[Canale_633] EX COLORIFICIO A RISCHIO SGOMBERO!!!

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Pisa continua a rinnegare il grigiore: Ex-Colorificio libero di
esistere.


La J-Colors, l’impresa multinazionale che ha acquistato alla fine degli
anni Novanta l’ex Colorificio Toscano chiudendone in pochi anni la
produzione e licenziando i lavoratori, lasciando in uno stato di
gravissimo abbandono l’intera di area di circa 14.000 mila metri quadri,
ha richiesto negli scorsi giorni lo sgombero del Municipio dei Beni
Comuni di Pisa che dal 20 ottobre ha restituito alla città questa ex
fabbrica.

Un atto che arriva a pochi giorni dallo svolgimento di United Colors of
Commons, una tre giorni che sia a livello locale che nazionale ha posto
il Municipio e l’ex-Colorificio, con tutte le sue progettualità e
proposte concrete di riqualificazione dell’area e di costruzione di
un’altra società, come un bene comune per tutti. “United Colors of
Commons” ha, infatti, dato l'occasione di partecipare principalmente
all'idea che i territori e le sue dinamiche possano essere ridisegnati,
a partire dalla messa a valore delle esperienze di altri contesti urbani
italiani e europei che intrecciano le questioni locali, nell'idea di una
nuova periferia che si fa centro d'ideazione.

In questi tre mesi il Municipio ha aperto uno spazio ai cittadini e
alle cittadine ma anche un luogo di confronto e di liberazione
all’interno di una delle tante, troppe, aree private dismesse su cui le
aziende provano a condurre operazioni speculative. La J Colors ha
colpevolmente lasciato in abbandono un luogo dove per quasi un secolo
centinaia di lavoratori hanno vissuto, e ad oggi non ha alcun progetto
su quell’area: la sua sola speranza è quello di venderla, magari avendo
in mano una variante urbanistica. Ma in quasi quindici anni non ci è mai
riuscita e vista la crisi del mercato immobiliare la sola cosa che
accadrà se si sgombererà il Municipio dei Beni Comuni è che questa
rovina industriale rimarrà così per anni.

Noi a tutto ciò non ci rassegniamo. Lanciamo da oggi una campagna per
difendere il Municipio dei Beni Comuni e soprattutto le relazioni
sociali che sta costruendo. La liberazione dell’ex-Colorificio Toscano
pone oggi una questione sul piano nazionale: il recupero delle grandi
aree dismesse e la funzione sociale della proprietà privata, tanto più
in una fase di crisi economica come è quella che stiamo attraversando.

A chi sta provando a trasformarci in un problema di ordine pubblico,
sperando forse in una nostra chiusura, rispondiamo con il solo modo che
conosciamo: moltiplicando le attività e le iniziative all’interno del
Colorificio, continuando i lavori di recupero all’interno della
struttura, per offrire nuove possibilità di incontro e crescita
collettiva.
Colpisce ancora una volta l’assordante silenzio dell’amministrazione
comunale di Pisa in tutti questi mesi e tanto più alla luce di questi
avvenimenti: un silenzio che ad oggi rischia di apparire una complicità
a fronte del pericolo di sgombero e delle responsabilità evidenti della
proprietà sullo stato di abbandono dell’ex-fabbrica.

Difendere il Municipio dei Beni Comuni e l’ex-Colorificio Liberato è
oggi una battaglia per la democrazia a Pisa e non solo. Vogliamo dare da
questo luogo un messaggio di speranza e di possibilità a tutte quelle
esperienze sociali che in giro per il mondo e in Italia costruiscono
nuove forme di democrazia dal basso. Noi ci vogliamo credere: è
possibile evitare lo sgombero e fermare l’arroganza di una
multinazionale e le politiche speculative che stanno mangiando le nostre
città.

Per questo il Municipio convoca per martedì 5 febbraio alle 21
un’assemblea pubblica in vista di una grande manifestazione a difesa del
Colorificio che si svolgerà il 16 febbraio.


OGGI VENERDI’ 1 FEBBRAIO ORE 15 SPECIALE IN DIRETTA SU
WWW.RADIOROARR.ORG
Difendi l'ex Colorificio Liberato - Aggiornamenti da un bene comune in
pericolo

MARTEDI’ 5 FEBBRAIO ORE 21 ASSEMBLEA PUBBLICA

SABATO 9 E DOMENICA 10 FEBBRAIO COLORIFICIO IN FESTA

SABATO 16 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE PER LE STRADE DI PISA


Difendi l’ex colorificio! Vieni a studiare con noi!
APRE L’AULA STUDIO
http://www.inventati.org/rebeldia/saperi/difendi-lex-colorificio-vieni-a-studiare-con-noi.html

Comunicato Laboratorio Urbano RESET
http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/minaccia-di-sgombero-anche-al-municipio-del-bene-comune-di-pisa.html

Mario Pezzella
http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/comunicato-di-solidarieta.html


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Diffida

Pisa, 1 Febbraio 2013


Al Sindaco di Pisa
Al Prefetto di Pisa
Al Questore


Da oltre cinque anni un'area di 14.000 mq dove per quasi un secolo
centinaia di lavoratori hanno prestato la loro manodopera è stata
lasciata in stato di abbandono e degrado a poca distanza dalla Piazza
dei Miracoli di Pisa.

