Quattro opzioni per il 2013 - Iñaki Gil de San Vicente

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Autor: EHLINFO
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Betreff: Quattro opzioni per il 2013 - Iñaki Gil de San Vicente
Inviamo di seguito la traduzione di un recentissimo scritto di Iñaki Gil de San Vicente, pensatore marxista interno alla Sinistra Indipendentista Basca e militante teorico-pratico della rivoluzione basca e mondiale.
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QUATTRO OPZIONI PER IL 2013
La presa del potere è una necessità ineludibile, unita alla distruzione/superamento del potere statale franco-spagnolo nei Paesi Baschi





Di Iñaki Gil de San Vicente

Gennaio 2013, Euskal Herria



Il capitalismo è il peggiore dei peggiori mostri, perchè è capitale in auto espansione. Per sopravvivere il capitale deve crescere, così è spinto a divorare prima la specie umana e il pianeta, e dopo se stesso. Per fare un esempio, è sempre più frequente trovare luoghi in cui l'acqua potabile è più cara della coca-cola, o ancora dove per produrre un filetto di manzo sono necessari 7.000 litri di acqua. Per questo il capitalismo è il peggiore dei Cronos, che mangiava i suoi figli, e peggiore del dio dei cristiani che sacrificò suo figlio per salvare se stesso.

Cronos, dio, etc., sono creazioni oppiacee di un'umanità alienata mentre il capitale si è auto-creato grazie al terrorismo interno alla lotta delle classi, all'oppressione nazionale e allo sfruttamento di sesso-genere. Per conoscere il 2013 si devono studiare le contraddizioni del capitale nel suo momento più autentico, nelle sue crisi. Per esempio, il livello dei mari continuerà ad aumentare, già l'ha fatto di 11 millimetri dal 1992, superando le peggiori aspettative dell'ONU e scatenando una sinergia distruttiva ancora sconosciuta. La realtà cruda del capitalismo si scopre unicamente nei suoi periodi di tensione estrema, di angoscia, quando sono sprofondate tutte le bugie e le illusioni e quando l'inumanità intrinseca alla proprietà privata rimpicciolisce e ridicolizza Baal e Moloch, semplici figurine di fango se comparate con la ferocia del beneficio che ne deriva.



L'anima del capitale si radica nel sangue dell'uomo, e quanta più fame e malattie patisca l'umanità, più trionfi si aggiudicheranno l'euro e il dollaro, essenze dell'umanismo borghese, un umanismo tanto brutale che il governo portoghese ha consigliato al popolo di non ammalarsi, mentre la borghesia spagnola ha deciso di consegnare il mercato della salute alla pirateria privata, Per esempio, la disperata politica degli americani per assicurare le loro risorse di greggio, così come altre cause, fanno sì che sia possibile che il riscaldamento climatico si avvicini a 3,6°c in alcuni decenni, limite catastrofico, secondo l'ultimo studio della AIE (Agenzia Internazionale dell'Energia). E' che il capitalismo tritura il reale, l'umano, spinto dalle sue contraddizioni interne, oggettive. L'obiettivo è quello di non lasciarci via d'uscita anche se neghiamo la sua esistenza. Possiamo rinnegare e ridere della contraddizione tra lo sviluppo delle forze produttive e le relazioni sociali della produzione, e dello shock tra il crescente contenuto sociale della produzione e la crescente privatizzazione borghese di quello che viene prodotto, della concentrazione e centralizzazione dei capitali, della sua perequazione, però negli USA lo 1% della popolazione possiede il 40% della ricchezza e quasi il 25% del reddito nazionale, nelle regioni basche lo 1,3% il 44,4% del PIL: viviamo male sotto la dittatura oggettiva del capitale, anche se soggettivamente non lo vediamo.



