[NuovoLab] 566° or ain silenzio pe rla pace

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Autore: norma
Data:  
To: forumgenova@inventati.org, Fori sociali
Oggetto: [NuovoLab] 566° or ain silenzio pe rla pace






Mercoledì  3 aprile dalle 18 alle
        19 sui gradini del palazzo ducale di genova, 566° ora in
        silenzio per la pace.

        Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org
        Incollo il volantino che verrà distribuito



Un
            Venticinque aprile da italiani

A Campomorone per la Liberazione sarà conferita la
          cittadinanza a
          30 bambinistranieri



Non
            sarà la solita festa della Liberazione. Il 25 aprile, a
            Campomorone, il lungo
            filo tra passato e futuro passerà tra le mani di trenta
            bambini stranieri (fino
            ai diciotto anni), che riceveranno la cittadinanza onoraria,
            l’entrata
            simbolica nella società italiana.



Un momento di
            svolta nel piccolo paese della Val Polcevera, un’iniziativa
            dal grande valore
            morale per chi, solo con la maggior età, potrà richiedere la
            “vera”
            cittadinanza italiana. I trenta ragazzi, albanesi, rumeni e
            dominicani sono
            figli di chi a Campomorone si è costruito una nuova vita, ha
            trovato lavoro e
            ha creato una famiglia in un lungo percorso di integrazione
            con la popolazione
            locale.



Il venticinque
            aprile i giovani stranieri, prima seguiranno il corteo di
            commemorazione, poi
            saliranno sul palco, allestito per l’occasione al centro
            della piazza del
            paese. E saranno proprio i compagni di scuola a consegnare
            loro la Costituzione
            italiana e una bandiera tricolore che verrà tenuta a fianco
            a quella del Paese
            di origine, sventolate insieme nella stessa mano. «Abbiamo
            voluto legare il
            passato, la nostra storia con chi rappresenterà il nostro
            futuro. Non si tratta
            soltanto di un pensiero ma qualcosa di più profondo, un
            segno tangibile che ci
            rende orgogliosi», sottolinea l’amministrazione, promotrice
            dell’iniziativa in
            collaborazione con le scuole del territorio. Una festa
            rivoluzionaria se si
            considera che, fino ad oggi, riconoscimenti di questo genere
            (la cittadinanza
            onoraria) erano stati consegnati solo a personalità di un
            certo calibro, legate
            a filo doppio con la storia della Val Polcevera come Arrigo
            Diodati,
            sopravvissuto all’eccidio di Cravasco, Liana Millu,
            deportata nei campi di
            sterminio, il prete partigiano Don Bartolomeo Ferrari e don
            Gallo che proprio a
            Campomorone ha fondato la sua prima comunità. Per
            festeggiare le nuove
            generazioni sono state organizzate due giornate di
            festeggiamenti: si partirà
            il ventiquattro aprile con un incontro a Palazzo Balbi per
            ricordare i ragazzi
            della Rosa Bianca, un gruppo di studenti tedeschi uccisi nel
            1943 dai nazisti
            per aver distribuito volantini contro il regime. Uno spunto
            per ripercorrere
            tutte i grandi avvenimenti che hanno visto i giovani
            protagonisti: dalla
            rivoluzione del ’68 ai drammatici episodi del G8 fino alla
            Primavera Araba.



Intanto a
            Campomorone il 25 aprile avrà un nuovo significato: un passo
            verso la
            globalizzazione nella regione più vecchia d’Italia che per
            sopravvivere non può
            dimenticarsi dei giovani, italiani di nascita o per
            cittadinanza onoraria ma
            tutti figli del tricolore.



VALENTINA
          EVELLI  -  Repubblica Genova

Da dieci anni nei
            nostri volantini
            del mercoledì ricordiamo che l'Italia, in spregio della sua
            costituzione, è in
            guerra. 


Non
            abbiamo mai trovato ascolto, né dal parlamento, né dal
            governo, né dal
            presidente della repubblica. Per questo abbiamo voluto
            cogliere e diffondere il
            segno di speranza e di libertà che ci arriva da Campomorone"