[NuovoLab] Bologna. LE CONCLUSIONI DELL'ASSEMBLEA DI ROSSA@

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Autore: giacomo casarino
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To: forumsege@yahoogroups.com, forumgenova inventati, cambiaresipuo liguria, francesca dagnino, Giorgio Moroni, paolo regolini, Bruno Piotti, raffaele niri
Oggetto: [NuovoLab] Bologna. LE CONCLUSIONI DELL'ASSEMBLEA DI ROSSA@
Il documento finale dell’assemblea dell’11 Maggio(nel sito http://perunmovimentoanticapitalista.wordpress.com/ tutte le informazioni sull'iniziativa "per un movimento politico anticapitalista e libertario": dichiarazione comune, promotori, aderenti)

Più di trecento compagne e compagni hanno partecipato sabato 11 a Bologna al 1° incontro nazionale promosso dalla Dichiarazione comune per un movimento anticapitalista e libertario. Quello che segue è il documento finale che si affianca e completa la Dichiarazione.
Lo sfruttamento del lavoro, la disoccupazione e la precarietà di massa, la violenza sulle donne, le discriminazioni e la soppressione dei diritti, la cancellazione della democrazia, la devastazione della natura, avanzano.
È necessario qui ed ora un movimento sociale e politico anticapitalista e libertario, che non insegua i miraggi di piccoli aggiustamenti che in nome del meno peggio portano sempre al peggio.
Noi pensiamo che sia necessario riprendere la via della liberazione della società dal dominio del mercato e del profitto, noi pensiamo che oggi si possa e si debba rendere attuale il socialismo.
Competitività, flessibilità, austerità, produttività sono parole che presiedono alle politiche oggi dominanti. Politiche nemiche della umanità e della natura. Bisogna rompere con esse e con chi le adotta come valore e metro di misura. Dobbiamo combattere i privilegi della casta, ma ancora di più lottare contro il potere vero, quello della ricchezza, del mercato, dei padroni.
A tutto questo contrapponiamo il socialismo del 21° secolo, che si costruisce sulle necessità di oggi, con obiettivi e conquiste progressive e con la partecipazione popolare, che cammina passo passo con le lotte per la liberazione dallo sfruttamento e da ogni oppressione.
Noi vogliamo:
Rompere con l’Unione europea. Democrazia vera, diritti del lavoro (a proposito dei quali è fondamentale la riconquiste dell’art. 18), stato sociale, eguaglianza, libertà sono incompatibili con l’Europa del rigore, del fiscal compact, di Maastricht e della Troika. Non c’è nulla da rinegoziare, i trattati vanno cancellati. L’euro e il debito non ci debbono più ricattare, bisogna che i popoli conquistino la sovranità sulla moneta e sulla spesa pubblica.Ridurre l’orario di lavoro e il tempo di lavoro a parità di salario, mentre il reddito deve essere garantito a chi non ha un lavoro sicuro e dignitoso. La salute e la sicurezza sul lavoro vengono prima di tutto. L’educazione e la formazione pubbliche, l’abitare, la sanità pubblica vanno garantite e tutta la società va ricostruita su nuove basi. La sola compatibilità è l’eguaglianza socialeI beni comuni in mano pubblica, così come le banche e le attività strategiche. Il lavoro deve controllare la produzione e il potere pubblico deve impedire la chiusura delle aziende, le delocalizzazioni, i licenziamenti. La democrazia deve entrare in ogni luogo di lavoro. Riconversione industriale e produttiva, salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale, intervento pubblico generalizzato nella economia. No al TAV e alle grandi opere. No alla militarizzazione dei territori per favorire la devastazione ambientale:Libertà delle donne contro l’oppressione patriarcale, libertà e cittadinanza dei migranti contro le leggi schiaviste, libertà e diritti delle persone contro i poteri del mercato e delle burocrazie autoritarie.Una politica fiscale immediatamente e fortemente redistributiva verso i redditi fissi, da lavoro e pensione, a danno della grande rendita, del grande capitale, delle ricchezze private e dell’evasione.Pace e disarmo, con la fine immediata di tutte le missioni militari all’estero e di tutte le spese di guerra. Liberazione dalle servitù militari e dall’occupazione imperialista dei nostri territori.Una vera democrazia fondata su una legge elettorale proporzionale pura, sulla distruzione dei privilegi delle caste, sul diritto dei lavoratori a decidere liberamente su chi li rappresenta e sugli accordi, sulla partecipazione, sui referendum, sul diritto a decidere delle popolazioni nel territorio. Diciamo no al presidenzialismo e all’autoritarismo plebiscitario che mirano a distruggere la Costituzione Repubblicana. No alla repressione dei movimenti e dei conflitti. Libertà per le/i compagne/i arrestate/i.Non uno solo di questi punti è oggi interamente sostenuto dalle forze di centrosinistra e dai grandi sindacati confederali.
Sono nostri avversari il governo Napolitano Letta Berlusconi, il suo programma e chi lo sostiene. Sono avversari la politica di austerità della Troika europea, e la sua traduzione nelle relazioni sindacali con il patto corporativo tra CGIL CISL UIL e Confindustria. Sono altro da noi tutta la politica del centrosinistra e tutti i tentativi di riaffermarla.
Noi vogliamo essere militanti di un movimento politico che affermi il diritto e la legittimità dell’alternativa, che rovesci gli equilibri, i poteri, i vincoli che oggi impediscono ogni reale cambiamento e che prima di tutto sia uno strumento per l’organizzazione e la rappresentanza di tutte e tutti coloro che vengono colpiti dallo sviluppo capitalista e dalla sua crisi e vogliono ribellarsi.
Per questo cominciamo oggi un percorso che sappiamo difficile e pieno di ostacoli, ma convinti che se le forze anticapitaliste in Italia resteranno nella frammentazione attuale, la reazione antisociale continuerà.
Aderiamo a questo percorso come militanti che non rinunciano alle proprie appartenenze sindacali, politiche e nei movimenti sociali, ma che impegnano la propria persona nell’impresa di costruire una casa comune della lotta e dell’alternativa anticapitalista.
Aderiamo a questi punti e a questa proposta per lavorare alla loro diffusione, approfondimento, arricchimento e alla organizzazione del percorso. Sappiamo che il primo metro di misura saranno il rigore e la coerenza personale con cui li porteremo avanti.
Ci ritroveremo a settembre dopo aver discusso in ogni parte del paese. Ci diamo come scadenza il prossimo autunno. Allora dovremo essere in piazza con una forza tale da mettere in crisi il governo e il dominio della Troika europea e chi li sostiene. Ora cominciamo

