[NuovoLab] Caso Covell, la Procura: «Indaginisvolte con scru…

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Aihe: [NuovoLab] Caso Covell, la Procura: «Indaginisvolte con scrupolo»
Caso Covell, la Procura: «Indagini svolte con scrupolo»


Genova - Il procuratore generale di Genova, Vito Monetti, prende posizione sulla decisione del gip di Genova Adriana Petri di archiviare il procedimento sul caso del giornalista britannico Mark Covell, ferito durante il G8 di Genova del 2001. Monetti ha diffuso una nota per precisare lo scrupolo con cui l’ufficio della Procura svolse le indagini.

«Considerata la gravità dell’ipotesi di reato (un tentato omicidio ascritto a funzionari della Polizia di Stato), è stato mio scrupolo chiedere una copia del decreto di archiviazione - scrive Monetti -. Ho potuto così rendermi conto che la decisione è stata assunta all’esito di un’attività di indagine che la Procura della Repubblica di Genova aveva svolto con grande scrupolo e professionalità, al fine di identificare le persone che avevano materialmente aggredito Covell».

«Nel provvedimento di archiviazione - aggiunge Monetti - il giudice scrive che questa indagine si è rivelata vana a causa di un “malinteso spirito di corpo” che ha di fatto impedito la doverosa collaborazione degli inquirenti con l’ufficio della Procura nell’individuazione delle responsabilità di coloro che, macchiandosi di reati gravissimi, hanno leso l’onore di tutta la polizia italiana».

Vito Monetti prosegue: «Il decreto di archiviazione è stato pronunciato nei confronti delle stesse persone che sono state condannate alla conclusione del «processo Diaz».
Si tratta, come è noto, di «funzionari della polizia di Stato, alcuni di rango molto elevato».

«Va ancora ricordato - spiega il Pg - che, nel luglio scorso, la Corte di Cassazione ha definitivamente respinto i ricorsi che queste persone avevano presentato contro la sentenza della Corte d’appello di Genova che ne aveva, appunto, dichiarato la responsabilità».
Infine Monetti riferisce: «Tutti i condannati hanno chiesto al tribunale di sorveglianza di essere ammessi a forme di trattamento che consentano loro di non scontare in carcere le pene inflitte. Il mio ufficio, com’è prescritto dalla legge, interverrà nel procedimento e formulerà osservazioni e richieste al tribunale di sorveglianza».

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