La multinazionale J Colors non ha più alcun interesse in termini
produttivi, come dimostra il fatto che dal 2010 questo immobile non è
più a bilancio e dall'Aprile 2012 l'azienda ha comunicato ufficialmente
la cessazione dell'unità operativa, sospesa già negli anni passati con
il licenziamento degli ultimi operai da Gennaio 2009. La JColors
all'oggi non solo non ha nessun interesse nella ripresa dell'attività
produttiva dello stabile, ma già dal 1998 ha cercato più volte di
vendere l'area senza riuscirvi. A dimostrazione ulteriore di questo
obiettivo risultano le numerose richieste al Comune di Pisa da parte
della multinazionale JColors per ottenere una variante urbanistica che
mutasse la destinazione d'uso dell'area da produzione di beni e servizi
a residenziale.

L'interesse meramente speculativo è confermato inoltre dal breve tempo
intercorso tra l'acquisizione dell'area e del marchio da un secolo
pisano del "Colorificio Toscano", e la prima richiesta di variazione
d'uso e collaterali trattative di vendita che è stato di soli venti
giorni.

La storia dell'area degli ultimi 15 anni e la più recente cessazione
dell'attività produttiva indicano senza ombra di dubbio come la
proprietà non abbia alcuna progettualità o urgente necessità di utilizzo
dell'area. Le uniche operazioni che la J Colors ha effettuato sono state
alcuni trasferimenti di macchinari dalla sede pisana a quella di
Verbania, operazioni che il Municipio dei Beni Comuni che dal 20 Ottobre
svolge le proprie attività all'interno dell'ex-colorificio, ha sempre
permesso in clima di totale collaborazione, assistendo con i propri
occhi all'ulteriore abbandono da parte della proprietà dello stabile
pisano.

Alla luce del colpevole abbandono, una vera derelictio delle utilità
produttive tipiche della stessa, al Municipio dei Beni Comuni è apparso
legittimo e sostenuto da più di un titolo costituzionale, sia di quelli
sottocitati ma anche Art.1, Art. 2, Art. 3, Art. 4, Art. 9, Art. 11,
Art. 18, Art.21, riaprire l'area della fabbrica e renderla accessibile
alla città iniziando al suo interno numerose attività rispondenti a
necessità e bisogni più volte emersi dal territorio e dalla popolazione
presente, sia residente che studentesca, come la Ciclofficina, la
palestra popolare e la parete d'arrampicata, attività sociali e
culturali sia di tipo musicale, come i vari festival hip hop, hardcore o
reggae, che hanno dato risalto alla scena musicale pisana indipendente,
o teatrale, come anche iniziative di approfondimento e discussione.
L'ex-colorificio inoltre è stato protagonista di importanti giornate
dedicate all'arte, in cui le mura lasciate al degrado e all'usura del
tempo hanno ripreso vita attraverso importanti murales di giovani
artisti locali, ma anche attraverso l'arte principiante di giovani
artisti di quartieri pisani disagiati, fino a fare diventare
l'ex-colorificio una vera e propria "opera d'arte".

Ma la Progettualità che al suo interno si è delineata negli ultimi tre
mesi è molto più varia, infatti è riuscita a dare risposte in termini di
spazio a molte altre associazioni e a progetti di singoli cittadini e
cittadine che fino ad oggi venivano ignorati. Attualmente la
progettualità è ancora un work in progress che continuamente cresce e si
arricchisce e che alleghiamo alla presente, a dimostrazione della
necessità reale e urgente d'uso di questi locali da parte delle
associazioni e dei collettivi.

La progettualità elaborata tiene conto di criteri fondamentali per lo
sviluppo urbano e paesaggistico dell'area di viale delle Cascine, che
infatti si inserisce nella attuale destinazione d'uso produttivo
dell'area (corsi di formazione artigianale per giovani e messa in
circolazione di saperi relativi ai vecchi mestieri), tutelando l'impiego
dei lavoratori che operano nelle industrie presenti, ma anche rispetto
alla sua vicinanza all'obiettivo turistico di Piazza dei Miracoli e
l'area del Parco di San Rossore, cerca di inserire iniziative di
intrattenimento e di accoglienza.

