On 13/06/13 09:05, billie wrote: > quello che mi fa imbufalire e' una questione di metodo.
a me invece fa incazzare questo atteggiamento, che prima di fare le cose
bisogna "semplicemente" sentire i compagni. non fraintendermi neanche
tu, massimo rispetto per chi c'era e per chi ha sofferto, ma
sinceramente non era l'affidabilità della ricostruzione storica il
problema, ma l'esistenza stessa della pagina (che in gergo loro chiamano
"enciclopedicità").
una battaglia per la quale forse contava di più una conoscenza delle
dinamiche sociali di wikipedia, che della nostra storia del 16 marzo 2003.
> come si fa a pensare di scrivere una pagina su una storia senza
> contattare i diretti interessati? ci siamo fatti le pippe per 15 anni
> a dire che la stampa e' pessima da questo punti di vista e che
> dobbiamo scrivere la nostra storia e indymedia ecc...
a parte che non stavamo scrivendo la nostra storia, perché la nostra
storia non è su Wikipedia e sfido chiunque a sostenere che ci sono i
rapporti di forza per fare in modo che sia così. la nostra storia sta da
un'altra parte, non certo lì.
se queste storie fossero state scritte da qualche parte, sui libri, sui
giornali, su indymedia, etc. ora si potrebbero inserire su wikipedia
come fonte e essere difese con facilità.
secondo me abbiamo tutti scoperto come funziona oggi 2013 wikipedia
italia, e ci stiamo facendo i conti. io penso che sia un meccanismo
malato, "vecchio" e facilmente strumentalizzabile, ma anche che al
momento funziona così e che non sarà un processo rapido far evolvere
wikipedia dal baratro burocratico in cui è caduta.
la morale della favola? voi (noi) che sapete le cose, se volete che
queste finiscano su wikipedia, dovete produrre fonti che loro
considerano primarie e attendibili.
capire le dinamiche dell'informazione e saperle manipolare vuol dire
anche questo.