Possiamo anche nasconderci nel branco di coloro che negano la validità della legge del valore-lavoro, della teoria del plusvalore, della legge della caduta tendenziale del saggio di profitto, e della dialettica, ridicolizzandola. Possiamo fare questo e altro ma i fatti sono ostinati e schiaccianti. Proprio ora una nuova recessione aggrava la più lunga crisi iniziata nel 2007, chiamata la vera grande depressione. Ricordiamo che le grandi depressioni e crisi si sono concluse con guerre mondiali. Il 2013 sarà il riassunto brutale di quello che è accaduto prima, la sua espressione, e sarà il tempo nel quale si acutizzeranno ancor di più queste e altre contraddizioni per la semplice ragione che il capitale non può sterminare in toto la coscienza umana. Può renderla idiota, intimidirla, ingannarla e drogarla con quei 400.000 milioni di dollari che come minimo sono spesi all'anno in stupefacenti a livello mondiale. Tutto allo scopo di sterminare la coscienza critica, ridurla a piccoli pezzetti di brace nascosti sotto la fredda e grigia cenere chiamata "normalità democratica". Ma mai la sterminerà definitivamente perché l'antropogenia è precedente all'accumulazione originaria di capitale. Presto o tardi l'aumento dello sfruttamento e la riduzione del salario entreranno in collisione con il limite biologico e sociale de la riproduzione della forza lavoro.



Quando si giunge a questa drammatica situazione, la gente oppressa sceglie tra 4 alternative: la prima, è l'indifferenza etica e passività politica, anche se sa che il 20% dei bambini irlandesi va a dormire affamato, che nello stato spagnolo i guadagni di alcune imprese statali ora privatizzate basterebbero per coprire i costi sociali, mantenendo e anche migliorando i servizi pubblici se solo ce ne fosse la volontà politica. Ancora più concretamente, il centinaio dei grandi proprietari del paese hanno ottenuto nel 2012 guadagni sufficienti per pagare le spese pubbliche di pensioni, sanità e disoccupazione. La grande borghesia del paese è dello 8,4% più ricca del 2011, mentre la povertà infantile aumentata vorticosamente di un 41% dall'inizio della crisi. All'indifferenza e alla passività si unisce la fuga, come quella dei migliaia di pensionati tedeschi che non riescono a vivere della loro pensione e si trasferiscono in paesi più economici, pensioni basse che si ricevono dopo una decade di compressione salariale nonostante il quasi pieno impiego del 2012, che si debiliterà nel 2013.



La seconda alternativa, è che la passività e l'indifferenza si trasformino in estrema destra, fascismo e imperialismo; perché quella gente sa che ci vorrebbero solo 9.000 milioni di dollari per trovare una soluzione ai problemi dell'acqua e della rete fognaria, però si preferisce che l'UE investa 164.000 milioni all'anno in gelati, tabacchi e alcol e l'imperialismo occidentale (UE+USA), 17.000 milioni in cibo per gatti e cani. Quella gente si sente parte del 20% del pianeta che possiede l'82% della ricchezza mentre accetta che più di un miliardo disponga appena dello 1,4%, accetta la fame nel mondo, soprattutto quei 220 milioni di bambini malnutriti, anche se si potrebbe mettere fine a questa cicatrice solo con l'1% dei costi per il salvataggio della banche a livello mondiale. E' la gente che esige la limitazione al dritto di sciopero, anche se nello stato spagnolo si sono trasferiti 216.000 milioni di euro dall'erario pubblico al capitale privato, come minimo, il che equivale a 4.500 euro per abitante, con un tasso di disoccupazione che sta superando il 25%. Una via verso la destra è la disperata sottomissione di quel 63% dei giovani dello Stato disposti a lavorare senza ricevere salario, pur di "farsi un curriculum"; ma altri si rivolgeranno a sinistra.



La terza, è il riformismo più o meno duro, ma senza una strategia rivoluzionaria offensiva. L'Islanda è uno degli esempi delle virtù e dei limiti di questa opzione. Al pari delle mense pubbliche portoghesi per l'infanzia, o le cooperative greche per superare l'enorme povertà energetica, e nello stato spagnolo il problema dell'accesso all'energia coinvolge già il 10% della sua popolazione. Nel 2012 è cresciuta la distanza tra la borghesia e il proletariato nella OECD (o OCDE - Organisation for Economic Co-operation and Development), riaffermandosi la tendenza del 2011, quando è caduta a livelli di disuguaglianza di circa 30 anni fa; e il 2013 sarà peggiore che il 2012. Secondo INTERMON, continuando così, di qui a 10 anni sarà povero il 40% della popolazione dello stato spagnolo.

