[Forumlucca] I: E' la tecnoscienza, cretini !

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Gli studi sul cervello che mirano a renderci macchine desolate

di Massimo Fini - 23/02/2013

Fonte: <http://www.ariannaeditrice.it/scheda_fonte.php?id=2> Massimo Fini
[scheda fonte]


http://www.rudybandiera.com/wp-content/uploads/2008/07/cyber_occhio-cibernet
ico.jpg

«Sapremo tutto del nostro cervello: come funziona, come lo si ripara e come
lo si puo' migliorare». Sono parole di Barack Obama a proposito di un
ambizioso progetto chiamato Brain Activ Man cui stanno già lavorando aziende
tecnologiche come Google, Microsoft, Qualcom e altre «hi-tech» più
specificamente mediche.
A questo delirio conoscitivo ci sia concesso muovere qualche obiezione.
Quando noi conosceremo con perfezione scientifica i circuiti cerebrali che
provocano le nostre emozioni, la gioia, l'amore, la tenerezza, la paura, la
crudeltà, l'odio, la gelosia sapremo tutto di questo cervello diviso a
spicchi ma avremo perso l'uomo. Nella sua interezza, nella sua singolarità,
nella sua insondabile e dolorosa poesia. Avverrà in 'corpore vili', cioè
sull'essere umano, quello che lo strutturalismo ha tentato in letteratura.
Lo strutturalismo ci dice, per esempio, quante volte Dante ha usato un certo
termine nella Divina Commedia. Alla fine di questa dotta ricerca cosa rimane
della poesia di Dante?Nulla. Cosi' sapremo tutto su come funziona il
meccanismo umano, ma niente di più, anzi qualcosa di meno, sull'uomo.
Si dice che queste ricerche saranno decisive nel prevenire certe malattie
neurologiche, come l'Alzhaimer, potenziando il cervello di soggetti sani
inserendovi circuiti elettronici e chip al silicio. Anche qui siamo nella
linea per cui non esistono più soggetti sani, siamo tutti potenzialmente dei
malati e cosi' dobbiamo essere trattati, con effetti non del tutto
indifferenti sulla nostra psiche e sulla nostra 'joie de vivre' («Muore
mille volte chi ha paura della morte»dice il vecchio e saggio Epicuro). E'
vero che l'Alzheimer è in continuo aumento, ma non si capisce bene se cio'
sia dovuto all'allungamento della vita (cosa che mi pare contradditoria
perchè l'Alzheimer è una demenza senile precoce), ad una maggior precisione
delle diagnosi o non piuttosto al tipo di vita estremamente stressante che
conduciamo. Mi ricordo che quando ero ragazzino, negli anni Cinquanta, di
Alzheimer non si parlava quasi, c'era l'arteriosclerosi, il nonno che
inseguiva le domestiche per appioppargli una pacca sul sedere, una cosa in
fondo simpatica e innocua.
Si dice ancora che scopo di questa ricerca, in cui saranno investite
centinaia di milioni di dollari, è di «individuare i meccanismi del
funzionamento della mente da trasferire nei computer per sviluppare una
'intelligenza artificiale' sempre più simile a quella dell'uomo». Ma dai e
ridai c'è il rischio che l' 'intelligenza artificiale' superi quella
dell'uomo e lo assoggetti a sè stessa. E' l'ipotesi di Duemilauno Odissea
nello spazio di Stanley Kubrick (del resto è successo, in tutt'altro campo,
quello economico, che il meccanismo ci sia sfuggito di mano e oggi ci
domini).
Ma l'obbiettivo finale di questa ricerca sul cervello, di questo progetto,
ce lo svela, senz'ombra di turbamento, Edoardo Boncinelli, in un articolo
sul Corriere della Sera: «E' fare dell'uomo una supermacchina». Cioè un
robot. In una sorta di sinistro comunismo tecnologico saremo tutti,
disperatamente, uguali.