[Coordinamentoaguzzano] Fw: Fwd: Firma anche tu per cacciare…

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Auteur: arianna.mazzanti
Date:  
À: aguzzano
Sujet: [Coordinamentoaguzzano] Fw: Fwd: Firma anche tu per cacciare Berlusconi dal Parlamento (facendo applicare la legge 361 del 1957)


From: Alberto Giuliani
Sent: Monday, March 04, 2013 2:16 PM
To: Aldo Vitturini ; annamaria passarelli ; arianna mazzanti ; alma d'avanzo ex reuters ; maria Cenerini ; maria bergamin ; LOSTIA MICHELE PAOLO FRANCE
Subject: Fwd: Firma anche tu per cacciare Berlusconi dal Parlamento (facendo applicare la legge 361 del 1957)



Inizio messaggio inoltrato:


Da: Carlo Troilo <carlotroilo38@???>

Oggetto: I: I: Fw: Firma anche tu per cacciare Berlusconi dal Parlamento (facendo applicare la legge 361 del 1957)

Data: 04 marzo 2013 13:38:08 GMT+01:00

A: carlo troilo <carlotroilo38@???>

Bcc: a.giul@???





---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: giuseppe.sammartino1@??? <giuseppe.sammartino1@???>
Date: 04 marzo 2013 11:56
Oggetto: I: Fw: Firma anche tu per cacciare Berlusconi dal Parlamento (facendo applicare la legge 361 del 1957)
A: carlotroilo38@???






    To: Undisclosed recipient 
    Subject: I: Firma anche tu per cacciare Berlusconi dal Parlamento (facendo applicare la legge 361 del 1957)





         Newsletter | 1 marzo 2013 | micromega.net |        



    Firma anche tu per cacciare 
    Berlusconi dal Parlamento 
    (facendo applicare la legge 361 del 1957)
    Una legge sul conflitto di interessi, che rende Berlusconi ineleggibile, esiste già: è la 361 del 1957. Con un appello lanciato oggi su www.micromega.net Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame e Barbara Spinelli chiedono al nuovo Parlamento che venga finalmente applicata, in modo che Berlusconi non abbia più nessuna immunità di impunità.


    IL TESTO DELL'APPELLO


    Berlusconi non era e non è eleggibile. Lo stabilisce la legge 361 del 1957, che è stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Nel 1994 (maggioranza di centro-destra) e nel 1996 (maggioranza di centro-sinistra, primo governo Prodi), un comitato animato da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e libertà”) e composto da Roberto Borrello, Giuseppe Bozzi, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Antonio Giolitti, Paolo Sylos Labini, Vito Laterza, Enzo Marzo, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, e sostenuto da una campagna stampa del settimanale “l’Espresso”, organizza i ricorsi dei cittadini elettori, ricorsi che vengono respinti dalla Giunta delle elezioni della Camera (con l’unico voto in dissenso dell’on. Luigi Saraceni, che il centro-sinistra non confermerà nella Giunta del 1996) con la motivazione che l’articolo 10 comma 1 della legge dichiara in effetti che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”, ma che “l’inciso ‘in proprio’ doveva intendersi ‘in nome proprio’, e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni televisive in nome proprio”.


    Palese interpretazione da azzeccagarbugli, poiché come scrisse il presidente emerito della Corte Costituzionale Ettore Gallo “ciò che conta è la concreta effettiva presenza dell’interesse privato e personale nei rapporti con lo Stato”.
    Tanto è vero che la “legge Mammì” del 6 agosto 1990, n° 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato stabiliva all’art. 12 il “Registro nazionale delle imprese radiotelevisive” e all’art. 17 comma 2 precisava che “qualora i concessionari privati siano costituiti in forma di società per azioni ecc. … la maggioranza delle azioni aventi diritto di voto e delle quote devono essere intestate a persone fisiche, o a società ecc. … purché siano comunque individuabili le persone fisiche che detengono o controllano le azioni aventi diritto al voto”.


    MicroMega decide perciò di riprendere quella battaglia di legalità ormai ventennale attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che potrà essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Nell’ultimo giorno valido (20 giorni a partire dalla proclamazione degli eletti), MicroMega organizzerà la consegna di massa dei ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato.


    Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli


    Firma e diffondi l'appello: http://bit.ly/fuoriberlusconi 


    (1 marzo 2013) 



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Testo inserito da Panda GP 2013:

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