[Forumlucca] chi ci spenna

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Author: Aldo Zanchetta
Date:  
To: forumlucca
Subject: [Forumlucca] chi ci spenna
La Realpolitik Ue? L’usura

di Lorenzo Moore - 20/03/2013

Fonte: Rinascita [scheda fonte]
<http://www.ariannaeditrice.it/scheda_fonte.php?id=15>

http://ilgraffionews.files.wordpress.com/2010/07/banchieri.jpg?w=460&h=305&h
=305

Varie spade di Damocle restano pendenti su Cipro.
Abbiamo visto il sistema bancario cipriota mettersi subito in serrata per
spronare i parlamentari ad accettare il piano-salasso con vittime designate
i cittadini.
Con il terzo voto negativo, ieri, del parlamento, il collasso è immediato (e
le cornacchie di Bruxelles già hanno urlato il possibile “fallimento dello
Stato” cipriota. Come se una nazione potesse “fallire”...)
Ma anche se il parlamento avesso votato “sì”, il collasso bancario sarebbe
stato soltanto rimandato.
Il debito pubblico, in ambo i casi, si aggraverà, con ulteriori interessi
usurai da devolvere ai mecenati della grande finanza. Che si sono già
premuniti al riguardo: gli euro-banksters non hanno concesso i 17,5 miliardi
richiesti da Nicosia, allentando così - ma non rimuovendo, da bravi
strozzini... - il cappio.
L’attrazione di Cipro - del popolo cipriota - verso un’uscita immediata
dall’area euro diventerà in ogni caso fatale.
Non soltanto per Nicosia. Ma per Atene, Madrid, Lisbona, Roma e, perché no,
Parigi. E proprio grazie alla “ricetta” del prelievo forzoso sui conti
correnti privati, che giustamente impressiona (dopo il precedente assoluto
del governo Amato in Italia...) ogni cittadino europeo.
Peraltro questo taglione - alla Amato o alla cipriota - farà riflettere, la
speranza è ultima a morire, anche i gioiosi elettori italiani (di una parte)
delle forze di regime (Monti, Bersani) che dichiarano nei loro programmi
“necessario” ridurre al minimo l’uso dei contanti in Italia. (La scusa è
quella dell’antiricilaggio... ma anche i nostri bebè sanno che i nostri
capitalisti, quelli veri, hanno già provveduto a trasferire altrove, nelle
isole dorate, i loro tesori liquidi. Magari in Svizzera, come ha insegnato
l’eredità di Gianni Agnelli).
Vediamo le cronache di queste ore.
Dall’inizio della crisi a Nicosia, sono state tre le sedute parlamentari,
dedicate all’approvazione delle misure di salvataggio del sistema bancario
cipriota, andate a vuoto.
Il presidente Nicos Anastasiades, presentatore del “piano” ordinato dalla
troika affama-Stati (Fmi, Bce, Ue), non è riuscito né il 17 e né il 18 ad
aggregare i (2) numeri in grado di evitare quello che viene dichiarato “il
collasso bancario” dell’Isola-Stato europea nell’oriente del Mediterraneo.
Poi un conclave presidenziale inatteso ha rinviato alla notte le votazioni
di ieri, del 19.
In precedenza con l’annuncio della nefasta applicazione di un prelievo
forzoso su tutti i depositi dei cittadini residenti e non (6,75 e 9,9%
rispettivamente sui risparmi fino od oltre i 100 mila euro, due erano stati
i ricatti verso i ciprioti.
L’uno, quello di Bruxelles, che ha praticamente dichiarato: “trovate voi il
metodo, ma dovete pagare i 5,8 miliardi di euro di prestiti ad usura
scaduti; noi possiamo concederVi un’altro prestito ad usura per 10
miliardi”.
L’altro, quello del “fallimento”. Con il feudatario locale dell’eurocrazia,
il neopresidente cipriota, subito piegato, il 16, al vergognoso piano di
prelievo forzoso urbi et orbi, alleviato da una posteriore proposta di
“dispensa” per i percettori di redditi minimi.
Lezioni cipriote da assorbire bene. Nel Bel Paese.


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