Ufficialmente, nei Paesi Baschi, le persone che hanno visto peggiorare le loro condizioni di vita sono passate dal 8,1% del 2008 al 16,7% del 2012. Quelli che non riescono a coprire le spese di base sono cresciuti dal 3,1% al 5,7%, un incremento del 88,1%. Le famiglie con gravi problemi di alimentazione sono aumentate di un 116,8% dal 2008, mentre il 2,1% soffre la fame, dato prima del 1996 sconosciuto perché mai calcolato prima di allora. In Nafarroa ci sono almeno 4.000 famiglie senza alcuna entrata economica. Sono dinamiche del capitalismo occidentale che non possono essere invertite con un neo-keynesianesimo, risuscitato dal suo estinto contesto storico, ma solo mediante un'aspra e dura lotta di classe. Dobbiamo assumere questa realtà in peggioramento accelerato per avanzare nella nostra lotta di liberazione nazionale della classe e antipatriarcale, o altrimenti la marea ci travolgerà.



La quarta opzione è la lotta rivoluzionaria, sulla quale mi esprimerò in un prossimo articolo.



Nella prima parte di quest' articolo sono state esposte brevemente tre opzioni per questo anno durante il quale tenderanno ad acutizzarsi tutte le contraddizioni del sistema, incluse quelle che vengono nascoste dalle possibili manovre diversive del potere, volte a prendere tempo. Per esempio, aumenterà il dibattito sui modelli socioeconomici però quasi sempre da una prospettiva astratta e depoliticizzata, per fornire una sola scelta.

Abbiamo definito le tre opzioni come la indifferente, la fascista, la riformista, definizioni molto generiche ed ampie che includono varianti, matrici e differenze apprezzabili ma secondarie nei momenti decisivi. Una caratteristica nascosta che le identifica nella loro ultima e comune accettazione dello sfruttamento, nonostante le grandi distanze che le separano in alcune questioni di innegabile importanza: per esempio la democrazia borghese, la durezza o tolleranza dello Stato, le libertà concrete di tutti i tipi etc. La lotta per le libertà borghesi è stata sempre una bandiera rivoluzionaria, anche se sappiamo che queste libertà non sono socialiste e che, anche a causa degli errori della sinistra, possono rafforzare lo sfruttamento capitalistico come di fatto accade.



Ora tentiamo di riassumere in breve la quarta opzione, la rivoluzionaria. Non è un compito facile perché entriamo in un'altra dimensione qualitativamente differente alle precedenti.

Già non bastano le semplici cifre, percentuali e altri dati quantitativi, perché dobbiamo entrare nella dimensione qualitativa tenendo in conto che ci entriamo nel 2013. Ora la nostra mente, la nostra capacità di studio critico deve cambiare paradigmi interpretativi, principalmente deve perdere la paura della verità, inscindibile dalla paura della libertà. Ma cos'è la verità? E' la prassi all'interno delle contraddizioni. Senza dubbio questo passo è il più difficile ma è quello decisivo per avanzare nell'opzione rivoluzionaria nel 2013. Quando parliamo della paura non ci riferiamo alla paura con allarme istintivo di pericolo, ma alla paura socialmente incrostata nella struttura psichica delle masse attraverso l'educazione dominante. Possiamo trovare un appoggio teorico a tal proposito, tra le diverse opere, anche nella preziosa critica della "figura del Amo" di D. Sibony, sviluppata per comprendere perché le masse sfruttate italiane cadevano nella indifferenza politica alla fine degli anni '60 e all'inizio dei '70 del secolo scorso. Dopo arriverà Berlusconi. L'amo, la sua figura, è la catena mentale che ci impedisce di superare la paura socialmente imposta.



Paura dell'amo è una delle risposte di base che dobbiamo dare alla domanda sollevata da W.Reich sul perché le persone affamate e sfruttate non si sollevano. Ci sono più risposte, ma ci conducono tutte allo stesso fondamento teorico: il potere paralizzante del feticismo delle merci, come Marx ce l'ha dimostrato. Naturalmente, non possiamo spiegare qui con il rigore sufficiente la teoria del feticismo, possiamo dire che ci insegna perché riduciamo le persone allo status di cose, di mercanzia, e perché eleviamo queste cose allo status di persone.

Ricordiamo che la radice della parola persona viene dal nome greco classico della maschera che indossavano gli attori di teatro per interpretare diversi personaggi, a volte mortalmente opposti. Ovvero, ci rimette all'insicurezza e all'incertezza dominante in una società atrocemente patriarcale, schiavista e imperialista nella quale il denaro -l'equivalenza che riduce tutto alla legge di mercato- dominava già su quel che rimaneva di relazioni sociali meno diseguali, basate sull'economia comunitaria, come arrivò a percepire Democrito. Nel capitalismo, persona e feticcio mercantile sono la stessa cosa, e ci rimandano alla proprietà privata delle forze produttive. Quanto appena scritto suona come un'eresia, e lo è per la cinica doppia morale borghese.