In ultimo ricordiamo l'importante avvenimento socio-culturale e
politico di rilievo locale e nazionale che l'ex-colorificio ha ospitato
nelle giornate del 25-26-27 Gennaio "United Colors of Commons",
iniziativa che ha visto la partecipazione di centinaia di persone non
solo pisane ma da tutta Italia, e che ha visto nella giornata di sabato
la ripresa dell’ importante dibattito giuridico sulla funzione sociale
della proprietà privata di cui all’ Art. 42 Costituzione, sviluppatosi
in precedenza in sede di redazione del Codice Civile e di Assemblea
Costituente del '48, e poi spentosi dalla fine degli anni settanta. Un
dibattito riapertosi al Colorificio, con la partecipazione di
cattedratici di varie università (Palermo, Torino, Perugia) e che verrà
ampliato e ospitato, con la partecipazione attiva di Stefano Rodotà, su
un prossimo numero della Rivista Critica di Diritto Privato da lui
diretta.

La liberazione dell'ex-colorificio rappresenta senz’ altro un’azione di
natura politica, non finalizzata al conseguimento di un profitto
personale o di un interesse di natura patrimoniale (cfr. Trib. Roma, VII
sez., 8 febbraio 2012);l'ex area industriale risulta da molti anni
inutilizzata, con la conseguenza che ampi spazi di suolo destinabili
alla collettività per scopi diversi risultano completamente abbandonati
e degradati a causa del comportamento assenteista della proprietà.

I dimostranti hanno così recuperato l’immobile vacante attraverso
pratiche di occupazione e di restituzione all’accessibilità pubblica e
non certo di spoglio (inteso come privazione violenta o clandestina
dell’altrui materiale possesso contrastabile ex 1168 Cod. Civ.),
collocando consapevolmente la propria azione nel solco costituzionale
dell’articolo 42 Cost. Questa norma, insieme a disposizioni come gli
Art. 2, 3, 9 e 43 Carta fondamentale, tutela la personalità umana ed il
suo svolgimento nell’ambito concreto delle pratiche politiche collettive
qui poste in essere per il soddisfacimento di bisogni costituzionalmente
garantiti. Il raggiungimento di questo scopo sociale passa attraverso la
fruizione diretta di beni e servizi che sono appunto funzionali a
perseguire e soddisfare interesse collettivi costituzionalmente
rilevanti inclusi il lavoro (Art. 35), l’arte e la scienza (Art.33), e
anche la salute (Art. 32).

La derelizione di utilità funzionalmente sociali qualifica la
situazione attuale dell'ex-colorificio. Questo immobile invece di essere
ufficialmente espropriato o confiscato per valorizzarlo, adempiendo un
obbligo costituzionale della “Repubblica” in tutte le sue articolazioni
istituzionali di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale
che limitando di fatto la libertà e l’ uguaglianza dei cittadini
impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (Art. 3 Cost.) in un
periodo in cui il bisogno di spazi pubblici è sempre più forte, è di
fatto lasciato al progressivo degrado, in un quadro di sostanziale
connivenza pubblica con il potere privato. L’abbandono dell’immobile e
la sua sottrazione alla cittadinanza realizza una logica abusiva di
esclusione, che contrasta altresì con le istanze di solidarietà sociale
e del diritto all’ accesso alla proprietà di cui allo stesso Art. 42.

In questo contesto, se ciò che più conta è la funzione che tale bene
può rivestire e gli interessi con cui esso è collegato,
indipendentemente dalla titolarità pubblica o privata dello stesso,
l'ex-colorificio rappresenta un bene comune, che la collettività può
anzi deve valorizzare nell’ esercizio della cittadinanza attiva. Tale
categoria giuridica trova un riconoscimento anche in giurisprudenza
(cfr. SS.UU. sent. n. 3665/2011), dopo essere stata descritta in
dottrina e aver trovato un pratico riscontro nella campagna referendaria
“acqua bene comune” e nelle esperienze di occupazione del Cinema Palazzo
e del Teatro Valle di Roma, del Teatro Marinoni di Venezia, Del Teatro
Coppola di Catania, del Teatro Garibaldi di Palermo, al Pinelli di
Messina al Teatro Rossi nella stessa Pisa, tutti luoghi riconosciuti
come essenziali beni comuni, e recuperati per motivi morali e sociali
alla fruizione collettiva. Si noti che tutte le suddette dimostrazioni
di cittadinanza attiva sono state accettate da istituzioni del più
diverso colore politico. Poiché la natura pubblica o privata del titolo
formale ai beni comuni è da considerarsi teoreticamente irrilevante
rispetto alla loro funzione costituzionalmente garantita (Vedi anche
Commissione Ministero Giustizia Principi e Criteri Direttivi per la
novellazione del Codice Civile, 14 giugno 2007) di fruizione collettiva
e sociale (42 Cost.), l’ esercizio civilistico dello ius excludendi
sull'ex-colorificio, a fronte di lunghi anni di abbandono, è da
considerarsi emulativo ex art. 833 Codice Civile e dunque abusivo. Esso
può essere in ogni caso unicamente esercitato nei limiti e nelle forme
della tutela petitoria (Art. 948) in quanto sola procedura idonea a un
approfondimento giurisdizionale delle questioni, anche costituzionali,
inerenti il titolo. È evidente che il Municipio dei Beni Comuni è nato
al fine di salvaguardare un bene altrimenti abbandonato, con lo scopo di
conservarlo e, soprattutto, di valorizzarlo nell’ interesse di tutta la
cittadinanza e che un interesse privato gravemente sospetto di essere
abusivo emulativo e contrario a diritti fondamentali della persona non
può certo servirsi delle forza pubblica per rientrare in un possesso
inesistente in quanto non esercitato.

