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Da Mauro Armanino, missionario ligure in Niger
Polvere a Niamey
Polvere di vento e vento di polvere che attraversa Niamey in questi
giorni.Cambia la stagione e ci si incammina verso l'aspro calore nigerino.La
polvere invece si mescola con la guerra.Soffia nel deserto e si impadronisce
dello sguardo e degli occhi.Sospettosi come quelli dei migranti ancora più
invisibili del solito dopo che hanno chiuso la mggior parte delle
frontiere.Adesso partono a decine dalla costa del Ghana e altri sono
arrestati lungo la strada.Assaltati dai poliziotti di confine e dal rimorso
di coscienza per la madre che non lo sapeva.Avranno anche loro bisogno della
scorta per raggiungere Agadez.L'ultima grande tappa prima della grande
polvere del deserto.
Simile alla polvere dei militari francesi che hanno preso posizione attorno
alle miniere di uranio.L'uranio vale più delle persone che non hanno bisogno
di miniere per essere scavate.Basta solo la miseria e la scorta per questo
lavoro non serve.Nessuno la pagherebbe per i poveri.E' polvere di guerra e
guerra in polvere.Improvvisa e preparata da tempo come ogni
guerra.L'insicurezza annaspa accanto ai muri di protezione delle ville e
delle istituzioni della capitale.L'industria della paura funziona bene sotto
tutte le latitudini del finto villaggio globale.Le compagnie ringraziano per
i posti di lavoro come guardiani del faro.
I tecnici europei del terrorismo internazionale provocato erano da tempo
venute nel Niger.Dal mese di agosto erano ufficialmente una cinquantina i
tecnici pagati per formare le polizie locali al governo della paura.Gli
altri invitati d'ufficio erano il Mali e poi la Mauritania.Quanto al Burkina
Faso i tecnici francesi hanno profuso parte delle conoscenze che l'americana
Africom aveva forse lasciato in mano ai droni.Ormai questi stazionano
all'aeroporto internazionale Diori Hamani di Niamey.E le autorità americane
hanno stipulato l'accordo bilaterale che scioglierà i soldati americani da
ogni possibile crimine di guerra.Come sempre alcuni sono più uguali degli
altri.La polvere non può combattere altra polvere.Finiranno entrambi nel
fosso della violenza con la quale giustificano le spedizioni
militari.Polvere di colonialismo sotto gli applausi del pubblico.
La polvere si alza al passaggio dei contingenti che andranno a formare
l'altro esercito del momento per difendere la civiltà.Sono poche le domande
che percorrono i sentieri della politica.Si moltiplicano invece le
conferenze dei paesi donatori di fondi.La protezione delle risorse
energetiche, le nuove geopolitiche da ristampare e l'arresto
dell'immigrazione informale giustificano la fabbricazione della polvere.La
Cina infatti non è come le stelle che stanno a guardare.Opera e mette
anch'essa in pratica l'accapamento globale delle terre e di quanto si può
sfruttare.
Il traffico di Niamey si era fermato come il sole di Giosuè sul fiume
Niger.Passava il contingente francese sbarcato di recente nel paese che si
trasforma gradualmente in una polveriera.A quella di Arlit si aggiungerà
quella di Imouraren che scava uranio a cielo aperto. Sarà la miniera pù
grande dell'Africa e la seconda nel mondo.Invece il Niger si dibatte per
difendere il penultimo posto della lista nello sviluppo umano.Gli espatriati
di colore bianco non possono partire dalla capitale senza scorta
armata.Anche le uscite notturne saranno limitate e circoscritte il più
possile.La polvere dell'insicurezza è quella nella quale vivono milioni di
persone ogni giorno.L'unica scorta a cui hanno diritto è quella che
occasionalmente viene dal cielo e che la polvere colora di attesa.
Kelvine profitta della polvere per tornare in Liberia.Dice che ora vuole
aiutare la sua famiglia a farsi strada e che ha capito la direzione del
viaggio.Lo stesso che Jean Mark vuole intraprendere per il Cameroun.Era
partito dopo la laurea in lettere moderne francesi che gli avevano insegnato
l'Europa del Marocco.Lì si era fermato per non diventare illegale come le
politiche delle frontiere.Ha chiesto se poteva fare la doccia in un bagno
decente per togliersi la polvere addosso.