[NuovoLab] A titolo di documentazione

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Szerző: giacomo casarino
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Tárgy: [NuovoLab] A titolo di documentazione
ROSS@: seminario del 15 giugno…indietro non si torna



TEMI DELLA DISCUSSIONE



1) Quando si entra in politica bisogna definire la collocazione e lo scopo.
Dobbiamo chiarire prioritariamente che la nostra non è la riproposizione
dell'unità della sinistra che, anzi, è un progetto che non ci interessa…
forse non interessa a nessuno.

Noi vogliamo costruire l'unità delle forze antagoniste, in totale alternativa
al centrosinistra. Il nostro anticapitalismo non è da convegno, non serve ad
abbellire il mondo che ruota attorno al PD. Per questo il nostro è un progetto
di rottura.

Ci dobbiamo misurare senza anatemi col grillismo e con la sua rapida crisi. La
rottura dei 5 stelle a febbraio è stata un evento positivo rispetto alla
continuità politica governo Monti-governo Bersani. Ciò che dobbiamo praticare è
il loro spirito di rottura, ma nello stesso tempo e proprio per questo,
dobbiamo chiarire tutta la crisi di una rottura girotondina solo con la casta
politica, senza programma di cambiamento sociale, che non sceglie con chi
stare. Inoltre quella sorta di “centralismo democratico” fondato sulla rete è
un modello per noi inaccettabile.

2) Chiarita la rottura totale con
ogni ipotesi di sinistra del centro sinistra, il nostro approccio
deve essere unitario tra e con tutti quelli che in vario modo condividono
questa scelta di fondo. Cioè bisogna affermare con rigore e intransigenza
l'urgenza dell'unità antagonista. Chi, condividendo la scelta dell'alternativa
al centro sinistra, si attarda a difendere le proprie macerie, va denunciato e
combattuto senza diplomazia. Rottura e unità viaggiano assieme. Su questo
dobbiamo avere più coraggio politico e culturale.

3) Lo scopo di quello che facciamo è
costruire il blocco sociale antagonista, dargli forza, noi non siamo l'avanguardia,
ma la retroguardia politica da cui partire per gli attacchi al potere. Per fare
questo dobbiamo uscire da ogni retorica o attesa messianica delle lotte. La
verità è che ci sono si lotte qua e là, ma non c'è un movimento di lotta.
CGIL CISL UIL e PD per ora riescono a controllare la situazione e ad evitare
che le singole lotte si colleghino. I prossimi mesi devono quindi vederci prima
di tutto impegnati a costruire ovunque possibile la rivolta sociale, e dentro
di essa a far crescere la coscienza della rottura, il rifiuto del riformismo.
Questo richiede anche mettere in discussione la retorica del movimentismo senza
movimento reale, sulla quale galleggia un piccolo ceto sempre più attratto dal
sistema PD.

4) Il PD sta diventando il vero partito
di regime, onnicomprensivo come il Partito Rivoluzionario Istituzionale in
Messico, ben più della vecchia DC. Galleggiando sulla sconfitta e sulla
passivizzazione popolare, grazie alla sapiente opera di egemonia
culturale costruita attorno al mondo de La Repubblica, il PD sta al
centro di un sistema nel quale sono ammessi solo liberali di destra, di centro,
di sinistra. Questo processo è aiutato dal fatto che la destra è in
disfacimento nonostante gli sforzi di Berlusconi, e la sinistra radicale è in via
di dissoluzione, con la parte più visibile di essa che aspira ad essere parte
dei liberali di sinistra. Il Sistema PD è dunque il primo avversario di
qualsiasi progetto, come il nostro, di indipendenza culturale e politica nel
nome dell'anticapitalismo.

I gruppi dirigenti FIOM e SEL hanno raccolto tanta domanda e speranza di
alternativa, ma come altre volte nel passato le hanno attaccate al carro del
sistema PD...