Per questo noi giuristi e docenti universitari esperti in materia
proprietaria e costituzionale riteniamo del tutto inammissibile e
potenzialmente produttivo di conseguenze politiche e giuridiche, che il
Comune di Pisa invece di valorizzare e incoraggiare questa importante
esperienza di uso generativo della proprietà privata, consenta lo
sgombero del Municipio dei Beni Comuni dal Colorificio Liberato. Non ci
par dubbio che debba ritenersi costituzionalmente prevalente l’azione di
valorizzazione dell’immobile rispetto allo stato di abbandono e di
degrado cui esso stesso è sottoposto, di per sé idoneo a configurare
un’ipotesi di abuso del diritto di proprietà.

Nel ricordare al Prefetto e al Questore che solamente in modo
gravemente lesivo delle proprie prerogative legali e costituzionali
potrebbero procedere al di fuori dei limiti di legge e del controllo
preventivo giurisdizionale ordinario, ci dichiariamo disponibili a
collaborare nella ricerca di una soluzione giuridica che consenta la
piena valorizzazione sociale e l’ accesso al bene comune contemperando
le ragioni della produzione e generazione di beni comuni con quelle
della proprietà.

Primi firmatari:

Prof. Avv. Ugo Mattei, Ordinario di Diritto Civile Università di Torino
Prof. Avv. Luca Nivarra, Ordinario di Diritto Civile Università di
Palermo
Prof. Avv. Maria Rosaria Marella, Ordinario di Diritto Privato
Università di Perugia
Prof. Stefano Rodotà, Professore Emerito Diritto Civile
Prof. Salvatore Settis, Accademico dei Lincei
Prof. Alberto Lucarelli, Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico
Università di Napoli Federico II
Prof. Umberto Breccia, Ordinario di Diritto Privato Università di Pisa
Prof. Elisabetta Grande, Ordinario di Diritto Comparato Università
Piemonte Orientale
Prof. Giovanni Marini, Ordinario di Diritto Comparato Università di
Perugia
Prof. Federica Giardini, ricercatrice Filosofia Politica Università
Roma III


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STASERA venerdì 1 febbraio
ore 22
THE ABSINTH + WHO IS BORO? Live

A SEGUIRE DJ SET RADIO ROARR
Sidechain: Chino e Neuro

+info:
http://www.inventati.org/rebeldia/index.php?option=com_eventlist&Itemid=81&func=details&did=15769


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DOMANI sabato 2 febbraio
ore 22
FINGERTIPS PARTY!

C'è una nuova festa in città!
Musica del passato e del futuro, analogico e digitale, roba meticcia
proveniente da tutti gli angoli del pianeta. Cinque dj compongono la
crew di Fingertips: Aanti, Darius, Drago, SpinOFF e Sterling. Puoi
sentirci in radio ogni mercoledì dalle 19 alle 21 su Roarr
(http://radioroarr.org/). Stavolta suoneremo principalmente Bass, House,
UK Garage, Techno, Club, Trap (e ci saranno le radici e le ibridazioni,
come sempre). Non perderti il party, la prossima volta sarà ancora
diverso!

http://www.inventati.org/rebeldia/index.php?option=com_eventlist&Itemid=81&func=details&did=15770


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DOMENICA 3 febbraio
ore 21

Difattoteresa
Storia di una donna della costituente

“ARTICOLO 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti la
legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

spettacolo teatrale offerto da Officina 5 punte

+info
http://www.inventati.org/rebeldia/index.php?option=com_eventlist&Itemid=81&func=details&did=15777


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DOCUMENTO FINALE UNITED COLORS OF COMMONS
http://www.inventati.org/rebeldia/citt-di-pisa/documento-finale-tre-giorni.html

I media sulla tre giorni UCoC
http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/media-su-united-colors-of-commons.html