Un nuovo inizio
Lucca, 19 giugno 2013
La premessa
E’ una storia di incontri, di vite che si intrecciano e soprattutto di passione quella che è trascorsa nelle stanze della Casa San Francesco, la struttura di accoglienza per persone detenute ed ex-detenute che il Gruppo Volontari Carcere gestisce ufficialmente da quel 21 giugno 1991, giorno in cui, come ricorda la targa commemorativa che ogni visitatore trova accanto alla porta di ingresso, l’allora Arcivescovo Mons. Giuliano Agresti, che è stato il primo e tenace promotore dell’iniziativa, venne ad inaugurarla ufficialmente.
Ed esattamente 22 anni dopo, domani, 20 giugno 2013, l’associazione ha chiamato a raccolta amici, simpatizzanti, volontari vecchi e nuovi, autorità e tutti i cittadini, per fare festa assieme, a partire dalle ore 18, presso la nuova sede della casa, in via del Ponte 406, a San Pietro a Vico, vicino alla stazione e davanti al vecchio Molino Pardini, laddove, già da alcuni mesi, queste storie hanno nuovamente iniziato ad intrecciarsi.
Dicevo che è una storia di passione, perché, come ci ricorda il refrain di una nota stazione radiofonica nazionale...la passione si sente...Per alcune delle centinaia di persone che in questi oltre 20 anni hanno dato il loro contributo, un sentimento che trae origine dal dettato evangelico ...”ero in carcere e mi avete visitato”...., per altri la spinta è stata l’amore incondizionato per l’essere umano, per altri l’impegno di cittadino, l’impegno politico che richiama lo stato ed ognuno di noi a cercare di rimuovere le cause profonde di differenze economiche, sociali, ecc. e quindi la marginalità. Ma tutto questo non ha fatto altro che creare, consolidare e far giungere fino ad oggi un gruppo di persone che con tutti i loro limiti, con le criticità che ogni giorno si devono affrontare, non ha mai mollato, sempre lì, in prima linea.
Un po’ di storia
Infatti, il Gruppo Volontari Carcere, formalmente costituitosi il 2 ottobre 1987, è nato dall'esperienza di alcune persone che, singolarmente, hanno iniziato ad entrare in carcere per ragioni diverse: Agnese Garibaldi, già assistente volontaria (il suo impegno, in origine, era legato soprattutto ai colloqui con le detenute della Casa Circondariale di Lucca), Davide Pellegrini, entrato in carcere come obiettore di coscienza e successivamente diventato assistente volontario e Pier Giorgio Licheri, che, lavorando alla Commissione provinciale assegnazione alloggi, venne contattato per risolvere le problematiche relative alle abitazioni delle famiglie dei detenuti.
Grazie alla collaborazione dell'allora direttore della Casa Circondariale di Lucca, Dottor Giovanni Truscello, la presenza del volontariato all'interno del carcere era molto ben accetta tant'è che i volontari partecipavano in maniera stabile al Gruppo di osservazione e trattamento.
Il nostro impegno in carcere comprendeva sia momenti di puro svago e divertimento, come ad esempio l'organizzazione di spettacoli musicali o teatrali interpretati dai detenuti stessi, sia momenti più seri in cui venivano presi in considerazione i diritti dei detenuti: erano, infatti, i primi tempi di attuazione della "Legge Gozzini" e molti detenuti, pur avendo maturato le condizioni previste dalla legge, non la conoscevano a pieno; proprio per questo organizzavamo molto spesso, in quel periodo, assemblee volte a far conoscere meglio ai detenuti i loro diritti.
Nel frattempo una certa apertura verso il carcere sembrava provenire anche dagli Enti pubblici: in particolare la Provincia in quegli anni organizzava corsi di formazione professionale per detenuti che si tenevano non all'interno del carcere ma fuori, ai quali i detenuti potevano partecipare grazie ai permessi concessi dalla direzione; in seguito a questa valida iniziativa molti datori di lavoro, alla fine del corso, hanno effettivamente assunto il detenuto una volta uscito dal carcere.
