Autore: giacomo casarino Data: To: forumsege@yahoogroups.com, forumgenova inventati, francesca dagnino, Giorgio Moroni, Giuliano Galletta, Bruno Piotti Oggetto: [NuovoLab] CRISI DELL'AMT
AMT SULLL'ORLO DEL FALLIMENTO: SINDACATI E COMUNE NEL LETTO DI PROCUSTE DELLE COMPATIBILITA' DI BILANCIO:
"30 esuberi, 230 fra i lavoratori indiretti, impiegati e manutenzione, e 200 fra gli autisti. L´azienda propone il riscorso ai contratti di solidarietà, che dovrebbero coinvolgere tutti i 2.438 addetti dell´azienda, altrimenti minaccia di procedere con la mobilità. L´azienda chiede inoltre ai lavoratori di rinunciare a trenta riposi l´anno e agli autisti di prolungare di 15 minuti a turno l´orario di guida. I sindacati sono già sul piede di guerra [...] Ma che cosa gli resta ai sindacati da proporre se non che le misure non siano prese unilateralmente dall'azienda? Lunedì sera l'assemblea dei lavoratori.
Mi viene da pensare che se esistesse una sinistra di alternativa, dell'"altro mondo è possibile", vivrebbe, e da tempo, tra gli addetti ai lavori e fuori, una proposta radicalmente alternativa a quella delle compatibilità di bilancio (con annessa crisi che si è manifestata a seguito dei ripetuti, pesanti tagli ai conferimenti cui la Regione è costretta a ricorrere), e cioè quella della completa gratuità del servizio pubblico dei trasporti, considerato un "bene comune", FUORI MERCATO. Non scendo ora nei particolari circa la realizzabilità di questo progetto - l'unico veramente riformistico in senso forte e a lungo andare imprescindibile - che salverebbe i posti di lavoro e migliorerebbe la qualità del servizio. Qualità destinata viceversa, nell'ipotesi che si prospetta, a peggiorare ulteriormente e a riproporre in futuro esiti ancor più drammatici ed esiziali. Almeno trenta città in Europa sono riuscite a realizzare il servizio gratuito, tra cui la capitale dell'Estonia, Tallinn (circa 400mila abitanti). Le condizioni legislative (e non solo) sono diverse da Paese a Paese e so bene che alla gratuità del servizio fa ostacolo una legge nazionale che impone che il 35% delle spese aziendali sia a carico della bigliettazione: ma possiamo usare come alibi all'infinito questa disposizione?Inoltre, nessuno mi assicura che amministratori comunali (sindaco e assessore) e dirigenti aziendali si siano presi la briga di studiare la casistica in questione: il loro orizzonte culturale sta ben rinserrato entro la dogmatica delle logiche di mercato (che a questo punto si rivelano fallimentari). Dovrebbero, essi, aver capito anche che la via delle privatizzazioni (conseguente all’annunciato ridimensionamento del servizio e dell’occupazione) non ha sbocchi, se non quelli liquidatori del servizio pubblico. Chi paga la gratuità? Il bollo auto, un'imposta di scopo, un accordo tra le aziende cittadine che si accolla l'onere ecc., tutti questi apporti insieme? Come accade ad Aubagne (Marsiglia)? E' tutto da vedere, ma intanto pensiamoci: avremmo già dovuto farlo, il ritardo è imperdonabile.