Rispondo a titolo personale subito dopo aver letto la comunicazione di Cangemi.
Innanzitutto noto come anche in questo caso, una precisa scelta comunicativa usa la "mlist generale" per pubblicizzare contenuti di forte critica (per fortuna in questo caso non generici e non volgarmente offensivi). Ciò stona, e pone interrogativi, con la posizione mantenuta a spada tratta per oltre un anno, dagli stessi rappresentanti che invitavano a non usare mai la mlist pubblica ma solo la ristretta "lista rappresentanti". Difficile non leggerla come una scelta volutamente distruttiva.
Riguardo alla gestione dei conflitti responsabile e corretta, invito Cangemi ad attenersi ella stessa a questi ottimi paradigmi: parlare di "espulsione dell'avversario" è una scelta di termini (entrambi) non corretta e molto aggressiva. Come Cangemi sa benissimo, avendo partecipato fino all'ultima riunione, nessuno è stato espulso. Attenzione a non demonizzare chi, evidentemente, si sente come "avversario" attibuendogli (in liste lette da moltissime persone che non sono a conoscenza dei fatti) atteggiamenti non veritieri.
Intergas sta affrontando fra l'altro delicati momenti, nei quali si cerca (con discrezione e correttezza) di risolvere questioni gravi, che noi (noi intergas) non vogliamo "sbattere sulla pubblica piazza". Insomma forse chi fa più scorrettezze non è chi viene attaccato pubblicamente....Cangemi , fra l'altro, è a conoscenza delle delicate questioni, avendo partecipato alle ultime riunioni.
Nessuno ha mai negato una fase di crisi (già in ripresa: nel giro di due mesi hanno ripreso a partecipare storici gas che si erano allontanati...); altro è però avvitarsi su questo negando tutto quel che finalmente si sta riprendendo a fare (quale "paralisi??").
Personalmente ho sempre ritenuto che fosse corretto parlare delle questioni in campo anche nella lista aperta: mi sono però attenuta alla volontà della stragrande maggioranza degli intergasisti, che hanno ritenuto che la comunicazione via mail nell'ultimo anno si è rivelata sistematicamente, più che un campo di discussione, un campo di tiro al piattello.
Dai 16 iscritti alla "carta" (ora, finalmente, "contano" anche i non iscritti!! che secondo quasi tutti coloro che si sono allontanati, non avevano nemmneno diritto ad accedere alle comunicazioni...e così si arriva addirittura al numero di 40!!) credo che 5 siano usciti. Certamente un numero significativo..ma rispetto, come la stessa Cangemi rileva, al numero degli effettivi GAS milanesi, non muta certo il valore di rappresentatività. Non è questo il punto.
Il punto, direi, è se sussita un obbligo, oppure no, di aderire ed uniformarsi al "trend" di "tutto quanto si sta muovendo nell'economia solidale, specialmente a livello locale".
A mio avviso (e non solo mio, si potrebbe dire a questo punto) questo obbligo non sussiste.
Il punto è se possa esistere "qualcosa" che non si uniforma, non si riconosce, "fa altro" e "in altro modo", rispetto a "quanto si sta muovendo" in grande stile.O se dobbiamo essere spazzati via, demonizzati, linciati, annichiliti...solo perchè non vogliamo aderire.
Intergas non ha alcuna intenzione nè interesse a non riconoscere l'esistenza di altri percorsi...credo sia giunto il momento di applicare il "diritto di esistere" anche a noi.
Vivendo, volando, che male ti fo?
Sabina (gas Dergano, Gruppo Produttori).
----Messaggio originale----
Da: sandra.cangemi@???
Data: 06/04/2013 1.33
A: "Lista GAS milanesi del coordinamento dei"<intergas@???>
Ogg: [Intergas] Comunicazione del Gas del Parco
-->
Il
Gas del parco ha deciso di uscire dal collettivo che si autodefinisce
Intergas. Diciamo "si autodefinisce" perché, data la
situazione attuale, la reale rappresentatività di questo collettivo
ci sembra molto discutibile: da circa 4 mesi alle riunioni vengono
non più di 7-8 persone, in rappresentanza, più o meno, di 5-6 gas.
Una realtà, quindi, molto diversa da quella che c'era fino a circa
un anno fa: Intergas non ha mai rappresentato la maggioranza dei gas
milanesi, ma la partecipazione era certamente molto più alta (si è
arrivati, se non ricordiamo male, a una trentina di gas, tra adesioni
formali e informali, e a una quarantina di partecipanti).
Gli
elementi che ci inducono ad andarcene sono sostanzialmente due:1) la
scarsa capacità di questo collettivo di gestire i conflitti in modo
responsabile, rispettoso degli altri e costruttivo; al contrario, si
è creato un clima relazionale irrespirabile e violento, nel senso
che ha determinato l'”espulsione dell'avversario” invece della
ricerca del confronto (tutti i “dissidenti” si sono allontanati,
in modo più o meno dichiarato), in antitesi con tutti i principi
dell'economia solidale e basata sulle relazioni
2) la
scarsa volontà di fare chiarezza su alcuni aspetti che ci sembrano
fondamentali, per esempio: che cos'è e quali obiettivi e principi
ha Intergas, quanti gas ne fanno parte, quali regole ci si dà, come
si fanno le scelte, in che modo e fino a che punto i Gas vengono
realmente rappresentati.La
crisi, ancorché poco riconosciuta, ci sembra estremamente profonda,
e più viene rimossa e negata (esortandosi ed esortando a
"riprendere i lavori"), più ha un effetto paralizzante.
E' una crisi grave di identità e rappresentanza e a nostro avviso
sta portando Intergas a non riuscire più a incidere in modo
efficace sulla realtà e a interagire sempre meno con tutto quanto
si sta muovendo (ed è molto e va conosciuto, anche se ovviamente
non è detto che con tutti sia possibile od opportuno collaborare)
nell'economia solidale, specialmente a livello locale.
Per
questi motivi non ci sembra più che abbia senso partecipare a
riunioni e attività.
Per
il Gas del Parco
Sandra
Cangemi