Un'altra grossa problematica con cui ci siamo scontrati è stata quella legata alla paura di certi detenuti di uscire dal carcere, quasi come se il carcere, con le sue regole e le sue burocrazie interne, li avesse totalmente inglobati nel suo circuito di emarginazione e degrado.
Infatti, molti detenuti, al momento di uscire, o in permesso o addirittura per sempre, esprimevano a noi volontari tutta la loro paura e il loro disagio dovuti sia al fatto di non essere accettati dalla società sia a problematiche prettamente pratiche, come il fatto di non avere un posto dove andare: effettivamente, nonostante la legge lo preveda, non succede quasi mai che l'istituzione carceraria, tre mesi prima della scarcerazione, si preoccupi di ristabilire i legami tra l'ex-detenuto e, ad esempio, i servizi sociali o il collocamento.
Proprio per far fronte a questo tipo di esigenze, pensammo di attivarci per dar vita ad un Centro di accoglienza per ex-detenuti, detenuti in permesso e famiglie dei detenuti. Il primo problema da risolvere era quello di trovare i locali adatti alla realizzazione di questo progetto: ci rivolgemmo dunque al convento di San Francesco, nel centro della città, in quanto sapevamo che una parte di esso era praticamente inutilizzata.
Un contributo rilevante per la realizzazione di questo progetto venne offerto sia dalla Cassa di Risparmio di Lucca sia dal Comune stesso; il resto (circa 300 milioni) venne raccolto grazie alle offerte fatte dalle varie parrocchie.
La Casa San Francesco, aperta ufficialmente il 21 giugno 1991, opera diocesana promossa dalla chiesa di Lucca e fortemente voluta dall’allora vescovo mons. Giuliano Agresti, è diventata in seguito, la sede dell'associazione. Attualmente ci sono circa 15 posti letto che ci consentono di ospitare detenuti agli arresti domiciliari, detenuti in permesso o in semilibertà e ex-detenuti. Gli "ospiti" sono chiamati a partecipare alla gestione della casa (pulizie, preparazione del pranzo e della cena, ecc.).
L'esiguità della struttura ha permesso di organizzare la vita quotidiana secondo ritmi e modalità familiari e ciò rappresenta un fattore positivo: infatti, i detenuti che trascorrono un permesso nella Casa, apprezzano in modo particolare questa caratteristica, in quanto li fa sentire accolti e pienamente integrati nella realtà della nostra città.
Le finalità
L'obiettivo che la nostra Casa si propone non è solo quello di dare assistenza morale e materiale ai detenuti, bensì di aiutare queste persone ad essere pienamente accettate dalla comunità esterna; in pratica vogliamo dare a questi ragazzi, che sicuramente hanno commesso grandi errori, la possibilità di riscattarsi, la possibilità di mostrare alla città che anche loro hanno qualcosa da poter offrire soprattutto ai più bisognosi.
Riteniamo che il modo migliore per tentare di ricucire il rapporto tra la società e i detenuti sia quello di sensibilizzare questi ultimi nei confronti dei problemi e dei disagi che affliggono la società stessa. Questo nostro obiettivo si inserisce a pieno titolo in quella che è la nostra idea di fare volontariato: il volontariato deve progressivamente abbandonare la mentalità di tipo assistenziale che in origine lo caratterizzava e deve invece lavorare all'interno del carcere non in maniera totalmente avulsa dalla realtà esterna, bensì guardando sempre e comunque al territorio (creando cooperative di solidarietà sociale e centri di accoglienza).
Le attività
Negli anni attorno al Gruppo ed alla Casa sono fiorite altre esperienze. Quella degli obiettori di coscienza al servizio militare che attraverso la Caritas hanno scelto il nostro gruppo per svolgere il loro servizio; l’apertura di una Cooperativa sociale di tipo B, “La Mongolfiera”, costituitasi ormai 20 anni or sono e che si è posta l’obiettivo di dare risposta alle tante richieste di lavoro che provenivano dalle persone incontrate in carcere ed in seguito accolte nella casa; la Convenzione con il Comune di Lucca, anch’essa presente da oltre venti anni che ci ha consentito da un lato di seguire alcune attività che nostri operatori realizzano all’interno del carcere di Lucca (alfabetizzazione, musicoterapia, cineforum, attività psicomotoria, corsi di cucina; attività di pittura; attività teatrali), dall’altro di disporre di risorse economiche per la gestione della casa stessa; la presenza delle volontarie e dei volontari del Servizio Civile Nazionale, ultima esperienza in ordine di tempo ma non certo di importanza, dalla quale speriamo di riuscire a rinnovare i nostri interventi e a rinnovarci, poiché la presenza dei giovani è fondamentale per la vita del gruppo.
