario dispiegato
contro i movimenti più
avanzati della società.
Da tempo l'Osservatorio sulla
repressione ha iniziato a effettuare un censimento sulle
denunce penali contro
militanti politici e attivisti di lotte sociali. Ora abbiamo
la necessità, per
costruire la campagna, di un quadro quanto più possibile
completo, che porterà
alla creazione di un database consultabile on-line. Ad oggi
sono state censite
17 mila denunce.
Il nuovo clima di effervescenza sociale
degli ultimi anni, che non ha coinvolto solo i tradizionali
settori
dell'attivismo politico più radicale ma anche ampie realtà
popolari, ha portato
a una pesante rappresaglia repressiva, come già era accaduto
nei precedenti
cicli di lotte. Migliaia di persone che si trovavano a
combattere con la
mancanza di case, la disoccupazione, l'assenza di adeguate
strutture sanitarie,
la decadenza della scuola, il peggioramento delle condizioni
di lavoro, il
saccheggio e la devastazione di interi territori in nome del
profitto, sono
state sottoposte a procedimenti penali o colpite da misure
di polizia. Così
come sono stati condannati e denunciati militanti politici
che hanno
partecipato alle mobilitazioni di Napoli e Genova 2001 e
alle manifestazioni
del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre
2011 a
Roma.
Il conflitto sociale viene ridotto a
mera questione di ordine pubblico[…..] Un "dispositivo" di
governo
che è stato portato all'estremo con l'occupazione militare
della Val di Susa.
Una delle conseguenze di questa gestione dell'ordine
pubblico, applicato non
solo alle lotte sociali ma anche ai comportamenti
devianti, è il
sovraffollamento delle carceri, additate dalla anche
comunità internazionale
come luoghi di afflizione dove i detenuti vivono privi
delle più elementari
garanzie civili e umane. Ad esse si affiancano i CIE, dove
sono recluse persone
private della libertà e di ogni diritto solo perché senza
lavoro o permesso di
permanenza in quanto migranti, e gli OPG, gli ospedali di
reclusione
psichiatrica più volte destinati alla chiusura, che
rimangono a baluardo della
volontà istituzionale di esclusione totale e emarginazione
dei soggetti sociali
più deboli.
Sempre più spesso dunque i magistrati
dalle aule dei tribunali italiani motivano le loro accuse
sulla base della
pericolosità sociale dell'individuo che protesta: un
diverso, un disadattato,
un ribelle, a cui di volta in volta si applicano misure
giuridiche
straordinarie.[…..] -È ciò che alcuni giuristi denunciano
come spostamento, sul
piano del diritto penale, da un sistema giuridico basato sui
diritti della
persona a un sistema fondato prevalentemente sulla ragion di
Stato.[…]
Non è quindi un caso che dal 2001 a
oggi, con l'avanzare
della crisi economica e l'aumento delle lotte, si contano 11
sentenze
definitive per i reati di devastazione e saccheggio,
compresa quella per i
fatti di Genova
2001, a
cui vanno aggiunte 7 persone condannate in primo grado a 6
anni di reclusione
per i fatti accaduti il 15 ottobre
2011 a
Roma, mentre per la stessa
manifestazione altre 18 sono ora imputate ed è in corso il
processo.
[….]. Le amnistie sono un corollario
del diritto di resistenza. Lanciare una campagna per
l'amnistia sociale vuole
dire salvaguardare l'azione collettiva e rilanciare una
teoria della
trasformazione, dove il conflitto, l'azione dal basso, anche
nelle sue forme di
rottura, di opposizione più dura, riveste una valenza
positiva quale forza
motrice del cambiament
o.
Aprire un percorso di lotta e una
vertenza per l'amnistia sociale - che copra reati, denunce e
condanne
utilizzati per reprimere lotte sociali, manifestazioni,
battaglie sui
territori, scontri di piazza […], può contribuire a mettere
in discussione la
legittimità dell'arsenale emergenziale e fungere da vettore
per un
percorso
verso una amnistia generale
[….]
Riportando l'attenzione dei movimenti verso l'esercizio di
una critica radicale
della società penale che preveda anche l'abolizione
dell'ergastolo e della
tortura dell'art. 41 bis.
Chiediamo a
tutti e tutte i singoli, le realtà sociali e politiche
l'adesione a questo
manifesto, per iniziare un percorso comune di l'avvio della
campagna per
l'amnistia sociale
.
Le
adesioni
vanno inviate a:
osservatorio.repressione@??? oppure
amnistiasociale@???
Prime
firme
: Acad, Associazione contro abusi in
divisa onlus, Blocchi Precari Metropolitani, Roma,
Coordinamento regionale dei
Comitati NoMuos, Comitato Piazza Carlo Giuliani -
Genova, Confederazione Cobas,
Unione sindacale di base, Legal Team Italia. Movimento
No Tav, Osservatorio
sulla repressione, Rete 28 aprile Fiom-opposizione Cgil,
Consiglio
Metropolitano di Roma, Cpoa Rialzo, Cosenza, Csa
Depistaggio, Benevent, Csa
Germinal Cimarelli, Terni, Csoa Angelina Cartella,
Reggio Calabria
Il
manifesto
ela iista delle adesioni integrali su:
www.osservatoriorepressione.org,
www.insorgenze.wordpress.com
e
sulla pagina Facebook.com/amnistiasociale