Dobbiamo chiarire che il nostro è un altro progetto rispetto a quello di questi
compagni e non solo per il loro settarismo nei confronti di tutto ciò che
ritengono più a sinistra di loro. Lavoriamo per un percorso alternativo al
centrosinistra, mentre loro sono saldamente lì dentro...questa è la differenza
di fondo da far vivere e valere, anche rispetto a movimenti politici come ALBA
che invece pensano di ignorare la necessità di scegliere.

Siamo antifascisti. Cè uno spirito antifascista che sta diventando il solo vero
legame identitario e la discriminante dei e fra i giovani e con esso
dobbiamo misurarci.

Ma anche la lotta verso la controriforma costituzionale in atto non può
ignorare che essa oggi è voluta non solo dalla destra, ma dal PD, da
Giorgio Napolitano, dalla Europa del fiscal compact e della BCE. La difesa
della Costituzione non può più essere la retorica comune che unifica tutti. Il
silenzio di tanti costituzionalisti sull'accordo sulla rappresentanza, sul
governo Letta, su Napolitano, sulla Unione Europea, dimostra che anche il
mondo costituzionalista è oramai parte del sistema politico culturale che
vogliamo contestare e infrangere.

5) Alla base della nostra iniziativa
stanno quattro punti. I primi tre sono la rottura e alternativa verso l' Unione
europea, verso le politiche di austerità, verso la riduzione della
democrazia ad alternanza tra simili e presidenzialismo e verso la a
concertazione delle parti sociali. Il quarto punto è l'ambientalismo sociale e
anticapitalista.

Dobbiamo dire con la massima forza che l'accordo sulla rappresentanza CGIL CISL
UIL Confindustria è il primo atto della controriforma costituzionale del
governo Letta. Il fatto che FIOM e sinistre del centrosinistra lo sostengano è
un'altra dimostrazione che quei gruppi dirigenti non sono disponibili per un
vero conflitto.

La lotta alla precarietà e allo sfruttamento delle persone e dei beni comuni,
quella contro la devastazione ambientale sono il nostro punto fondante. Si
parte da qui. Lavoriamo per favorire ed estendere il moderno conflitto
sociale, nell'intreccio tra luogo di lavoro e territorio.

Lavoriamo su queste basi per l'unità del sindacalismo conflittuale e di
classe, basi profondamente diverse dal tradizionale lavorismo.

La dissoluzione del movimento pacifista impone un confronto rigoroso su cosa
oggi sono l'imperialismo e la guerra globale e su come si lotta contro di essi.

Infine c'è un tema che deve attraversare tutti gli altri. Parlo della
lotta antipatriarcale e della lotta antiautoritaria definizione di libertaria
deve essere sempre più costituente della identità di Ross@.

6) Le organizzazioni politiche della
sinistra radicale devono essere disposte a mettere in discussione la loro
collocazione e le loro scelte. I loro gruppi dirigenti devono assumersi la
responsabilità della inerzia attuale e della depressione tra i militanti. Noi
non chiediamo a nessuno di sciogliersi, ma di partecipare al processo che
iniziamo con il senso esplicito che questa è una RIPARTENZA, non una continuità
gattopardesca.

La sinistra e i movimenti a chilometro zero, che non vedono o non credono più,
per le delusioni subite, alla dimensione generale del conflitto, sono
nostri interlocutori e sono il nostro punto di verifica. Se con essi riusciamo
a stabilire relazioni vere il progetto va avanti , altrimenti resteremo alla
superficie e galleggeremo sulla realtà. Per fare questo Ross@ deve
diventare un'area militante e di militanti. Questo significa ridefinire i modi
della azione politica. Dobbiamo far nascere Ross@ come esigenza delle lotte. I
militanti di Ross@ devono prima di tutto stare sulle barricate sociali e
culturali e contribuire a organizzarle. Il primo modello a cui riferirsi è
quello No Tav, che mette assieme, mobilitazione di massa, iniziativa
istituzionale e politica e anche azione diretta. Ci vogliono tutte e tre.