Nell’ultimo decennio abbiamo iniziato a confrontarci, con la necessità della formazione permanente di vecchi e nuovi volontari ed operatori ed attraverso la partecipazione a bandi di formazione abbiamo potuto realizzare per la prima volta, nel 2004, un corso di formazione aperto all’esterno, IM.A.GI.N.E. : Immigrazione e Area della Giustizia: tra Normativa ed Esperienze, finanziato dal Cesvot, come anche tutti quelli che ne sono seguiti. Nel 2005, un progetto di sensibilizzazione sulla mediazione penale I C.A.R.E. – Insieme Caino e Abele per una Riconciliazione Equa. In seguito altri corsi sono progettati e realizzati: NONSOLOSBARRE, realizzato nel 2006, corso di formazione sulla mediazione penale e sulle nuove forme di giustizia, UN’ALTRA GIUSTIZIA È POSSIBILE, 2008, modulo di formazione per volontari ed operatori dell’area penale, e V.E.L.O.C.E., 2009, corso di formazione sull’educazione alla legalità, LAVORARE VALE LA PENA, 2010, corso di formazione sulle possibili interazione tra detenzione, volontariato e inserimenti lavorativi, in collaborazione con l’isola-carcere di Gorgona, ed infine (IN)GIUSTIZIA E’ FATTA, svoltosi nell’autunno scorso.
Sempre nell’ultimo decennio abbiamo realizzato varie iniziative, seminari, convegni, incontri, in collaborazione con le amministrazioni locali, in particolare l’amministrazione provinciale, altre associazioni di volontariato, cooperative sociali ed organi dell’amministrazione penitenziaria, al fine di diffondere maggiormente la conoscenza dei temi del carcere e della pena.
Va in questo senso la nostra presenza nelle scuole, attraverso il progetto A Scuola di Carcere dove abbiamo condotto oltre 200 interventi, rivolti agli studenti delle scuole superiori, in particolare dal 2005 ad oggi, incontrando oltre 4000 studenti delle scuole superiori della provincia, sia in collaborazione con il progetto Scuola e Volontariato che autonomamente. L’amministrazione carceraria di Lucca collabora fattivamente da anni a questo progetto, che ha assunto dimensioni sempre più grandi e che da quest’anno ci ha permesso di portare gli operatori penitenziari direttamente all’interno delle scuole, oltre a confermare le visite in carcere di centinaia di studenti (vedi scheda dati)
Riteniamo, infatti, che l’informazione e la sensibilizzazione in particolare dei giovani ai temi del carcere e della pena siano indispensabili per la formazione di un pensiero critico e per affrontare anche i vari problemi di marginalità che sono presenti nell’attuale società.
Dobbiamo portare avanti una cultura della comunicazione, del dialogo, della partecipazione, che superi quella, purtroppo ancora oggi in circolazione, della separazione tra carcere e società civile. È indispensabile far crescere una mentalità per cui l'intervento del volontariato non sia eccezionale e sporadico, ma si trasformi in un riconoscimento di spazi operativi volti ad aumentare la collaborazione e l'integrazione con gli operatori istituzionali.
L’attualità
Ora, da alcuni mesi, dopo oltre 20 anni di attività svolta nel cuore della città di Lucca, la Casa S. Francesco, di accoglienza alle persone con problemi legati al carcere, si trova di fronte a nuove sfide per continuare il cammino intrapreso e per radicarsi sul territorio e con le comunità locali.
