[NuovoLab] 575° ora in silenzio perla pace

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Szerző: norma
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Tárgy: [NuovoLab] 575° ora in silenzio perla pace






Mercoledì 5 giugno dalle 18 alle 19 sui
      gradini del palazzo ducale di genova, 575° ora in silenzio per la
      pace.

      Incollo il volantino che verrà distribuito.

      altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org


PARLAMENTO
            DI PACE
            O DI GUERRA?

I 158 deputati che hanno sottoscritto la
          mozione per interrompere
          la partecipazione italiana al programma di acquisizione e
          costruzione dei
          cacciabombardieri F35 evidenziano ancora una volta la
          situazione paradossale in
          cui ci troviamo. Mentre si sudano sette camicie per trovare
          delle briciole per
          il lavoro, la cassa integrazione, la scuola, si stanziano solo
          nel 2013 ben 4
          miliardi di euro per gli F35 (cui si aggiunge per lo stesso
          anno una spesa di
          1miliardo e 800milioni per i sommergibili U-212). Per
          intenderci è la stessa
          somma che servirebbe per abolire l'Imu sulla prima casa oppure
          a mettere in
          sicurezza 8mila scuole che non rispettano le normative
          antisismiche e
          antincendio, oppure a coprire una buona parte dei costi del
          reddito di
          cittadinanza.



Di fronte a questa palese contraddizione
            qualcuno al governo dice
            che non bisogna avere un approccio ideologico sugli F35. È
            ideologico dire che
            non bisogna spendere i primi 4 miliardi per gli F35, ma per
            il lavoro?
            Sicuramente è ideologico l'atteggiamento di chi continua a
            sostenere la scelta
            costosissima di un cacciabombardiere che può portare armi
            nucleari e che niente
            ha a che vedere con la difesa del paese, ma solo con la
            partecipazione
            dell'Italia in missioni di guerra



In modo poco ideologico e molto pragmatico
            in questi anni alcuni
            paesi si sono ritirati dal programma e il Gao (Government
            Accountabiliy Office)
            statunitense (la nostra Corte dei Conti) ha formulato
            critiche feroci alle
            folli spese per un cacciabombardiere che tra l'altro si deve
            fermare in caso di
            temporale. Non si capisce perché dobbiamo continuare a
            buttare soldi in quello
            che non è come vorrebbe il ministro Mauro - «uno strumento
            di pace» , ma solo
            un aereo armato di tutto punto (anche di ordigni nucleari)
            pensato per
            «sfondare» le linee nemiche e sferrare il first strike. Tra
            l'altro il
            faraonico programma garantisce solo qualche centinaia di
            posti di lavoro,
            mentre con le stesse risorse se ne potrebbero garantire
            decine di migliaia
            utilizzando le risorse risparmiate in un piano di
            investimenti pubblici nelle
            «piccole opere» e nel welfare. A beneficiare di questo
            programma non sono i
            lavoratori, ma i soliti noti: la Lockheed (capofila del
            progetto),
            Finmeccanica, e la casta dei militari. E gli interessi del
            paese dove sono?



Domenica si è celebrata la festa del 2
              giugno con una parata
              militare che vuole farci dimenticare che la repubblica è
              fondata sul lavoro.
              Sicuramente se ne è dimenticato chi, spendendo quest'anno
              5miliardi e 800
              milioni tra F35 e sommergibili, ha scelto come priorità le
              armi e non il
              lavoro. Si tratta invece di rimettere al centro i veri
              bisogni e le drammatiche
              urgenze del paese: il lavoro, le misure contro la crisi,
              la scuola, le risorse
              per gli enti locali. Il governo la smetta di dare scontata
              l'avventura degli
              F35: decida invece il Parlamento ed il centro-sinistra si
              schieri a favore
              della mozione, come la stragrande maggioranza del suo
              elettorato sicuramente
              vorrebbe


Tratto
              da “il
              manifesto” 
Giulio Marcon