[autorgstudbo] Domani >>> L’arte dell’incontro: “Letteraria”…

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Sujet: [autorgstudbo] Domani >>> L’arte dell’incontro: “Letteraria” e i vini di “Fermento”
VENERDI' 12 LUGLIO'013 dalle 19

@ Spazio libero autogestito - via P.Fabbri 110

L'arte dell'incontro: "Letteraria" e i vini di "Fermento"

- dalle 19: aperitivo musicale e cena sociale con i vini non omologati
di "Fermento": questa sera, la malvasia “non filtrata” di Toni Bigai.

- alle 21: presentazione dell'ultimo numero, dedicato all'arte
dell'incontro, della nuova rivista "Letteraria" fondata da Stefano
Tassinari. Con la partecipazione di alcuni degli autori che hanno
contribuito alla sua realizzazione.

Link: http://vag61.noblogs.org/post/2013/07/05/larte-dellincontro-letteraria-e-i-vini-di-fermento/

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NUOVA RIVISTA LETTERARIA

Semestrale di letteratura sociale (ed. Alegre), fondato da Stefano
Tassinari. Hanno collaborato all'ultimo numero: Silvia Albertazzi,
Bruno Arpaia, Antonella Beccaria, Sandro Bellassai, Giuseppe Ciarallo,
Collettivo ex Cuem libreria autogestita, Maria Rosa Cutrufelli,
Tommaso De Lorenzis, Girolamo De Michele, Angelo Ferracuti, Fabio
Franzin, Agostino Giordano, Milena Magnani, Alberto Prunetti, Serge
Quadruppani, Alberto Sebastiani, Paolo Vachino, Massimo Vaggi,
Alejandro, Wu Ming 1.

Dall'editoriale di Wu Ming 1: "Possibilità o impossibilità
dell’incontro. Come avviene un incontro? Come funziona? Quali reazioni
scatena? Che conseguenze ha? Dobbiamo intenderci sul senso che diamo
alle parole: per «incontro» intendiamo l’incrocio inatteso dei
tragitti, l’imprevedibile convergere degli sguardi e dei corpi, la
miscela eterogenea che riempie contenitori in teoria destinati ad
altro uso. Incontro è la creolizzazione delle culture, incontro è
l’alleanza in una lotta tra soggetti che non avrebbero mai pensato di
ritrovarsi insieme, incontro è una comunità di lettori che «adotta» un
libro e ne prolunga e fa vivere le parole e le storie. L’incontro è
fecondo, generativo, fondativo; produce cooperazione sociale,
convivialità, affinità tra diversi. L’incontro introduce una
discontinuità, spezza una o più serie ripetitive di azioni, discorsi
sempre uguali, stanche consuetudini personali e collettive, pulisce il
carburatore della vita quotidiana e riavvia il motore, fa iniziare un
nuovo ciclo".

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IL PRODUTTORE: ANTONIO BIGAI

Quel mattacchione di Toni Bigai da Lison Pramaggiore (VE), il vino lo
fa buono davvero. La sua genialità è intrinseca alla sua
imprevedibilità. Una vita avventurosa lo rende l’esatto contrario del
viticoltore modello, tutto casa e vigna, quel che è certo, non chiesa.
Tale carattere a dir poco spumeggiante, è ingrediente fondamentale
nella composizione di un particolare terroir, espresso in una serie di
vini tipici, tanto semplici nella tecnica, quanto efficaci
rappresentanti di una realtà contadina che ha sempre badato al sodo.
Cabernet, Merlot, Tocai e Malvasia, sono estremamente caldi, morbidi e
torbidi, grazie all’influenza del non troppo lontano Mar Adriatico, il
quale conferisce alla zona di Lison connotazioni molto più
meridionali, rispetto alle reali coordinate geografiche.

IL VINO: LA MALVASIA NON FILTRATA

Massima espressione di autenticità e tradizione, la “torbida” malvasia
di Toni “due galli” rappresenta il lontano progredire di una dottrina
famigliare netta ed ambiziosa. Il Bepi, padre di Toni ne piantò i
primi insoliti filari già nel 1956, convinto che le agresti e terranee
argille di Lison avrebbero arricchito e completato le nettaree
dolcezze mediterranee tipiche di quest’uva. Possiamo senza dubbio
affermare, che l’identità della famiglia Bigai sia perfettamente
racchiusa nelle caratteristiche organolettiche di questo vino,
ottenuto ripercorrendo le tracce sicure della tradizione paterna. (Un
consiglio: agitare prima del consumo, in modo da non lasciare nella
bottiglia, importanti elementi vitali di questo vino.)

FERMENTO

Una piccola fiera per dare ossigeno alle produzioni indipendenti. Un
granello di sabbia contro l’omologazione, con libri pubblicati da case
editrici non allineate e vini provenenti da aziende che rispettano sia
la terra che una produzione socialmente sostenibile. Qualità e
piacere, prima che quantità.

Fermento, uno spazio aperto alle produzioni materiali e culturali di
coloro che, fra mille difficoltà, si tengono al di fuori dei
meccanismi del mercato globalizzato che spingono verso l’uniformità
dei gusti, la cancellazione delle differenze e l’appiattimento dei
consumi sulle esigenze della grande produzione e della grande
distribuzione.

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