Ed eccoci quindi a San Pietro a Vico, grazie anche in questo caso, ad una serie di fortunati incontri ed alla disponibilità di persone ed enti. Se, infatti, siamo giunti fin qui lo dobbiamo anche al lavoro, l’impegno e l’amore di Don Giuseppe Giordano, che ci ha lasciati pochi mesi fa, da alcuni anni Cappellano del carcere nonché, guarda caso, parroco di San Pietro a Vico, la comunità che ci ha accolto grazie alla messa a disposizione di un immobile lasciato da una persona nella disponibilità della parrocchia con l’impegno a renderlo utile per persone in difficoltà. La Cassa di Risparmio di Lucca dal canto suo ha messo in campo l’impegno e le risorse per ristrutturare l’edificio e farne la nostra nuova casa. Ed è con commozione che ricordiamo Don Beppe, come lo ricordano tanti carcerati, che non può festeggiare con noi ma che sicuramente ha lasciato il segno nelle nostre vite ed in quelle di tanti detenuti.
L’inaugurazione è dunque un momento nel quale far festa insieme con tutti coloro che da sempre ci sono stati vicini e ci sostengono con fiducia, con la consapevolezza che solo insieme è possibile ricominciare la nuova avventura.
Aspettiamo quindi tutti domani 20 giugno a partire dalle ore 18.00. Ci sarà Agnese Garibaldi, Presidente Onoraria, che traccerà la storia che ha vissuto fin dall’inizio in prima persona, ci saranno rappresentanti di enti ed istituzioni che hanno accolto il nostro invito, ci saranno le persone, speriamo tante.
Non mancherà un momento musicale, grazie alle melodie che ci saranno proposte dalla Merciful Band, la Banda Musicale della Misericordia di Borgo a Mozzano, ed un rinfresco che ospiti e volontari volentieri condivideranno con tutti gli intervenuti.
Massimiliano Andreoni
Un po’ di dati
1. Progetto A scuola di carcere 2012-2013 Dati numerici
· 26 classi incontrate
· 40 incontri in classe
· 10 visite in carcere di cui almeno 4 in collaborazione anche con il laboratorio teatrale interno gestito dalla compagnia di teatro sociale Empatheatre
Partecipazione a quattro eventi:
1. Forum della Solidarietà (Liceo Vallisneri)
2. Frontiere – I saperi del Corpo (Liceo Vallisneri)
3. Viaggio nella solidarietà – Festival del Volontariato (C.N.V – Cesvot)
4. Via Lucis (Gruppi Scout Lucca Ponte 1 – Lucca 3 – Lucca 4)
Scuole coinvolte:
1. Liceo Vallisneri, scientifico e linguistico
2. Liceo classico e di scienze sociali Machiavelli
3. Istituto Professionale Sismondi di Pescia
4. Liceo Scientifico Marconi di Carrara
· Collegamenti con: Scuola e volontariato, Villaggio Solidale
Percorso di stage con studenti di scienze sociali (4)
Studenti coinvolti: circa 800
Insegnanti coinvolti: 18
Operatori penitenziari coinvolti a scuola: 4 per un impegno di presenza negli istituti superiori di oltre 20 ore complessive, numerosi operatori coinvolti nelle visite in carcere per un impegno di almeno 30 ore complessive
Ore di attività dell’operatore coinvolto in collaborazione con il Gruppo Volontari Carcere: 30 ore di studio, organizzazione, preparazione e 150 ore sul campo.
2. Accoglienza presso la Casa
· Dal 1991 ad oggi oltre 800 persone accolte in misura alternativa, agli arresti domiciliari, in permesso premio, appena usciti dal carcere;
· Oltre 100 tra volontari ed operatori nell’arco di un ventennio
· 17 volontari dei progetti di servizio civile nazionale
· Circa 20 obiettori di coscienza in servizio civile
· Sono state ricevute in oltre un ventennio più di 20.000 lettere dal carcere e la media attuale mensile è di circa 70, ci cui 60 con richieste di accoglienza e 10 con richieste di ascolto o sostegno di altro tipo. A tutte, al di là della valutazione della richiesta, viene comunque data risposta scritta.