Ordine del giorno assunto al termine dell’assemblea dell’11 maggio:
                                 Contro il capitalismo, contro il patriarcato 



Ieri l’ennesima donna offesa e umiliata dalla violenza maschile contro le donne. Picchiate, offese, umiliate, uccise non solo in quanto esseri umani, ma proprio in quanto donne.
Per mano non di “barbari” stranieri, ma di (ex) mariti, padri, amanti, sfruttatori, clienti. In quanto ritenute oggetti di proprietà di cui disporre, merce su cui lucrare, corpi da vender e da comprare, o donne non più disponibili.
Noi non ci fidiamo di questo governo per il varo di leggi restrittive, di braccialetti o stati generali. A questo governo non riconosciamo l’autorità morale e politica.
Vogliamo partecipare, come facciamo da sempre, alla costruzione di reti di resistenza, reti di solidarietà, presidi di libertà femminile, di autoaiuto, centri antiviolenza e consultori gestiti da donne, nello spirito con cui erano nati sotto la spinta del grande movimento delle donne degli anni Settanta del Novecento.
Così lottiamo per la difesa della libertà e della dignità delle donne nei luoghi di lavoro, dei lavori, del non lavoro, della precarietà, per un reddito minimo garantito di autodeterminazione, contro ogni ideologia familista tendente a schiacciare le donne sulle compatibilità della famiglia.
Condanniamo la marcia per la vita ispirata a ideologie e pratiche confessionali e fasciste.
Lottiamo con le donne migranti per la loro libertà, dignità, autodeterminazione nel lavoro e nella vita.
Lottiamo contro il patriarcato da sempre, che ha attraversato ogni formazione storica e sociale, ogni concezione della politica, ogni tradizione culturale e teorica, e che oggi in Europa e in Italia si intreccia al capitalismo, seguendone le caratteristiche economiche, le misure sociali, le ideologie, le politiche, la colonizzazione dei corpi e delle vite umane e non umane.
Scegliamo di essere nel percorso di questo movimento con queste idee, da donne, da femministe.
Non chiediamo riconoscimenti, non ne abbiamo bisogno. Ci riconosciamo da sole, non per un delirio di autosufficienza ma per una consapevolezza di libertà.
Presentato dalle compagne:Imma Barbarossa
Maria Grazia Campari
Eleonora Forenza
Loredana Marino
Emidia Papi
Anna Maria Rivera
Geni SardoDocumenti per un movimento anticapitalista.pdf
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