7) Dobbiamo agire contemporaneamente su tre piani. La pratica del conflitto
sociale e politico, l'elaborazione del programma di alternativa, la battaglia
culturale contro il liberalismo. Da tutto questo nasce quello che abbiamo
chiamato il socialismo del 21 secolo. Oltre che per i suoi opportunismi ed errori,
la sinistra radicale in Italia è morta per l'incapacità di proporre altro che
non qualche rivendicazione qua e là, è stata vittima del suo
minimalismo. Occorre ridare senso concreto alla definizione di
cambiamento rivoluzionario.

Siamo anticapitalisti, non liberali di sinistra. La nostra è anche lotta
culturale contro l'egemonia assoluta che, tramite l'antiberlusconismo, il
pensiero liberale ha costruito a sinistra.

Questo non vuol dire essere "vetero". La nostra prima sfida culturale
è proprio sul terreno della modernità del cambiamento sociale, che esclude la
riproposizione dei modelli sconfitti, il ritorno al passato. La parola
libertaria, con tutte le sue implicazioni, non è accessoria rispetto a quello
che vogliamo costruire. Nel percorso di Ross@ va quindi collocata una
sede teorica, che istruisca il confronto sul programma fondamentale, da
discutere all'inizio del prossimo anno.

8) Ross@ deve diventare una sede di
discussione e analisi politica, economica e sociale autonoma. Siccome si parte
da storie ed identità molto diverse, storicamente anche opposte, questo
significa gestire un percorso che evita sia la violenza che sopprime un punto
di vista, sia la diplomatizzazione del confronto, tipica dei coordinamenti
intergruppi. La condizione è la verità sia nel confronto sia nelle
pratiche.

9) Dobbiamo organizzarci concretamente.

Questo significa non indulgere in schemi del movimentismo che per altro non
hanno funzionato neppure nei movimenti. Per avere democrazia vera ci vuole
trasparenza e disponibilità al confronto. La prima vuol dire che c'è un gruppo
di persone che promuove l'iniziativa e ci mette la faccia. Questo gruppo
va inevitabilmente per trasparente e condivisa cooptazione in tutta la
fase costituente. È il gruppo promotore e dei garanti che si definisce
nominativamente il 15 giugno.

Questo gruppo fondatore rischia anche risorse economiche personali, perché,
come dicono gli psicoanalisti che chiedono alte rette per la terapia, se
non sacrifichi qualcosa di tuo vuol dire che non ci credi davvero. Si può
definire un esecutivo operativo, che richiede una sola condizione oltre
alla condivisione del percorso, l'impegno personale all'organizzazione.

10) Con queste persone e questo fondo di
esercizio iniziale vanno formalizzate una associazione politica anticapitalista
e libertaria Ross@, con registrazione legale. ci vuole un conto corrente e un
amministratore.

Questo fondo deve finanziare una sede fisica nazionale, un sito
organizzato, una newsletter, e quanto altro è necessario. Va formalizzata
una redazione e un gruppo informativo che valorizzi la catena di informativa,
tv e radio e siti web a noi vicini.

Le adesioni a Ross@ vanno formalizzate, con una quota. Le adesioni sono
militanti e naturalmente danno diritto al voto.

L'assemblea costituente finale deve essere un vero e proprio congresso,
dove si vota su tutto. Quella di settembre è ancora un passaggio che formalizza
le regole democratiche, in mezzo la mobilitazione, mentre alla fine
dell'anno si dovranno prendere tutte le decisioni di fondo, anche quella
elettorale, che comunque non dovrà in ogni caso essere la prima e la principale

Nella assemblea congressuale di fine anno, se l'esperienza avrà la forza di
marciare, si voterà per punti la piattaforma programmatica e con scrutinio
segreto il gruppo dirigente. tutte le regole democratiche partecipative
dovranno essere operative. In linea di massima Ross@ opera con una democrazia
fisica e non virtuale. La rete è strumento fondamentale di comunicazione
informazione proposta, ma le decisioni le prendono persone in carne ed ossa in
luoghi fisici.

Le sedi territoriali di Ross@ sono nodi autonomi, con una propria definizione
organizzativa nell'ambito del progetto nazionale.