Continuano ìmperterriti gli inviti al dialogo rivolti al M5, ultimo quello di Umberto Veronesi: cadiamo nel patetico. Quando Grillo sostiene "non avete capito nulla", ha sicuramente ragione. Un movimento (o un leader) che dice "fuori tutti", "voi non siete un cazzo, noi siamo l'intero popolo", è chiaramente un movimento che si vuole rivoluzionario: diciamo meglio, eversivo. Per lui la Rete è strumento e sede della "democrazia diretta" e il M5S non si pone dunque nella prospettiva di integrare/correggere il modello rappresentativo vigente, bensì CONTRO, salvo utilizzarlo (e allora ridiventa "buono") nel caso del raggiungimento da parte del Movimento della maggioranza assoluta, nell'evenienza di prossime elezioni. Evidenti aporie, che forse potrebbero apprezzare persino alcun sociologhi studiosi del "fenomeno": mi riferisco a Roberto Biorcio e a Paolo Natale e al loto recentissimo libro.
Dal punto di vista della gestione della crisi, temo che il cerino brucerà la mano di Pierluigi Bersani, dal momento che Napolitano ha dichiarato che non conferirà l'incarico se non a chi garantisce in partenza una maggioranza parlamentare (e non è il caso del Bersani). Dunque, si andrà ad un governo istituzionale, cui il PDL aderirà entusiasticamente: un'altra versione del governissimo. Oserà il PD dire di no e dunque sconfessare il suo Presidente? Mi sembra un'ipotesi molto, molto improbabile. Nell'un caso come nell'altro ne uscirà con le ossa rotte.