Forse Frued non lo sapeva, o forse preferiva non dirlo, ma la sua cruciale scoperta della resistenza all'analisi, innegabile a tutti i livelli, emerge proprio da una delle facce del feticismo. Nello stesso modo, anche il feticismo agisce a livello più cosciente attraverso la "volontà di non sapere" secondo l'espressione di J. Garnier.

Perché parlo della paura della verità come prima cosa da superare per l'opzione rivoluzionaria in questo 2013? Perché è la questione decisiva nella politica e nella presa del potere, cioè nella quint'essenza dell'economia. Dalla metà del secondo XIX il marxismo insiste nel fondamentale ruolo dell'irrazionale, della sottomissione e dell'obbedienza. Nel 1868 Marx affermò che "dove l'operaio è burocraticamente disciplinato dall'infanzia e crede nell'autorità e negli organismi situati sopra di lui, la cosa più importante è insegnargli a agire con indipendenza"; e nel 1877 rigettò radicalmente qualsiasi "prostrazione superstiziosa di fronte all'autorità" del partito rivoluzionario. Come nel passato, in quest' anno che entra, la soggettività organizzata in forza cosciente deve confrontarsi con enormi ostacoli costruiti dal potere, il primo requisito necessario sarà, per superarla di nuovo, il rigettare tutta la prostrazione superstiziosa alle sue sottili o grezze manovre, siano promesse di sostanziali riforme o repressione.



Per esempio, suona il canto della sirena dei verdi germogli dell'economia; ma anche se così fosse, la vita dei popoli sfruttati non migliorerebbe assolutamente. Se la sinistra non conosce la verità del capitalismo si arenerà sulle rocce per non essersi inoltrata in alto mare, inchinandosi alla tempesta. Contro il riformismo, non esistono porti sicuri nel mezzo della crisi ma solo una buona rotta. Il pericolo della verità offusca il pensiero e fa vedere false soluzioni dove invece ci sono solo burroni, le quattro sfide con cui si deve misurare la sinistra non possono essere risolte in questo 2013, ma si devono progressivamente concretizzare: il soggetto rivolzuionario, la presa del potere, la forma-movimento e la pianificazione socialista, basi oggettive della nostra repubblica basca, Definire il soggetto rivoluzionario presuppone la definizione del soggetto reazionario, la borghesia, perché non c'è sfruttato senza sfruttatore, inoltre sapere che cos'è la borghesia è sapere quali forze utilizzerà per schiacciarci presto o tardi. La borghesia basca non è indipendentista, può esserlo una parte della piccola borghesia.



La presa del potere è una necessità ineludibile, unità alla distruzione/superamento del potere statale franco-spagnolo nei Paesi Baschi. Senza potere operaio e popolare spariremo come nazione, ma mai ci daranno il potere gratuitamente; dobbiamo prenderlo e costruirlo, compito erculeo che fa venire le vertigini. Soggetto rivoluzionario e potere basco esigono un sistema organizzativo agile, critico e capace di essere la colonna vertebrale della ricchezza auto-organizzativa del nostro popolo lavoratore, e non possiamo creare quest' organizzazione con menti burocratizzate. Le tre sfide si complicano con la necessità di prefigurare il socialismo, cioè di come mettere fine alla proprietà borghese, nucleo della civilizzazione del capitale. E qui alla vertigine si somma l'ignoranza accumulata in anni. Nel 2013 questi e altri compiti aumenteranno d'importanza vista l'intensificazione delle contraddizioni di tutti i tipi. Non risolveremo nessuna di quelle, ma dobbiamo fare il primo passo: incominciare a creare la vera terra dei baschi socialista. Non si tratta tanto di ottenere un'egemonia astratta, quanto di approfondire la prassi all'interno delle contraddizioni, all'interno dell'oppressione nazionale, mostrando la verità indipendentista come forza soggettiva materializzata oggettivamente in tutte e ognuna delle lotte del nostro popolo. È Sufficiente? Non se si limita a questo, però è necessario.





Testo in spagnolo su: http://www.lahaine.org/index.php?p=66486&lhsd=3

Traduzione a cura di EHL Napoli