[Storiaorale] nuovo numero de "l'impegno"

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Auteur: Istituto storia Resistenza e società contemporanea Bi-Vc-Vals
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Sujet: [Storiaorale] nuovo numero de "l'impegno"
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia
Aderente all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia "Ferruccio Parri"
13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005; fax 0163-562289
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È uscito il novantesimo numero de "l'impegno", rivista dell'Istituto, nel quale sono pubblicati saggi di Enrico Pagano, Cate Carrigan, Alberto Magnani, Piera Mazzone, Pietro Ramella, Marilena Vittone, Mario Ogliaro, Tiziano Ziglioli, Sabrina Contini e l'intervista a Giovanna Michelone a cura di Marta Nicolo.
Enrico Pagano, nell'ambito della ricerca regionale avviata dagli Istituti piemontesi in vista della ricorrenza del settantesimo anniversario della Liberazione, si sofferma, a partire dalla banca dati delle qualifiche partigiane rilasciate dalla commissione piemontese istituita nel dopoguerra, sul fenomeno rilevante della partecipazione alla Resistenza nel Biellese e nel Vercellese dei partigiani di origine meridionale, analizzandone la distribuzione per qualifiche, per formazioni, per fasce di età, per data di adesione al movimento di liberazione, nonché la provenienza regionale, la scelta del nome di battaglia, la professione, il grado di esperienza militare, e ricostruendo, ove possibile, le biografie dei resistenti e, in particolare, dei caduti.
Cate Carrigan racconta le vicende che portarono in Italia il padre Carl, soldato arruolatosi volontario nell'esercito australiano, che, dopo la cattura da parte dei tedeschi dell'Africakorps di Rommel, fu detenuto in vari campi per prigionieri di guerra allestiti nel territorio italiano, tra cui anche il campo Pg 106 nei pressi di Vercelli, dove si trovava alla notizia dell'armistizio l'8 settembre 1943 e da dove partì, insieme ad alcuni compagni, seguendo un percorso che lo avrebbe portato a raggiungere la Svizzera e, da lì, a rientrare in patria nel novembre del 1944.
Alberto Magnani ricostruisce la poco conosciuta e drammatica storia dell'equipaggio del Baby Shoes, bombardiere americano precipitato nella campagna novarese nel settembre del 1944, i cui aviatori superstiti, dopo essere riparati in territorio ossolano, allora "zona libera" sotto il controllo dei partigiani, andarono incontro a un tragico destino sulle montagne innevate della Svizzera nel gennaio del 1945: abbandonati a se stessi dalle guardie di frontiera, non è dato sapere con certezza se per incompetenza, negligenza o connivenza con il regime di Hitler, solo uno di essi si salvò.
Il tema degli internati militari italiani, particolarmente in evidenza in questo numero, è trattato nel saggio di Piera Mazzone, che cura la pubblicazione del diario redatto negli anni, spesso sotto forma di appunti sparsi, dall'internato serravallese Giovanni Oglietti, testimonianza della sua difficile e dolorosa esperienza di prigionia nei lager tedeschi e soprattutto della lunga odissea del suo ritorno a casa a liberazione avvenuta, racconto con cui l'autore volle dare il suo contributo affinché non andasse perduta la memoria del sacrificio degli Imi, per lungo tempo non adeguatamente riconosciuto e valorizzato.
A seguire, Pietro Ramella introduce la ricca galleria fotografica che documenta l'arrivo al campo di Bolzano, di cui si possono quindi eccezionalmente vedere alcune delle strutture andate ormai completamente perdute, degli internati nei campi nazisti che rientrarono in Italia alla fine della guerra grazie all'intervento organizzativo e all'accoglienza forniti dal Comitato assistenza rimpatriati.
Marilena Vittone presenta il diario del carabiniere di Fontanetto Po Romeo Busnengo, prigioniero per un anno, dalla partenza per i campi di lavoro tedeschi nel giugno '44 all'arrivo a Bolzano nel giugno '45, in Austria, Germania, Serbia, Bulgaria, Romania, il quale testimonia la difficile condizione dei soldati prigionieri inviati a lavorare tra le macerie delle città bombardate, il legame di amicizia e solidarietà instauratosi con i compagni di sventura, l'incontro con le popolazioni locali e la descrizione dei loro modi di vita, il tutto accompagnato da frequenti annotazioni sugli sviluppi della guerra in Italia e Germania.
Mario Ogliaro ripercorre, a settant'anni dalla morte, l'esperienza nell'esercito di Mario Gnecchi, originario di Crescentino per parte di madre, più volte distintosi per coraggio, abnegazione e meriti militari tanto nella guerra di Libia del 1911 quanto durante il primo conflitto mondiale, insignito in entrambi i casi della croce di guerra; partito sempre volontario per il fronte, nel corso della seconda guerra mondiale partecipò in qualità di colonnello alla campagna di Russia, condividendo la drammatica odissea dell'Armir, fino alla morte nell'aprile del 1943, dopo estenuanti settimane di prigionia.
Tiziano Ziglioli suggerisce alcuni percorsi di lettura del romanzo "Partigiano Inverno" di Giacomo Verri, concentrandosi in particolare sul tempo non lineare del racconto, in cui passato, presente e futuro si intrecciano continuamente, sull'ambientazione della vicenda in pochi spazi fortemente simbolici che, oltre che luoghi fisici, sono anche riflesso della condizione esistenziale dei protagonisti, essi stessi figure dal carattere emblematico, e infine sull'aspetto più complesso, ma anche più affascinante, del ricchissimo linguaggio utilizzato, denso di neologismi, di vocaboli rari e di termini dialettali, in un coraggioso e originale tentativo di recuperare in chiave antirealistica la memoria della Resistenza, così da riuscire ad esprimere l'indicibile evitandone al tempo stesso la banalizzazione.
Sabrina Contini descrive il fondo archivistico Memorie, testimonianze e scrittura popolare, creato in seguito al riordino dell'archivio dell'Istituto nel 2007, composto da diari, memorie e testimonianze su guerra e Resistenza, nonché racconti, testi teatrali, lettere, canzoni, poesie e disegni pervenuti all'Istituto in tempi e modi diversi, tutti materiali accomunati dalla volontà degli estensori di contribuire alla conservazione e alla trasmissione della conoscenza di eventi che hanno inciso in maniera profonda sulla memoria collettiva.
Giovanna Michelone, nella trascrizione, a cura di Marta Nicolo, di uno stralcio della videointervista raccolta per il progetto "Memorie di Piemonte", racconta la sua esperienza di opposizione al fascismo attraverso la ricostruzione dell'ambiente antifascista vercellese in cui si formò, dell'organizzazione degli scioperi del marzo 1943, della sua adesione, giovanissima, alla Resistenza, cui collaborò come staffetta in collegamento con il comando della 182a brigata di "Primula" e come parte attiva nella creazione del Fronte della gioventù di Vercelli.
Seguono il ricordo degli scomparsi Sergio Canuto Rosa "Pittore", Leonardo Forgnone e Irmo Sassone e la consueta rubrica di recensioni e segnalazioni.

La rivista è in vendita nella sede dell'Istituto (via D'Adda, 6, Varallo): singolo numero 12 euro; abbonamento annuale 20 euro; formula abbonamento annuale più tessera associativa 32 euro.
Conto corrente postale per i versamenti n. 10261139, intestato all'Istituto.